CAIVANO – Stamattina negli uffici di via De Gasperi del Comune si è tenuta la conferenza stampa indetta dai Commissari Prefettizi per chiarire e far luce sulla posizione presa dalla terna commissariale in merito alla decisione di Sapna, l’attuale proprietaria dello Stir di Caivano, di depositare 15mila tonnellate di ecoballe nella zona industriale ASI.
Alla Conferenza erano presenti oltre ai giornalisti il Commissario Prefettizio e viceprefetto Fernando Mone e i due dirigenti del Ministero degli Interni Roberto Andracchio e Giovanni Cirillo. Il motivo della convocazione degli organi di stampa, a detta del viceprefetto Mone è stato quello che all’indomani di alcuni articoli giornalistici e dichiarazioni di ex addetti ai lavori sui social, dove condannavano l’operato dei Commissari, affermando che la terna prefettizia addirittura avesse avallato l’arrivo delle ecoballe sul territorio caivanese, si è sentito il bisogno di fare chiarezza e nel nome della trasparenza comunicare ai cittadini quale fosse la reale posizione in merito della Commissione prefettizia.
Il viceprefetto Mone ha tenuto a ribadire la sua estrema solidarietà al popolo caivanese e la sua reale comprensione se la cittadinanza caivanese, stufa di essere trattata come comunità di serie b, dovesse decidere di alzare barricate che dovessero evitare l’arrivo delle ecoballe. A tal proposito però, nel chiarire quale fosse il suo ruolo sul territorio ma soprattutto le decisione che impone prendere la sua posizione, il viceprefetto Mone ha tenuto espressamente a chiarire che qualcosa verso la volontà dei cittadini è stato già fatto, informando i presenti che sul sito istituzionale del Comune è presente una lettera che la terna commissariale ha inviato alla Regione Campania, Città Metropolitana, enti d’ambito e Sapna, dove sono state descritte fedelmente le volontà della cittadinanza e la difficoltà oggettiva a ricevere le ecoballe sul territorio, visto che il Comune di Caivano è stato per troppo tempo vessato dal punto di vista ambientale.
Ancor più preciso e certosino è stato il dirigente ministeriale Giovanni Cirillo che ripetendo nella sostanza quanto dichiarato da Mone ha tenuto a precisare quanto le loro posizioni e quindi il loro ruolo fosse totalmente distante da qualsiasi orientamento politico, facendo capire agli astanti che qualsiasi cosa gli venisse consentita dalla legge è stato fatto, ma loro a differenza di un politico che può usare leve diverse da quelle istituzionali, altro non sono in condizioni di poter fare.
Il messaggio è chiaro, dal punto di vista istituzionale, nulla può fare la Commissione Prefettizia che, in assenza di un sindaco, può solo occuparsi, in questo caso, di assicurare ai cittadini la sicurezza pubblica, sanitaria e ambientale.
Oltre la notizia della bocciatura temporanea da parte dell’Asl sui siti dove dovevano stoccare le ecoballe, oggi da una riunione indetta da Città Metropolitana e il gruppo Di Gennaro che attraverso la Pontin srl sono proprietari delle altre aree individuate nella relazione presentata dalla Sapna, sono emerse importanti novità. A riferirle durante la conferenza stampa sono stati Nino Navas che era presente alla riunione insieme all’avvocato del Consorzio ASI Denis Scarmozzino.
Alla riunione indetta da Città Metropolitana per conto dell’ente di Piazza Matteotti sono intervenuti nell’area Asi di Caivano il dirigente Giuseppe Cozzolino e l’Ing. Celano che davanti ai presenti hanno lasciato intendere che col passare dei giorni, la situazione si fa sempre più emergenziale, non tenendo conto però che oltre alle dichiarazioni rilasciate dall’Asl, sono emerse soprattutto difficoltà di natura logistica.
Dalla relazione redatta dalla SAPNA in realtà escono fuori alcune difformità. La prima è quella già ampiamente dettagliata e scritta, cioè che è stata individuata nelle quattro aree destinate a Caivano, una di proprietà della Di Gennaro SpA che è sottoposta a sequestro da parte della magistratura dal 25 Luglio 2018 per un incendio scaturito all’interno dell’area stessa, dove allo stato attuale ci sono indagini in corso e che da sola rappresenterebbe circa il 50% dell’intera area che dovrebbe ospitare le 15mila tonnellate di ecoballe.
Se a questo ci aggiungiamo l’ultima novità, ossia che tra le tre restanti aree ce ne è una che non è di proprietà della Pontin srl e quindi del gruppo Di Gennaro ma risulterebbe di proprietà del Consorzio ASI, ente già prepotentemente contrario all’arrivo delle ecoballe e che non permetterebbe mai uno scempio del genere visto che è parte in causa delle proteste messe in atto negli ultimi giorni, potremo benissimo asserire che logisticamente Caivano non ha aree sufficienti per poter ospitare 15mila tonnellate di ecoballe.
In poche parole, laddove la Pontin srl rispondesse a pieno alle misure dettate dall’ASL per riattare le aree di sua proprietà, non ci sarebbe abbastanza spazio per poter ospitare tutte le ecoballe previste dal piano, semplicemente perché l’individuazione delle aree all’interno della relazione presentata dalla Sapna, è stata fatta con estrema superficialità.
Dal canto suo il viceprefetto Mone si è impegnato a redigere un nuovo documento da inviare alla Regione Campania, Città Metropolitana, enti d’ambito e Sapna, dove si informeranno i destinatari del documento delle difficoltà oltre che sanitarie, oggettive e logistiche ad ospitare le ecoballe anche in maniera temporanea.