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Inchieste

Calcioscommesse, sotto inchiesta il portiere dell’Udinese Maduka Okoye: la situazione

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Una vera e propria bufera potrebbe presto abbattersi sull’attuale portiere dell’Udinese, Maduka Okoye, finito sotto inchiesta per un caso di calcioscommesse.

Infatti, la Procura di Udine sta indagando su una serie di puntate anomale durante un match tra i bianconeri e la Lazio dello scorso campionato di Serie A. Tuttavia, oltre al 25enne, è indagato anche Diego Giordano, imprenditore 40enne titolare di una pizzeria a Udine.

In particolare, l’inchiesta nasce da una segnalazione di Sisal, un flusso anomalo di scommesse sull’ammonizione del portiere Okoye durante Lazio-Udinese dell’11 marzo 2024, vinta dai friulani per 2-1. L’estremo difensore ricevette il cartellino giallo al 19esimo del secondo tempo per perdita di tempo, un comportamento normale per un portiere in questi casi.

Secondo l’algoritmo di Sisal, su quell’ammonizione sono arrivate troppe puntate, così da far scattare l’inchiesta che vede Okoye e Giordano accusati di truffa. Contestualmente, sono state effettuate perquisizioni e verifiche sui cellulari di entrambi, alla ricerca delle prove di un eventuale accordo e di una possibile rete di contatti.

Pertanto l’avvocato Maurizio Conti, legale di Okoye, ha così dichiarato:

“Il mio cliente è sereno, al momento opportuno forniremo tutti i chiarimenti del caso. La questione è piuttosto delicata”.

L’Udinese attende vigile l’evolversi della situazione, ma se le accuse venissero confermate Okoye rischia una pesante squalifica in ambito sportivo, non inferiore ai 4 anni.

Inchieste

Caso Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Il mistero si infittisce, i due fascicoli su mia sorella sono entrambi vuoti”

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Nel corso di un programma condotto da Gabriele Raho su Cusano Tv, dedicato al mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, il fratello Pietro ha ripreso le ultime dichiarazioni del deputato Pd Roberto Morassut riguardo la vicenda.

Ecco le sue parole: “Come mai tutti i fascicoli su mia sorella sono vuoti?. La pista del rapimento a scopo sessuale non credo sia scollegata da altre”.

Tuttavia l’attenzione è stata posta soprattutto alla questione del fascicolo vuoto su Emanuela, ritrovato dal giornalista Gian Paolo Pellizzaro presso l’Archivio centrale dello Stato. Si tratta di un faldone intitolato ‘Ministero dell’Interno- Direzione centrale della pubblica sicurezza- U.C.I.G.O.S.-Scomparsa Emanuela Orlandi’.

Tale fascicolo contiene solo la descrizione del suo interno e non gli allegati indicati con il contenuto delle indagini. In particolare sono quattro fogli con il frontespizio recante l’intestazione del fascicolo, e poi tre fotocopie di un faldone di tre volumi con il titolo degli incartamenti, il terzo dei quali fa riferimento genericamente a ‘ritagli stampa’.

Il fascicolo è stato riversato all’Archivio centrale dello Stato nel 2017, ma per un più ampio effetto della Direttiva Renzi del 22 aprile 2014 “per il versamento di documentazione degli Organismi di informazione per la sicurezza della Repubblica al fine di consentire la ricostruzione storica di alcuni dei gravissimi fatti che hanno segnato la storia italiana”, i cosiddetti eventi stragisti, da piazza Fontana al Rapido 904.

Ma allora la domanda sorge spontanea: ‘Perché il fascicolo è vuoto?’. Come spiegato da Simona Greco, responsabile delle Raccolte Speciali, “con la direttiva Renzi c’è stata un’interpretazione restrittiva da parte di alcuni enti che hanno riversato solo i titoli, mentre più correttamente le agenzie di sicurezza hanno dato un’interpretazione estensiva della Direttiva, cioè hanno riversato l’intera serie archivistica che conteneva quella documentazione restituendo così l’intero contesto di quel fascicolo”.

Pertanto, la desecretazione del fascicolo su Emanuela Orlandi potrebbe essere stata solo formale, ma se così fosse il contenuto dovrebbe essere stato custodito dal Ministero degli Interni, di certo non può essere stato smarrito o sottratto, o si tratterebbe davvero di un’irregolare stranezza.

Lo stesso Pietro Orlandi ha così spiegato:

“Qualche anno fa, andando all’archivio di Stato, cercando dei documenti su Emanuela insieme ad uno storico, abbiamo trovato un fascicolo del Ministero degli Interni su Emanuela che era vuoto. Si tratta di un altro faldone, diverso da quello ritrovato dal giornalista Gian Paolo Pellizzaro. Quella cartellina l’ho fotocopiata e consegnata alla commissione d’inchiesta, quando sono stato ascoltato”.

Poi, ha aggiunto: “È vero, quando c’è stata la desecretazione non era obbligatorio trasmettere tutti i documenti all’Archivio di Stato, a cui sono state mandate solo le cartelline senza i documenti contenuti all’interno con la lista di cose che avrebbero dovuto contenere. Se è così il contenuto dovrebbe essere al Ministero degli Interni. Per quanto riguarda la copertina del fascicolo da me ritrovato, feci richiesta per sapere se ci sono al Ministero degli Interni dei documenti su Emanuela, ma mi hanno risposto di no”.

Allora si chiede Pietro: “Ma allora dove sono se non sono nemmeno in archivio? Possibile che tutti i fascicoli su mia sorella siano vuoti?”.

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Traffico illecito di rifiuti tra Campania e Puglia: la situazione

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Blitz all’alba dei carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Sicurezza energetica di Napoli, che nell’ambito di un’inchiesta per traffico illecito di rifiuti hanno eseguito numerose ordinanze di custodia cautelare.

Stando alle prime informazioni sarebbero circa 4mila le tonnellate di rifiuti speciali stoccati illecitamente dall’organizzazione, provenienti prevalentemente dalla regione Campania e abbandonati in capannoni in disuso della provincia di Taranto e Matera, oltre che in aree agricole della provincia di Cosenza.

Pertanto sono 43 i nomi iscritti nel registro degli indagati, dei quali 9 raggiunti da misura di custodia cautelare. Si tratta di organizzatori dei trasporti, intermediari e gestori formali delle società responsabili.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, alcuni tra gli indagati avrebbero utilizzato un’autorizzazione ambientale fittizia per un impianto di trattamento rifiuti a Viterbo, rifiuti poi in realtà finiti in Puglia dalla Campania o dalla stessa Puglia.

Il giro d’affari stimato si aggirerebbe intorno al milione di euro e contestualmente sono state sequestrate tre società tra le province di Napoli, Viterbo e Avellino, oltre che tre capannoni industriali in provincia di Taranto e di Cosenza, due terreni agricoli nel Cosentino e 25 automezzi nella provincia di Brindisi.

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Lo strano caso di Emis Killa: niente stadio ma canterà a Sanremo

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Il rapper Emis Killa salirà sul palco dell’Ariston con la sua ‘Demoni’, nonostante sia indagato dalla Procura di Milano per associazione a delinquere e sia stato raggiunto dal Daspo che gli vieta di assistere agli incontri di calcio.

Infatti il rapper 35enne, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, è stato iscritto nel registro degli indagati dell’inchiesta ‘Doppia Curva’ della Dda sugli affari criminali del mondo ultrà interista e milanista, che a fine settembre ha portato all’emissione di 19 misure cautelari e all’azzeramento delle due curve di Milano.

Pertanto Killa era già stato condannato al Daspo dal questore di Milano, che gli vieta di assistere a manifestazioni sportive allo stadio per i prossimi tre anni. Tuttavia ha fatto discutere la decisione di far esibire comunque il rapper a Sanremo, poiché è un paradosso pensare che egli non possa entrare in uno stadio per una partita di calcio, ma possa salire sul palco più famoso d’Italia.

Inoltre, sono comparse sui social alcune fotografie con altri personaggi considerati dagli inquirenti vicini alle cosche calabresi, come Alfonso Cuturello e Antonio Favasuli.

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