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Processo “Sigfrido”, comminate pene per 312 anni al clan D’Alessandro

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La Sezione Penale del Tribunale di Torre Annunziata, nell’ambito del processo “Sigfrido”, ha condannato a distanza di 30 anni, 19 presunti affiliati al clan camorristico D’Alessandro di Castellammare di Stabia, a cui sono state inflitte pene per quasi 312 anni di carcere complessivi. In appello, diversi capi d’accusa, tra i quali l’associazione a delinquere, che finiranno in prescrizione a novembre.

Tra i condannati, figura Pasquale D’Alessandro, figlio del boss defunto Michele, al quale sono stati comminati 18 anni di carcere. I giudici, hanno ritenuto di condannare il figlio del capoclan, per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso e per l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Tuttavia, sia per lui che per il killer Raffaele Di Somma, al quale sono stati inflitti 28 anni di carcere, la DDA di Napoli, aveva chiesto 30 anni.

Nel complesso, queste le condanne: Michele Abbruzzese (26 anni); Francesco d’Assisi Apadula (21 anni); Ciro Avella (16 anni); Carmine Caruso (12 anni e 4 mesi); Ciro Castellano (7 anni); Pasquale D’Alessandro (18 anni); Maurizio Del Sorbo (24 anni); Raffaele Di Somma (28 anni); Antonino Esposito Sansone (15 anni); Giovanni Imparato (26 anni e 6 mesi); Giovanni Lucarelli (7 anni); Ugo Lucchese (28 anni); Nicola Martinelli (6 anni e 6 mesi); Ernesto Mas (16 anni); Antonio Nocerino (8 anni); Luigi Polito (5 anni); Antonio Rossetti (19 anni e 6 mesi); Alfonso Sicignano (14 anni) e Luigi Vitale (14 anni).

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