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CASAVATORE – Dopo la corsa, si spera in un nuovo corso

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Casavatore – L’ Avvocato Fabrizio Celaj eletto Sindaco al primo turno.

Esaurite le consultazioni dall’esito quasi scontato, si inizia a fare la conta degli errori da parte delle formazioni “soccombenti”.

Fratelli d’Italia, con il suo candidato dott. Mauro Muto, sconta la tenera età della propria proposta elettorale e la guerra intestina tra lo sparuto gruppo locale e la Direzione Regionale. Tutto sommato un risultato prevedibile.

Diverse le attese tristemente deluse della formazione a supporto del candidato dott. Vito Marino, nonostante i fallimenti delle amministrazioni a guida PD collezionati negli ultimi anni che hanno ridotto Casavatore nello stato pietoso in cui si ritrova.

PD che infatti si conferma il primo partito del territorio, replicando di fatto il risultato delle Europee, grazie anche all’involontario preannunciato bacolese “assist”, stranamente (e provvidenzialmente) scampato.  Un risultato inaspettato che imporrebbe una seria riflessione sulla reale capacità di memoria dei cittadini, in astinenza da fosforo da ormai quasi vent’anni, evidentemente sostituito da solido CEMENTO prima e dopo i pasti.

Tutto targato PD, quindi, il successo di un’intera formazione, che nutriva tuttavia ben altre speranze secondo autorevoli pareri “interni” anche se le stesse aspettative, secondo voci di corridoio, sarebbero state soltanto prorogate di qualche mese. Come per la scorsa amministrazione, infatti, il PD ha accuratamente evitato di proporre un proprio candidato Sindaco, per potersi “smarcare“ come da copione al momento opportuno, con annessa minaccia di eventuale prepensionamento forzato dello stesso.

Stupiscono i risultati inaspettati di alcune liste, tra sfaceli dimenticati ed incapacità tenute ben nascoste. Di tutto irrilevante il risultato della lista orfana di simbolo dell’ormai sepolto Movimento che, nonostante l’uso degli stessi colori riproducenti l’originale diversamente da altri gruppi nei Comuni vicini, non è riuscito nell’intento di avvicinarsi quantomeno al risultato del 2015, epoca del primo esordio dello sconosciuto ma tutt’ora apprezzato Galiero, che collezionò dieci anni fa un risultato assai più dignitoso, pur senza aver mai imposto capigruppo, presidenti di commissione né una pletora di Vice Sindaco utili solo a tenere la seduta in caldo per il successivo e sconosciuto invisibile. Unico vero interesse la conferma del sempreverde (non riferito al colorito, sia chiaro) Marchese del Grillo, che non ha esitato a calpestare i momentanei compagni di viaggio pur di svettare su tutti.

In coda alla classifica, lo snaturato Movimento riesce per una manciata di voti a superare soltanto la sconosciuta Casavatore Viva, ultima in ordine di preferenze nella coalizione. Nonostante i quattro anni di Governo. O forse proprio a causa di questo, chissà.

Alla resa dei conti, ad ogni buon conto, la formazione del giovane esordiente Avv. Fabrizio Celaj, da domani alle prese con una macchina comunale in fase di profonda metamorfosi, che potrà tuttavia fare affidamento su nuove competenti risorse in attesa di essere sapientemente coordinate.

Da CHI, tuttavia, ancora non si è  ben capito.

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Elezioni in Campania, Fabrizio Celaj è il nuovo Sindaco di Casavatore

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Fabrizio Celaj è il nuovo Sindaco di Casavatore. Il 37enne avvocato ha conquistato la carica al primo turno, grazie a una vittoria netta con il 50,46% delle preferenze, pari a 4.849 voti. La sua candidatura è stata sostenuta da una coalizione di centrosinistra composta da Partito Democratico, Casavatore Civica, Lista Paolo Spinuso, Movimento per Casavatore e Casavatore Viva.

Il risultato ha visto il candidato di centrosinistra prevalere su Vito Marino, che si è attestato al secondo posto con il 46,94% delle preferenze. Marino, sostenuto da un raggruppamento di cinque liste civiche, ha comunque raggiunto un risultato importante, attestandosi come principale sfidante di Celaj alle urne.

In calo, si ferma al 2,60% dei voti Mauro Muto, rappresentante di Fratelli d’Italia. La sua performance si è rivelata meno incisiva, lasciando pochi margini di crescita nel contesto elettorale di Casavatore.

La vittoria di Celaj segna un cambiamento politico significativo per il Comune, con una coalizione di centrosinistra che si conferma protagonista delle elezioni amministrative.

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CASAVATORE – Scampato il pericolo del mancato ballottaggio, non quello di una nuova débâcle politica.

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Presentate le liste, tra formazioni civiche e classici sodalizi legati ai partiti, il futuro Primo Cittadino di Casavatore sarà deciso tra un mese esatto, tra il primo turno del 25 e 26 maggio e l’eventuale ballottaggio di giugno.

Ben 11 le liste in lizza, cinque facenti capo all’ex Sindaco Vito Marino, denominate “Cammino in Comune” – “Casavatore sei tu” – “Idea Democratica” – “Insieme per Casavatore” e “La voce dei cittadini”, ed altrettante quelle a sostegno del giovane Avvocato Fabrizio Celaj, identificate come “Casavatore civica” – “Casavatore Viva” – “Lista Spinuso in azione” – “Partito Democratico” e la lista dell’ex consigliere del M5S, ormai orfana di simbolo e denominata furbescamente “Movimento per Casavatore”. Assente da tale ultima lista gran parte (oltre i due terzi) degli attivisti del M5S già allontanati dal plenipotenziario ex Consigliere.

Si fa spazio nella competizione anche il partito di maggioranza di Governo Fratelli d’Italia, con il candidato Sindaco Dott. Mauro Muto, già in passato Primo Cittadino di Casavatore e Direttore sanitario di prestigiosa Azienda Ospedaliera Campana.

Numerosi i “figli d’arte” presenti nei tre schieramenti e diversi gli ex politici, tra trombati eccellenti, parenti mascherati e silenti assessori fantasma già distintisi nella passata amministrazione per il loro totale immobilismo, che ha prodotto conseguenze di tutto rispetto, fuorché per i cittadini: è sufficiente pensare alle scuole al collasso, all’ambiente devastato, alla partecipazione popolare ridotta a zero, alle strutture sportive volutamente abbandonate, alle politiche sociali al palo, al solito cemento a go-go, alla TARI sulle pertinenze quadruplicata, alla percentuale della raccolta differenziata in calo ed alla sicurezza del territorio peggiorata, nonostante il miracolo economico del PNRR e i relativi stanziamenti a pioggia, non certo merito dei politici, i cui effetti tuttavia saranno da valutare solo al completamento (ove mai dovesse avvenire) delle opere finanziate, come del resto si è registrato in TUTTI i Comuni.

Non stupisce i più informati la mancata autorizzazione della lista del Movimento Cinque Stelle, dovuta evidentemente all’emorragia di veri attivisti sul territorio ed all’assenza di un gruppo territoriale, volutamente mai costituito allontanando sapientemente i pochi volenterosi. Il simbolo presentato rasenta poi la presa in giro, raffigurando temi da sempre ignorati dal consigliere uscente, che non ha mai sottoscritto personalmente alcuna proposta in merito ad anziani e disabili, né tantomeno per la famiglia e per l’ambiente.

Scomparsi gazebo e banchetti, poi, ogni iniziativa è stata soffocata sul nascere per più di tre anni dallo sparuto gruppetto di imperterriti e sconosciuti fedeli all’unico ormai ex consigliere. Una scelta scontata, quindi, quella della dirigenza del Movimento, per questioni di palese inadeguatezza, almeno per quanto risulta da fonti non ufficiali.

Non bisogna infatti sottovalutare il dettaglio che nessuno dei punti del “patto di sangue” con il Sindaco sostenuto dal PD (poi dallo stesso sfiduciato evidentemente per impedire l’approvazione del P.U.C. ed altri provvedimenti non graditi) sia stato nei fatti raggiunto.

Doveroso pertanto limitare i danni, nella speranza di ricostruire un VERO Movimento Cinque Stelle sulle macerie generate dall’inerzia di un solo portavoce, peraltro mai confrontatosi con gli iscritti se non in riunioni segrete con pochi adepti, e dei numerosi “assessori lampo”, tutti inspiegabilmente calati dall’alto.

Con tali presupposti la lista “scimmiottante” tenterà comunque il colpo gobbo utilizzando un nome simile, nella speranza di attirare i “voti d’opinione” convincendo gli elettori del VERO Movimento a barrare un simbolo con uguali colori ed un titolo fuorviante.

Il tutto nel disperato tentativo di racimolare qualche misera carica, meglio ancora se ben retribuita, una volta smarrita l’identità con l’espresso rifiuto, forse definitivo, di concedere l’ambìto simbolo.

Un copione già visto, patetico leit motiv dominante di pochi personaggi che non hanno mai rappresentato altro che se stessi.

Insieme a tante nuove promettenti risorse, vecchie volpi e giovani lupi travestititi da agnellini si contenderanno tra un mese le tante posizioni di responsabiltà nell’esclusivo interesse del Paese.

Oppure in quello personale. A noi la scelta.

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CASAVATORE – Ruggini elettorali

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Si avvicina la data delle consultazioni elettorali, ed anche i partiti ormai scomparsi dall’orizzonte politico iniziano a fare capolino per l’appuntamento primaverile con le urne.

Il centro destra torna infatti sulla scena con una vecchia gloria dopo lunga assenza, mentre Pd e M5S continuano sulla strada del campo largo imposta dall’alto. Fioccano intanto le liste civiche con i soliti noti, alcuni a tentare un improbabile cambio generazionale, altri a riproporre un usato sicuro ma non troppo.

Incuriosisce, tuttavia, il tentativo del Pd, unica formazione politica ad avere una sede sul territorio benché priva di utile calcio balilla, di lavare con un colpo di spugna tutti i disastri e le macerie lasciati dalla scorsa amministrazione e dai suoi imbarazzanti assessori. Del resto Casavatore non è poi così distante da Collegno.

Dopo la guerra alla scuola in piena sintonia con la linea nazional-europea che vede il Pd da sempre amico delle armi e delle banche, ai cittadini tocca infatti persino sorbirsi un manifesto nel quale, con una faccia da fare invidia finanche alle statue di Riace, i diversamente democratici, pur dilaniati al loro interno, stilano uno scontatissimo elenco di priorità per il territorio abbozzando un ipotetico ma tardivo dialogo con gli elettori, promettendo addirittura di risolvere i problemi da loro stessi creati.

Già filtrano i nomi dei possibili candidati alla carica di “Sindaco perdente”, visti gli impietosi sondaggi ed i passati fallimenti: si pescherà dalla società civile, dalle associazioni sportive o dal volontariato. Chiunque sia disposto a fare una figuraccia, insomma.

Intanto in casa M5S si fanno avanti nomi prestigiosi ed ex assessori-lampo o relativi familiari, già distintisi in passato per la loro totale trasparenza, se non addirittura invisibili. Tracce di ruggine anche in casa pentastellata, per la difficoltà di mettere insieme una lista di nominativi vista l’incapacità di costituire negli anni un gruppo territoriale soprattutto per l’assenza totale di proposte, la cessazione di ogni attività sul territorio e gli evidenti fallimenti dei tanti assessori regional-imposti sul piano delle politiche sociali.

La competizione si preannuncia dunque interessante, mentre nel contempo la sapiente guida Commissariale, coadiuvata dalla rinnovata squadra di funzionari comunali, sta portando a compimento la maggior parte delle procedure fino a pochi mesi fa congelate dalla litigiosità della passata maggioranza, come ad esempio il P.U.C., fortemente osteggiato da Pd e M5S al punto di decidere di concludere anticipatamente l’esperienza di Governo pur di non farlo approvare e lasciare così campo libero ad ulteriori colate di cemento.

Sorte ancora incerta, considerati i tempi stretti, per il campo sportivo, il centro per la famiglia e la scuola-fantasma Benedetto Croce, demolita in tempi record e mai ricostruita. Opere, queste, che vedranno la luce (forse) solo se a governare la piccola cittadina sarà un’amministrazione finalmente senza predoni né ostaggi.

La speranza è che i cittadini questa volta sappiano finalmente tenere fuori dalle Istituzioni i veri responsabili di cotanto scempio, ricorrendo ad adeguata terapia a base di fosforo.

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