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Maradona. L’addio dei tifosi napoletani: fuochi e applausi sotto il murales di Jorit

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A San Giovanni a Teduccio, quartiere a Nord Est di Napoli le persone hanno voluto salutare il più grande calciatore di tutti i tempi con fuochi e applausi sotto il murales di Jorit.

E mentre in città è stato proclamato il lutto cittadino decine sono i tifosi che in un modo o nell’altro stanno rendendo omaggio al mito del calcio.

Quella che è stata fatta a San Giovanni a Teduccio è quasi una coreografia da stadio, con fumogeni, fuochi d’artificio, applausi e striscioni.

Il murales di Jorit si è così trasformato quasi in un immenso altare per rendere omaggio a colui che ha reinventato il calcio e ha regalato ai napoletani il sogno di una rivincita, che ha fatto battere allo stesso ritmo i cuori di tutti i figli delle periferie.

Un lutto per tutto il mondo del calcio ma per i napoletani è stato come perdere uno dei familiari più cari. Era il ragazzino arrivato dalla periferia riuscito a realizzare un sogno ancora oggi rincorso da migliaia di scugnizzi napoletani.

Sarebbe stato impensabile per il popolo partenopeo lasciare andare un mito senza neppure regalargli un ultimo omaggio, un ultimo accorato saluto e così in molti non hanno resistito neppure ai divieti della zona rossa.

Perchè quest’anno si è portato via tante cose, tanti cari e ora anche l’idolo più grande di tutti i napoletani.

Mentre a Fuorigrotta uno striscione aleggia all’esterno dello Stadio che per anni è stato la sua casa con la scritta “O Re immortale, il tuo vessillo mai smetterà di sventolare“, ai Quartieri Spagnoli la gente è scesa in strada e in via De Deo, lì dove si erge un altro murales a lui dedicato, non sono mancate le candele, accese come accesa resterà per sempre la passione dei tifosi azzurri nei confronti del grande Diego.

O mamma, mamma, mamma, ho visto Maradona” si sente cantare lungo le strade della città e quasi come fosse un santo le sue reliquie già circolano come cimeli.

A distanza di più di 30 anni i traguardi da lui raggiunti restano ancora insuperabili e mentre in città si teme per il rischio di assembramenti c’è chi ancora piange incredulo la morte del più grande campione di tutti i tempi.

 

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