Melito

L’ex sindaco Bernardino Tuccillo a tutto campo: “La mia città ritrovi il sentimento di comunità perduto”

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Bernardino Tuccillo, ex sindaco anticamorra di Melito, si concede in una intervista alla nostra testata. L’ex primo cittadino ripercorre diverse tappe della sua vita politica fra passato, presente e futuro. Dall’esperienza negli anni Novanta nella sua città fino al suo assessorato al Patrimonio a Napoli nella giunta De Magistris.

MELITO – Caro Tuccillo, oramai le polemiche in amministrazione non si contano più. L’ultima questione riguarda la mozione di sfiducia da parte della maggioranza all’ormai dimissionario Presidente del Consiglio Comunale, Nunzio Marrone. Secondo lei, la politica sbaglia ad utilizzare questi metodi per ricompattare le fila della maggioranza oppure pensa che sia una scelta legittima?

Quella nei confronti dell’ ex presidente del consiglio mi è parsa una rappresaglia. Questa maggioranza regge in forza di mere operazioni trasformistiche, vedi consiglieri eletti con liste di c.sinistra e “cooptati” in maggioranza. Ha comunque il respiro corto e , credo, abbia esaurito il suo ciclo.

Lei è stato sindaco di Melito, peraltro sotto scorta, nella seconda metà degli anni Novanta, in un contesto di fuoco caratterizzato dalla pressione fortissima delle organizzazioni criminali. Ritiene giusta la scelta da parte dell’amministrazione Amente di proclamare il dissesto finanziario oppure esiste un’alternativa politica da offrire alla città?

Il dissesto si poteva evitare con un oculato Piano di Predissesto, cui si sarebbe dovuto porre mano già ad inizio consiliatura, occorrevano scelte complesse ed impopolari. Sono sicuro che i melitesi avrebbero compreso. Si è scelto un’ altra strada che ha portato al disastro attuale. Per onesta’ intellettuale devo ammettere che sarebbe ingeneroso scaricare tutte le responsabilità sull’attuale Sindaco.

Qual’era la Melito degli anni Novanta? Ci tracci un quadro del tempo in cui è stato sindaco e delle difficoltà che ha incontrato.

Io sono stato eletto Sindaco sull’onda di una forte domanda di cambiamento. La nostra azione, volta a riportare un clima di trasparenza, legalità efficienza fu ostacolata in ogni modo da ambienti torbidi, al punto che, dopo una serie di episodi d’ intimidazione, mi fu affidata dal Prefetto la scorta.

La storia recente della città insegna che quando il centrosinistra si divide su personalismi inutili, spiana la strada a qualsiasi alternativa. Al contrario, quando si unisce con un progetto serio, come ad esempio il “modello Carpentieri”, non c’è partita per nessuno. Qual è la sua ricetta affinché l’attuale opposizione possa ritrovare l’unità scomparsa e mettere in campo un’alternativa seria?

A parer mio in realtà un vero C.Sinistra non è mai nato. L’ esperienza Carpentieri ( che, beninteso, è persona rispettabile) e’ naufragata due volte per conflitti insanabili interni alla stessa maggioranza, a riprova che poggiava su basi fragili! C’ e’ bisogno, prima ancora che ridisegnare il C.Sinistra, di ricostruire un sentimento di comunità ed un tessuto democratico sano e vitale. A tal fine, occorre che le migliori energie ( che sono ben presenti a Melito) si mobilitino, con generosità e senso di appartenenza al territorio. Certamente c’e’ bisogno di abbandonare personalismi ed idiosincrasie, che già tanto male hanno fatto alla città, aprendo la strada ad esperienze amministrative che già in passato avevano mostrato enormi limiti .

Capitolo De Magistris. Lei è stato assessore al Patrimonio nella giunta arancione salvo poi prendere le distanze, quando tutti gli altri ne acclamavano la leadership, dal sindaco napoletano attraverso un suo famoso libro. A distanza di qualche anno i fatti non possono che darle ragione. Cosa la spinse ad abbandonare la tanto decantata rivoluzione arancione? Può tornarci su?

Ho scritto ciò che pensavo della mia esperienza con De Magistris nel libro:” Il sindaco con la bandana”. Una grande opportunità di riscatto per Napoli malamente sprecata. Era già chiaro nel 2013 quando il mio percorso si allontano’ da quello del sindaco di Napoli. Ad una Giunta autorevole ( con Narducci, Lucarelli, Realfonzo ecc.) si preferì una squadra frutto di compromessi e mediazioni al ribasso. Manifestai subito il mio dissenso. I risultati:Il disavanzo passato da 800 milioni a 2 Miliardi di Euro, il patrimonio immobiliare che produce passività e non reddito, il Trasporto pubblico al collasso, le periferie abbandonate al degrado. Lo affermo con grande amarezza, ho profondamente creduto nel progetto De Magistris!

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