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Movimento Cinque Stelle in frammenti. La scissione interna al partito

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Come riportato dal quotidiano “La Repubblica” in prima pagina, il rischio di scissione nel Movimento Cinque Stelle, dopo lo scontro tra il fondatore Beppe Grillo e l’ex deputato Alessandro Di Battista è molto alto.

Mentre sembra sempre più certa l’ipotesi che Conte sarà a capo del partito nel 2023, gli scontri interni sono sempre più duri. Non è questo però il momento delle polemiche, vista la grande crisi che il Paese sta attraversando e considerando che le fibrillazioni interne ai Cinque Stelle potrebbero far deflagare i piani di Conte ed il suo piano di rilancio.

Troppo taglienti le battute che si sono scambiati sui social Alessandro Di Battista e Beppe Grillo. Il primo, infatti, ospite ieri a “Mezz’ora in più” ha lanciato una sfida al Presidente Conte, sebbene camuffata da elogi e dalle rassicurazioni di non volerlo buttare giù.

A causa delle polemiche tra Grillo e Di Battista, i gruppi parlamentari si sono subito spaccati. Mentre alcuni provano irritazione per Di Battista e si chiedono quali siano i titoli con cui parla, vedendolo come una minaccia alla stabilità dell’esecutivo e della legislatura, altri si schierano al suo fianco.

Il rischio di scissione destabilizza sempre più un quadro interno già troppo fragile a causa delle mille correnti in cui si è frantumato il M5S.

Il Movimento è così alla ricerca di una tregua, cui gli organi interni hanno dato il nome di “guida collegiale”. Un organo che tenga dentro più persone, il ministro dello Sviluppo Stefano Patuaneili, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, la sindaca di Torino Chiara Appendine, forse addirittura l’ex leader Luigi Di Maio. Una sorta di direttorio, nonostante l’ultimo sia finito molto male, capace di fare sintesi e di disinnescare cosi gli attacchi delle fazioni opposte.

La paura della scissione ha cominciato a serpeggiare da ieri, quando i fedelissimi di Di Battista si sono messi a contare i commenti negativi sotto al post di Grillo. E quando alcuni esponenti di governo hanno cominciato ad attendere un fallo di reazione che per ora non è arrivato, ma che qualcuno potrebbe decidere di sferrare.

 

 

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