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CAIVANO. Lo strano caso della “Capogrosso”. Bambini costretti a scuola in un edificio non ancora agibile.

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CAIVANO – La presenza dello Stato c’è e si fa sentire, stamattina la notizia dell’ulteriore conferma che lo spaccio di sostanze stupefacenti a Caivano si è spostato al centro città e che le forze dell’Ordine, attente, riescono ad arginare l’emigrazione di tale fenomeno. Quello che stenta a decollare, invece, nel comune gialloverde è la normale amministrazione. I commissari prefettizi non riescono ancora a trovare il bandolo della matassa per assicurare l’ordinario. Tutte le azioni messe in atto non sono altro che continuità amministrativa. I lavori all’orologio di Piazza Cesare Battisti, così come l’apertura dell’Asilo Nido sono cose che arrivano da lontano, addirittura si ricordano le Amministrazioni Tonino Falco e Simone Monopoli.

E dopo le vicende dei riscaldamenti accesi con mesi di ritardo nelle scuole, quella più indignante è quella che riguarda la Scuola privata delle suore “Capogrosso“. I piccoli studenti di questa scuola dopo settimane di assenza forzata, perché nella gran parte della superficie dell’Istituto si sarebbero riscontrati lesioni e innalzamento del pavimento a causa dello scoppio di alcune tubature dei sottoservizi pubblici in via De Paola, fino a far registrare l’inagibilità della stessa scuola e lo sgombero dei bambini ivi presenti ad opera dei Vigili del Fuoco riversatisi sul posto con conseguente chiusura della strada dal civico 12 al 16, sono stati costretti a tornare a scuola in assenza di una verifica tecnica che attesti l’agibilità dell’intera struttura scolastica.

Il consiglio dei Vigili del Fuoco, all’indomani dello scoppio delle tubature, è stato quello di chiudere l’intero plesso scolastico fino alla riparazione della perdita d’acqua per motivi igienico-sanitario e di sicurezza ai fini antincendio.

Così per una settimana e più i bambini sono rimasti a casa in totale assenza dei lavori didattici. Passati questi giorni, agli scolari è stata concessa l’entrata a scuola ma solo in una parte dell’edificio così come recita la nuova ordinanza dei Commissari Prefettizi che revocano la “parziale chiusura” della scuola perché finiti i lavori di riammodernamento della condotta idrica ma confermando la chiusura della porzione del fabbricato che affaccia su via De Paola perché in assenza di verifiche tecniche non è possibile riaprire l’intera struttura.

Ora, immedesimandoci per un attimo nei genitori di questi bambini, con quale criterio un genitore rischia di mandare a scuola il proprio figlio con questi presupposti? Se a tutto questo aggiungiamo che da diversi giorni i bambini sono ammassati nella palestra della scuola pur di continuare i lavori didattici e che la coordinatrice didattica Suor Jessica Kuruppassery non chiarisce quale sia il vero stato delle cose agli utenti del proprio istituto, diventano più che legittime le preoccupazioni dei genitori nel mandare i figli a scuola, dal momento che nessun tecnico si sia ancora espresso sulla sicurezza dell’intero edificio all’indomani dei lavori di ripristino della condotta idrica.

Ovviamente, questo è un modus operandi molto conosciuto a Caivano e sul quale i caivanesi sono ben abituati ma da chi avrebbe dovuto portare la normale, non dico la speciale, amministrazione, ci aspettavamo ben altro. Ai posteri l’ardua sentenza.

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