Editoriale

NAPOLI. Il PD parte male, salta il tavolo di coalizione. Bassolino rifiuta l’offerta di Letta e va avanti

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NAPOLI – La candidatura, ovvero le modalità con cui si è scelto di ufficializzare la candidatura di Manfredi per il PD e per tutto il centrosinistra si rivela un grosso autogol. Come da veri principianti, o forse come dei furbi dell’ultima ora, i vertici del PD nazionale non tengono conto che le loro decisioni possono turbare gli equilibri cittadini. Infatti la calata dall’alto dell’Accademico prestato alla politica non è andata giù né a Italia Viva né ai piccoli partiti che dovrebbero far parte della coalizione di centrosinistra come Fare Democratico, Centro Democratico, Popolari e Noi Campani.

Clemente Mastella è stato uno dei più duri verso la scelta intercorsa tra i soli Letta, Conte e Speranza dichiarando: “È stato goffo e grossolano il tentativo maldestro di presentare la candidatura di Manfredi come espressione di un riduttivo cartello PD-M5S-LeU”. Così salta il tavolo di ieri sera che doveva sancire la sintesi di una più allargata coalizione. Anche i Verdi prendono la decisione del “vi faremo sapere”. Insomma un vero e proprio errore partire con una mancanza di rispetto verso i propri commensali. Come la storia ci insegna, alla fine queste sono ferite che mai si rimarginano e se si andrà avanti, si proseguirà a furia di cerotti e garze per evitare spargimenti di sangue.

Il tavolo che dovrebbe vedere tutti in un’unica coalizione dovrebbe essere riprogrammato tra 48 ore e intanto cominciano i vari incontri bilaterali con i vari gruppi ma la realtà è un’altra.

Ognuno di loro alza il tiro per far capire al PD e al M5S il proprio peso ma il pericolo per il centrosinistra è dietro l’angolo perché se la coalizione di Catello Maresca gioca bene le sue carte, mantenendosi in un perimetro di liste civiche, i gruppi politici minoritari del centrosinistra sopra menzionati troverebbero giusta collocazione anche in quell’altra coalizione e allora per gli altri non ci sarebbe più partita.

Ovviamente questo è l’errore storico del PD dove qualsiasi campagna elettorale si affronti su piccoli o grandi territori che siano, deve fare sempre la parte del leone con conseguenti fughe in avanti, ponendo nella posizione di imbarazzo i piccoli partiti mettendoli all’angolo verso una scelta drastica mai risolvibile senza strascichi dannosi per la tenuta del governo. Mai che si ragioni con pari dignità, mai che si parti da zero su un tavolo serio di confronto e su questo bene ha fatto il candidato a Sindaco Antonio Bassolino a declinare il “circostanziale” invito di Letta che ha dichiarato: “Bassolino ha un posto d’onore nella storia della città e del Mezzogiorno. Merita da tutti noi rispetto e anche scuse vere, non retoriche, per quanto ha dovuto vivere in questi anni. Vorrei davvero che ci aiutasse nello sforzo di sostenere Manfredi e il nostro progetto per una nuova fase della vita di Napoli. Una fase che possa ripetere, decenni dopo, quella straordinaria rinascita di cui fu interprete e guida”.

Altro autogol da parte del segretario dei dem che dopo queste parole avrebbe fatto bene a spiegare poi alla città e a Bassolino stesso, perché si è voluti scegliere Gaetano Manfredi ad un già candidato a sindaco da più di tre mesi che per giunta viene anche definito come personaggio politico che riserva un posto nella storia della città. Logicamente a questi salamelecchi non ci casca un politico navigato come l’ex governatore e rispedisce al mittente quella che in realtà è una richiesta di aiuto da parte del segretario Letta.

Non si tratta di personalismo ma di rispetto se Bassolino dovesse chiedere al PD perché dovrebbe depauperare il lavoro fatto finora e servirlo su un piatto d’argento a Manfredi. Il PD come già hanno avuto modo di dimostrare i deluchiani e Italia Viva ha mancato di rispetto ad una grossa fetta del centrosinistra col suo modo spocchioso di far politica, perché mai questi ultimi compreso l’ex Sindaco dovrebbero inchinarsi al volere di Letta & C.?

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