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[EDITORIALE] CAIVANO, Monopoli non deve assolutamente aprire il mercato delle vacche

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CAIVANO – E’ di pochi minuti fa la notizia della mozione di sfiducia che verrà firmata dai quattro consiglieri di Forza Italia Gaetano Ponticelli in primis, Cinzia Buonfiglio, Lorenzo Frezza e Giuseppe Mellone, più i nove consiglieri che siedono tra i banchi dell’opposizione Padricelli, Perrotta, De Lucia, Pinto, Angelino, Paolella, Ariemma, Emione e Sirico. La mozione di sfiducia completa di firme sarà presentata Lunedì all’ufficio protocollo del Comune e si dovrà aspettare il Consiglio Comunale per approvare la sfiducia al sindaco, questo vuol dire che il Consiglio Comunale dove si doveva decidere la rateizzazione della TARI salterà di nuovo, in barba a quelli che dovevano essere i principi fondamentali del bene pubblico. Così facendo, realmente si rischia che i cittadini caivanesi paghino l’intero importo della TARI in un’unica soluzione. Tanto è vero che nella foga di chiudere l’esperienza Monopoli non avvertono nemmeno la responsabilità di votare la rateizzazione di un’imposta così fondamentale per le casse comunali ed evitare un ulteriore salasso ai cittadini.

Perché per la prima volta, seguendo gli ultimi scioglimenti Falco, Papaccioli, Monopoli, si è scelto di optare per una mozione di sfiducia da votare in Consiglio Comunale? Sicuramente non è questione di confronto, anche perché se i dissidenti volevano confrontarsi col sindaco non si assentavano certo per cinque consigli di seguito, non venissero a dire, adesso i soloni de noatri che il confronto Monopoli l’ha rifiutato nelle riunioni di maggioranza. Qui si sta parlando di vero confronto, quello fatto davanti alla cittadinanza in piena trasparenza. Infatti anche il consigliere Antonio Angelino a più riprese nei suoi vari interventi a mezzo social ha ammesso che il sindaco è stato lasciato solo dai suoi consiglieri in Assise Pubblica. Il sindaco Monopoli, anche prima di questi consigli voleva confrontarsi e invece il consigliere Ponticelli, secondo la sua logica, si ergeva ad una posizione superiore affermando, all’uscita del Consiglio dopo aver abbandonato il sindaco: “Lo abbiamo lasciato insieme ai suoi servi sciocchi”. Quindi sicuramente non è questione di confronto. Allora perché? Le motivazioni di una mozione di sfiducia da portare in Assise pubblica possono essere due a questo punto: o Monopoli è il Totò Riina di Caivano e merita una punizione esemplare, seguita da un’umiliazione altrettanto eccellente davanti all’opinione pubblica, oppure c’è una cosa che non deve passare inosservata, per legge, dopo aver presentato la mozione di sfiducia al sindaco, devono trascorrere minimo trenta giorni per indire il Consiglio Comunale ove si dovrà votare la sfiducia del primo cittadino e in questo periodo si possono mettere in campo tutte le manovre politiche possibili e inimmaginabili.

A rigor di quanto detto, ricordiamo ai nostri lettori quali siano stati i motivi che hanno portato alla rottura tra il sindaco Monopoli e i quattro dissidenti, capitanati da Gaetano Ponticelli. Certamente i motivi non sono legati alla programmazione di idea di città oppure legati al mandato elettorale, ma la natura della rottura è legata ad una questione di prebende. Gaetano Ponticelli ha giurato che gliel’avrebbe fatta pagare se Monopoli non avesse rimosso Anna Damiano dalla responsabilità del settore Politiche sociali e lo stesso Forza Italia aveva chiesto la delega di come minimo tre assessori come sua espressione in giunta, di cui uno doveva detenere tutte le deleghe tecniche (Urbanistica, Lavori pubblici, Manutenzione, Patrimonio Immobiliare, Cimitero), perciò non c’è stata nessuna rottura per mancanza di democrazia da parte del primo cittadino. La rottura è avvenuta tramite quello che è passato alla storia come il “ricatto politico” più grosso che Caivano possa ricordare. In quel “ricatto politico” era intrinseco il messaggio inviato al primo cittadino: “O ci dai quanto abbiamo chiesto o te ne vai a casa”. “O ti pieghi o te ne vai” il sindaco non si è piegato e questi sono i risultati. Dopo di questo i dissidenti cosa hanno fatto? Prima hanno dichiarato appoggio esterno, il primo segnale per comunicare al primo cittadino: “Guarda che facciamo sul serio”. Appoggio esterno che non è durato manco un secondo, poiché per il bene pubblico i dissidenti nulla hanno prodotto visto ché da quel momento in poi hanno sempre fatto registrare la mancanza di numero legale in Assise pubblica, facendo anche peggio dell’opposizione tanto è vero che a tutti i Consigli comunali l’opposizione era sempre presente in aula e pronta per il confronto. I dissidenti hanno sempre rifiutato il confronto davanti ai cittadini in maniera istituzionale.

Dopo questo teatrino vergognoso cosa sceglie di fare chi ha tenuto in ostaggio il paese per tre mesi e ha deciso le sorti di Monopoli? Di andare a sfiduciarlo dal notaio? No, ha scelto la mozione di sfiducia protocollata in segreteria, attendere i trenta giorni per la convocazione del Consiglio Comunale e assistere alle mosse di chi secondo loro è attaccato alla poltrona, sperando in un’ipotetica apertura del mercato delle vacche in salsa caivanese.

In questi trenta giorni, veramente, può succedere di tutto. Viste tutte le prebende che sono venute meno per volontà del primo cittadino, in questi trenta giorni si possono appianare tutti i malumori e avere anche il tempo di pensare ad una strategia di comunicazione per rendere edotta la cittadinanza sui motivi ufficiali di un’ipotetica riappacificazione. Se Forza Italia venisse chiamata dal sindaco e Monopoli fosse il sindaco dalla prebenda facile, molto probabilmente questa storia si chiuderebbe a tarallucci e vino. E dopo gli accordi fatti può anche succedere che nel giorno del Consiglio, qualche consigliere gli possa venire qualche mal di pancia, a chi qualche colica renale e qualcun’altro qualche forte emicrania, a Caivano si sa, la classe dirigente ci ha abituato a questo eppure ad altro. Questo gioco, ormai lo conoscono tutti e questo comportamento certamente non è molto lontano dal livello culturale di chi ha inscenato questa commedia alla caivanese. Quanto affermato lo dimostra il fatto che il consigliere che ha capitanato questa rivolta, in Consiglio comunale non ha saputo neanche leggere le carte che qualcuno gli preparava. Per non parlare che da questi non è mai partito un sano confronto fatto sui contenuti, perché si sta parlando di gente che non è andata oltre la terza media scolastica con gli studi. Con tutto il rispetto per chi non è stato fortunato a continuare gli studi ma ha una intelligenza tale da eccellere nella propria professione. Qui di eccellenze proprio non si può parlare.

Assodato che la rottura e la messa in discussione del sindaco sono basati sul “ricatto politico” questa strategia non è altro che la continuità del “ricatto politico” dove oggi il sindaco deve prendere atto che, non oggi, ma tra trenta giorni finisce la sua avventura tranne che…

Ecco perché tocca al sindaco Simone Monopoli sgomberare il campo degli equivoci, uscire allo scoperto e rendere edotta la cittadinanza dei dettagli. Premettendo che il sindaco Monopoli viene sfiduciato da consiglieri appartenenti al suo stesso partito, partito che in questa vicenda ha preferito tutelare chi chiedeva prebende e non l’unica rappresentanza di sindaco a nord di Napoli e qui già al posto di Forza Italia si può parlare di “Farsa Italia” se si vuole ragionare da un punto di vista etico, ma alla fine stiamo sempre parlando del partito del cavaliere “Berlusca” e di “Giggino ‘a purpetta”. Premesso che il sindaco Monopoli, assolutamente non deve piegarsi, come fatto finora, al “ricatto politico” delle prebende, perché se c’è un motivo valido affinché Minformo ha appoggiato incondizionatamente la lotta del primo cittadino è proprio perché quest’ultimo ha segnato un solco tra quello che era il vecchio sistema di clientela, denunciando le mancanze dei Responsabili dei settori e non cedendo a chi con quel vecchio sistema ha alimentato solo e sempre i propri interessi. Pertanto ricordiamo al primo cittadino che se è diventato sindaco di Caivano è perché in campagna elettorale egli ha più volte reclamizzato la discontinuità, elemento che in questi due anni, almeno sul piano della legalità, è stato rispettato. Quindi continuare a fare il Monopoli, cioè a non cedere ai “ricatti politici” vuol dire tenere fede al proprio mandato elettorale e alla volontà dei propri elettori.

Un consiglio che sento di fare a Monopoli è quello di prendere atto del fatto che oggi, si è certificata la vera mancanza di maggioranza, visto che i dissidenti hanno messo nero su bianco. Oggi, non ieri Monopoli non ha più la maggioranza e per questo è inutile mettere sulla bancarella del futuro dei giovani caivanesi le prebende a basso costo.

Caro Monopoli la tua Caporetto non sarà certo la sfiducia che arriva dai consiglieri che chiedono prebende, ma sarà senz’altro l’eventuale apertura del mercato delle vacche che si potrà registrare in questi trenta giorni ed è per questo che al posto tuo non farei neanche in tempo a farli passare questi trenta giorni, ma segnerei con un bello autografo, una volta e per sempre la differenza che intercorre tra te e questi metodi personali ed egoistici di fare politica.

 

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