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CASAVATORE – La parola ai cittadini. O forse no?

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CASAVATORE – ne è passata di acqua, sotto i ponti, da quel 5 ottobre che sancì la vittoria elettorale, per soli due voti, dell’attuale Sindaco.

Da allora, tuttavia, tra nomine e rimpasti, mal di pancia e porte sbattute nella maggioranza, l’attività comunale è apparsa del tutto irrilevante, fatta eccezione per le normali operazioni ordinarie anche queste ultime, purtroppo, gestite con evidente approssimazione. E a ben poco sono servite le numerose interrogazioni di un’opposizione fortemente critica, e le varie proposte tutte rimaste sostanzialmente senza risposta. PEC e richieste esplicite nelle pubbliche assemblee si sono sprecate senza successo, arenandosi nelle relative commissioni. Ciò di cui si avverte pesantemente la mancanza è il contatto diretto con i cittadini, cosa difficile da credere in un Comune di poco più di 1,5 chilometri quadrati con la densità di popolazione più alta d’Italia, e non solo. Non certo il contatto vecchia maniera, duro a morire, ampiamente sponsorizzato da buona parte delle amministrazioni nostrane, quello cioè della visita informale, della richiesta vis à vis o del messaggio personale, ma quello previsto dallo Statuto vigente: le assemblee dei cittadini e le Consulte di settore, regolamentate e descritte dettagliatamente dal documento normativo testé citato. Preziosi strumenti di confronto pubblico che potrebbero finalmente dare avvio a quel proficuo processo di collaborazione continuamente sbandierato da Sindaco, consiglieri di maggioranza e finanche un assessore, appelli riservati tuttavia ai soli membri dell’opposizione, connotati più da semplice apparenza e tentativi di screditare l’avversario politico che da reale ricerca di maggiore efficienza e trasparenza verso i cittadini. Ai quali non resta che prendere atto passivamente, a mezzo Albo Pretorio, di decisioni già assunte, senza neanche aver potuto esprimere un parere, un punto di vista, un suggerimento su dispositivi destinati tutto sommato a modificare le condizioni di vivibilità, si spera in meglio, del territorio in cui vivono. Un rifiuto categorico ed incomprensibile, insomma, del concetto di intelligenza collettiva capace di apportare solo benefici, se ben utilizzato, al Paese stesso. Si teme forse una sottrazione di potere per una mera attività consultiva? Non sarebbe da escludere, a questo punto, una modifica dello Statuto volta a cancellare definitivamente gli istituti di partecipazione, e azzerare così le polemiche, una volta per tutte. Tolta la norma, tolto il dolore.

Un guanto di sfida prontamente raccolto dall’opposizione intera, che ha presentato apposita mozione volta ad impegnare Sindaco e Giunta nell’immediato avvio delle Consulte e di tutti i sistemi di partecipazione popolare normativamente previsti dal vigente Statuto. A riprova che anche i lavori di assemblea hanno sinora evidenziato una sofferenza dovuta a scarsa volontà di cooperazione, resa ancor più monca dalla possibilità di confrontarsi con la cittadinanza per raccogliere istanze e necessità dai diretti interessati.

Sui social, intanto, un tam-tam che rimbalza su due storici gruppi Facebook locali, “Casavatore Segnala” e “Uniti per Casavatore”, invita i cittadini in piazza il 31 agosto alle 16,30, in occasione del Consiglio Comunale, per un sit-in di una rappresentanza ristretta di volontari (il Covid impone del resto una certa cautela) che consegneranno simbolicamente ad uno o più consiglieri, prima dell’inizio della seduta, le istanze relative alle Consulte e ad altre problematiche.

Da notare che, nella seduta del 31 agosto, si vota per l’approvazione del bilancio, in un Comune già diffidato dal Prefetto di Napoli, perché in notevole ritardo sulla tabella di marcia. Con la speranza che non ci siano ulteriori sorprese.

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