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E’ caos sui treni per la nuova ordinanza: soppresse numerose partenze

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Dopo l’ordinanza firmata ieri dal Ministro della Salute Roberto Speranza per impedire che sui treni venza occupato il 100% dei posti, quella di oggi è stata una giornata di caos e disordini per tantissimi passeggeri.

L’azienda Italo ha fatto infatti sapere in una nota di essere stata “costretta suo malgrado” a cancellare otto convogli in partenza la mattina e numerosi biglietti per quelli del pomeriggio, “arrivando a coinvolgere circa 8mila passeggeri“.

La brutta notizia, per chi aveva programmato di partire oggi per le vacanze, è arrivata intorno alle 23 di ieri sera: “Gentile cliente, in ottemperanza a quanto espressamente statuito dal ministero siamo costretti a procedere con la soppressione del treno”.

Un messaggio in cui Italo accusa il governo di aver “improvvisamente sostituito le disposizioni del dpcm del 14 luglio” che prevedeva deroghe al distanziamento dei posti sui convogli e informa i clienti “che procederemo quanto prima al rimborso di quanto corrisposto per il titolo di viaggio non utilizzato”.

I treni cancellati riguardano le tratte più affollate, cioè quelle che tagliano in due l’Italia: come la Torino-Reggio Calabria, introdotta da poco, o la Verona-Venezia.

Trenitalia, ha invece deciso diversamente, sostenendo di voler “garantire il viaggio a tutti i passeggeri, magari ricollocandoli in altre classi nel rispetto delle regole sul distanziamento” o indirizzandoli su altri convogli in orari simili.

L’ordinanza con cui Speranza ha reintrodotto l’obbligo di distanziamento di almeno 1 metro sui mezzi pubblici locali e sui treni a lunga percorrenza è arrivata ieri al termine di una lunga giornata di polemiche.

Prima i ministeri competenti hanno concesso a Trenitalia e Italo di poter viaggiare al 100% dei posti in virtù delle nuove condizioni poste dal dpcm del 14 luglio deroga al distanziamento solo a patto di misurazione della temperatura prima del viaggio, autodichiarazione del passeggero e obbligo della mascherina con la sostituzione ogni 4 ore.

Poi, dopo 24 ore, la retromarcia di fronte alle preoccupazioni sollevate dal Comitato tecnico scientifico e all’appello di molti virologi.

 

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