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Processo ‘Xenia’, condannato a 13 anni l’ex sindaco Lucano: i particolari

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Domenico Lucano, ex sindaco di Riace, in provincia di Reggio Calabria, è stato condannato a 13 anni di reclusione nel processo ‘Xenia’, svoltosi presso il Tribunale di Locri, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. Tuttavia, la sentenza, condanna Lucano al doppio degli anni che erano stati inizialmente chiesti dalla pubblica accusa. I reati a lui contestati, sono quelli di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A tal proposito, il Pm, aveva affermato che: “A Riace, comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace, era creare determinati sistemi clientelari. Lucano, ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno, veniva allontanato“.

Pertanto, le parole usate in sua difesa, sono totalmente diverse: “La mia vicenda giudiziaria, è anche una vicenda politica: tutto questo, mi ha fatto capire che umanità e solidarietà, se non c’è uguaglianza sociale, non hanno ragione di essere, così come la legalità. Una società, basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non è né umana né legale”.

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