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Chiara Ferragni: la nuova “venere” degli Uffizi

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La modella ed influencer Chiara Ferragni è stata agli Uffizi di Firenze per un servizio fotografico “Vogue Hong Kong” tenutosi di notte.

L’influencer da 20 milioni di follower ha invitato i seguaci a visitare il museo e dall’account Instagram delle Gallerie degli Uffizi è arrivato il ringraziamento che ha definito la Ferragni “una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social“.

Oltre alla pioggia di like sono arrivate però anche le polemiche. Notoriamente i musei italiani sono ancora alquanto in difficoltà nella comunicazione sui social network e questo si che è un problema oggi, come si è potuto verificare nei mesi di chiusura per l’emergenza Covid, quando c’è stata una rapida, generosa ma ancora improvvisata iperproduzione di contenuti digitali, che ha mostrato tutte le potenzialità ma anche tutto il nostro ritardo in questo campo.

Mentre i musei cercano di ripartire, se la Ferragni o altre persone famose mettono a disposizione la loro notorietà per stimolare in qualche modo l’interesse per il patrimonio culturale, soprattutto in quelle fette di società contemporanea che non hanno nessun rapporto o quasi con i luoghi della cultura, la cosa non dovrebbe provocare scandalo ma semmai andrebbe salutata con interesse, e magari ben indirizzata e orientata.

Lo stesso direttore dei musei fiorentini, Eike Schmidt, in un’intervista a Repubblica ha spiegato le ragioni della collaborazione con la nota influencer: “Siamo stati fra i primi musei a sbarcare su TikTok e oggi in molti, nel mondo, ci stanno seguendo. In generale, quello dei giovani è un problema che ci ponevamo anche prima, per esempio quando abbiamo invitato le star del festival Firenze Rocks a visitare i nostri musei. Il nostro obiettivo, però, non è soltanto economico. Noi abbiamo una visione democratica del museo: le nostre collezioni appartengono a tutti, non solo a un’autoproclamata élite culturale, ma soprattutto alle giovani generazioni. Anche perché, se i giovani non stabiliscono oggi una relazione col patrimonio culturale, è improbabile che in futuro, quando saranno loro i nuovi amministratori, vorranno investire in cultura. Per questo è importante usare il loro linguaggio, intercettare la loro ironia e il loro potenziale creativo”.

 

 

[Foto: Fanpage.it]

 

 

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