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Omicidio del piccolo Giuseppe, le insegnanti dei bambini sapevano delle violenze

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Si arricchisce di retroscena la vicenda collegata all’omicidio del piccolo Giuseppe, ucciso il 27 gennaio dal compagno della mamma, Tony Essobti Badre.

La mamma, Valentina Casa, è stata arrestata dai Carabinieri perché in più occasioni aveva assistito alle aggressioni del compagno ai danni dei suoi figli, senza mai denunciare i fatti alle forze dell’ordine.

I militari della Compagnia di Afragola, naturalmente, hanno sentito anche le insegnanti dei bambini, per cercare di capire se anche loro avessero notato segni di violenze sui bambini, da ricollegare alle aggressioni subìte.

Ed è proprio nella sala d’aspetto del Commissariato, che le maestre dei bambini, prima di parlare con i Carabinieri, si consultano per concordare una linea comune: i bambini avevano detto di essere caduti e loro ci avevano creduto.

Le insegnanti erano terrorizzate proprio perché più volte i bambini si erano presentati a scuola con la faccia spaccata, con le labbra gonfie, con lividi sugli occhi o sul resto del corpo, ma la scuola non aveva mai denunciato gli episodi di violenza.

C’è però da rilevare una differenza di comportamento tra le insegnanti di Giuseppe e le maestre della sorellina.

Infatti le insegnanti della bambina, seppur troppo tardi, avevano avuto un piccolo rimorso di coscienza.

Invece le maestre di Giuseppe, durante l’interrogatorio si sono prima comportate con indifferenza, e poi hanno iniziato a rispondere con strafottenza, fingendo di non sapere nulla e ribattendo punto per punto.

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