Cultura e spettacolo

“Ricomincio da tre”: quarant’anni fa il primo capolavoro del grande Troisi

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Era il il 5 marzo 1981 quando nelle sale cinematografiche usciva il primo grande capolavoro di Massimo Troisi: “Ricomincio da Tre“.

“Chello ch’è stato è stato, basta, ricomincio da tre” diceva Troisi al suo compagno di sempre, Lello Arena in una scena indimenticabile, ancora oggi tra le più viste dopo quarant’anni dall’uscita nelle sale italiane.

Il primo film di Troisi dietro la macchina da presa, incassò circa 15 miliardi di lire, risultando campione di incassi assoluto nella stagione italiana 1980-81.

Il comico di San Giorgio a Cremano aveva da poco concluso l’esperienza con La Smorfia con Enzo De Caro e Lello Arena e superò ogni record, vincendo da regista agli esordi, due David di Donatello: quello per il miglior film e quello per il miglior attore.

Siamo nel dopo terremoto del 1980, in un paesino della provincia di Napoli, San Giorgio Cremano. Lì vive con il padre, la madre e i due fratelli, Gaetano (Massimo Troisi), un ragazzo di 26 anni, introverso e molto timido, con un lavoro che non gli dà grandi soddisfazioni: è un venditore ambulante di spremute d’arance.

Stanco e annoiato di quella vita provinciale fatta di routine familiare, di banali e asfissianti uscite con gli amici, in particolare con Lello (Lello Arena), con cui ha un rapporto conflittuale, capisce che è arrivato il tempo di spiccare il volo.

Ha sempre avuto un progetto da realizzare: trasferirsi a Firenze approfittando dell’appoggio che ha della zia Antonia. Gaetano saluta tutti e parte in autostop, ma l’automobilista che gli offre il passaggio intende suicidarsi proprio quel giorno.

Gaetano lo dissuade e lo accompagna ad un centro di igiene mentale a Firenze. Qui incontra Marta (Fiorenza Marchegiani), un’infermiera che ama scrivere romanzi, con la quale stringerà una forte amicizia.

Arrivato a destinazione, Gaetano inizia la sua nuova vita e conosce dei personaggi singolari: il parroco amico intimo della zia, Frank, un predicatore evangelico che lo coinvolge nelle sue missioni e Robertino, un attempato ragazzo oppresso dalla madre e cresciuto con tanti complessi. Ma l’arrivo di Lello nel capoluogo toscano lo metterà continuamente in imbarazzo con i suoi nuovi amici, Marta e l’entourage di giovani intellettuali.

Troisi con questo film lasciò il teatro per dedicarsi al cinema. Poco prima di iniziare le riprese conobbe Pino Daniele che ne firmò le musiche e da lì iniziò una splendida collaborazione.

Un film meraviglioso dalle indimenticabili battute: Marta: “Quando c’è l’amore c’è tutto
Gaetano: “No, chell’ è ‘a salute!“.

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