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Al di la del mare

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Ci hanno detto che al di la del mare ci sono posti meravigliosi. Gli occhi di mia figlia sono ancora troppo piccoli per poter vedere le storture della guerra, la fame è ancora un’idea allo stato embrionale, anche se l’altro giorno mia moglie non ha potuto allattarla per via della febbre alta.

Ho racimolato dei dollari, pezzi di carta che hanno un valore enorme, sono miracolosi come certe immaginette che ci ha dato il prete il mese scorso. Se sai usarli possono sfamarti, renderti allegro, aiutarti a costruire una casa e a dare un futuro ai piccoli occhi di mia figlia. Ne ho conservati abbastanza per inseguire il sogno, traversare questo mare che ci appare come una linea di demarcazione tra l’inferno e il paradiso.

Non mi spaventa la povertà, per viverla degnamente bisogna conoscerla a fondo. La miseria è come un cagnolino, se lo allevi bene, puoi insegnargli tutto, puoi perfino provare a renderlo un po’ umano. Così ho sempre fatto, così ho imparato e insegnato che il bisogno esiste solo se rendiamo indispensabile ciò che crediamo possa servirsi.

Vorrei che mia figlia avesse mani abbastanza forti da poter, un giorno, carezzare le rughe del mio viso e spianare quelle del cuore. Forse siamo in troppi su questo barcone, probabilmente saremmo molti di più se non costasse così tanto, o forse molti in meno se non ci fosse negato l’indispensabile.

Stanotte qualcuno si è sentito male, ho sentito un peso cadere in mare e stamattina c’è un posto in più sull’imbarcazione. Ho chiesto al capo quando saremmo arrivati, il sole comincia a picchiare forte. Ha scosso la testa e ha spento i motori.

Da lontano si vede la terra, la meraviglia di cui ci avevano parlato, la terra promessa. Mi chiedo perché non si riparte. E’ finito il carburante, l’hanno buttato a mare come il corpo di quel disperato. Dobbiamo attendere i soccorsi e dichiararci clandestini.

E’ strano sentirsi clandestini nel proprio mondo, dove i confini sono disegnati sulle carte come certe storie di fantasia.

Ma gli occhi di mia figlia non li ho immaginati, lei piange con quegli occhi, lei mi guarda con quegli occhi, io posso leggere la sua immatura disperazione, in quegli occhi. E se negassero la nostra esistenza e li vedessi spegnersi minuto dopo minuto?

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