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L’imprenditore Pagliaro a rischio processo

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Si chiude la fase investigativa sull’omicidio di Luigi Magrino, il 41enne di Cellole, ucciso lo scorso 28 aprile 2024 nell’area di servizio Eni lungo la Domiziana, nel territorio di Mondragone. Dopo mesi di accertamenti, rilievi e testimonianze, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha dichiarato concluse le indagini preliminari.


Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, a sparare sarebbe stato Giancarlo Pagliaro, 67 anni, imprenditore mondragonese e titolare del noto mobilificio “Franchino”, oggi detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Stefania Pontillo, hanno ricostruito una scena agghiacciante: Pagliaro, seduto sul sedile passeggero dell’auto di Magrino, avrebbe esploso tre colpi di pistola, uccidendo l’uomo, per poi infierire sul volto e sulla testa della vittima.


L’arma del delitto, una pistola semiautomatica calibro 6,35, non è mai stata ritrovata.
L’omicidio, secondo la Procura, sarebbe maturato sullo sfondo di una presunta truffa finanziaria che avrebbe inasprito i rapporti tra i due uomini.

Dopo il delitto, Pagliaro avrebbe pronunciato una frase riportata nei verbali: “È successo quello che doveva succedere. Mi ha tolto la dignità di uomo e di padre.
Una dichiarazione che, per gli inquirenti, denota una reazione d’impeto, ma anche la piena consapevolezza dell’atto compiuto.
Con la chiusura delle indagini preliminari, la Procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio di Pagliaro con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

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Droga, distintivo falso e documenti contraffatti: denunciato 19enne

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I Carabinieri della Tenenza di Castel Volturno hanno denunciato un giovane di 19 anni, già noto alle forze dell’ordine, nel corso di un servizio antidroga.

Inizialmente fermato per un controllo di routine in viale Livenza a causa del suo comportamento sospetto e del possesso di una modesta quantità di stupefacente, il controllo è stato esteso alla sua abitazione e al veicolo in uso.

Durante le perquisizioni, i militari hanno scoperto un arsenale di oggetti illeciti: Documentazione Falsa: Una placca metallica della “Polizia Municipale”, un tesserino di servizio della Polizia Mortuaria (risultato rubato e intestato ad altri), una patente di guida e un permesso di soggiorno britannici falsificati (con la sua foto ma dati altrui). Stupefacenti: Circa 85 grammi totali di marijuana (40 grammi in sigarette artigianali e 45 grammi in un barattolo). Moneta Falsa: Una banconota contraffatta da 50 euro. Il 19enne è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per reati gravi, tra cui spendita di monete false, falsità materiale, possesso di documenti falsi e di segni distintivi contraffatti, e ricettazione. È scattata inoltre una segnalazione amministrativa alla Prefettura per il possesso di stupefacente per uso personale.

Le indagini sono in corso per accertare come il giovane sia entrato in possesso del distintivo, dei documenti e della moneta falsa e per verificare eventuali collegamenti con truffe o altri episodi criminosi nella zona.

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Perde il controllo dell’auto durante un inseguimento: 19enne si schianta contro il guardrail

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Si schianta con l’auto appena rubata durante l’inseguimento dei carabinieri. Tutto è successo a Massa di Somma dove un topo d’auto si è schiantato contro il guardrail in corso Luigi Pirandello. In piena notte, il ladro ha attirato attenzione a bordo di un’utilitaria che risultava rubata pochi minuti prima.

I miltari, quindi, individuato il veicolo, hanno in granato la marcia e inseguito il ladro che ha subito tentato la fuga. L’inseguimento è terminato qualche chilometro dopo quando, come detto, il 19enne alla guida ha perso il controllo e si è schiantato contro una ringhiera a bordo strada.

L’auto, dopo il violento impatto, risulta in parte sfasciata, ma il 19enne ne è uscito miracolosamente illeso. I carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di furto e resistenza a pubblico ufficiale.

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Emergenza stradale a Napoli, salgono a 19 i morti da inizio anno

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La violenza stradale a Napoli raggiunge un livello di allarme con 19 decessi registrati da inizio anno. Nelle ultime 48 ore, due ulteriori vittime, entrambe pedoni, hanno portato il totale a otto pedoni falciati sulle strisce.

Le ultime due vittime sono: Nazario Cretella (93 anni): Deceduto dopo cinque giorni di Rianimazione. Era stato investito il 7 novembre in Via Simone Martini (Vomero) mentre attraversava sulle strisce con la moglie, da un’auto condotta da un’ultraottantenne. Mario Castello (46 anni): Morto in terapia intensiva dopo poco più di un mese dall’investimento subito in Via Mario Palermo (Ponticelli), mentre si accingeva ad attraversare in prossimità delle strisce. Il conducente 62enne è stato sottoposto a test tossicologici e ha subito il ritiro della patente.

L’escalation ha scatenato la reazione indignata delle associazioni, riunite nel comitato “Napoli città 30” e affiancate dalle famiglie delle vittime.

  • Domenica 16 novembre è indetta una mobilitazione con cortei a piedi e in bicicletta, che culminerà alle 11:30 in Piazza Plebiscito con un Flash mob dal titolo: “Non chiamateli incidenti, basta morti in strada!”
  • Il portavoce di Napoli Pedala, Luca Simeone, denuncia l’“approssimazione e la disattenzione del Comune di Napoli” e chiede misure immediate di sicurezza, lamentando che a Napoli “si rischia la vita camminando o attraversando sulle strisce”.

L’associazione Napoli Pedala ha depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Napoli per accertare le eventuali responsabilità penali per omissione di atti d’ufficio, omicidio colposo e lesioni colpose a carico delle autorità competenti.

L’avvocato Massimiliano Formisano ha spiegato che l’associazione ha inviato comunicazioni specifiche alle autorità dal 2022 al 2025 per segnalare pericoli e proporre soluzioni, ma ogni richiesta è stata “sistematicamente ignorata”. La coincidenza dell’esposto con i recenti decessi “rappresenta la drammatica conferma dell’urgenza di un intervento della magistratura”.

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