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Pusher e percettori del Reddito di Cittadinanza: in manette marito e moglie

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Controlli serrati a Villaricca, dove i carabinieri della stazione locale hanno effettuato diverse perquisizioni specie in aree comuni, spesso utilizzate come nascondiglio per droga e armi. In particolare, nel corso delle operazioni, hanno tratto in arresto Luigi De Rosa, 42enne del posto già noto alle forze dell’ordine, finito in manette insieme alla moglie 35enne.

Pertanto, i due sono risultati essere anche percettori del Reddito di Cittadinanza, e durante la perquisizione domiciliare gli agenti hanno rinvenuto 25 dosi di hashish e 52 bustine utilizzate per la vendita al dettaglio dello stupefacente. Inoltre, è stata sequestrata anche la somma di 80 euro in contanti, ritenuta provento del reato.

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Follia nel Napoletano, ruba in un supermercato e poi colpisce con un pugno un dipendente: arrestato

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Episodio assurdo avvenuto a Castellammare di Stabia, dove un 45enne di Boscoreale ha prima derubato un supermercato in via Napoli, per poi guadagnarsi la fuga senza pagare. Tuttavia, per farlo, ha dovuto prima stendere con un pugno uno dei dipendenti.

Pertanto, i carabinieri della Compagnia locale sono stati allertati e sono subito accorsi sul luogo dell’accaduto, rintracciando l’uomo a bordo di un’auto. Egli è stato quindi bloccato e associato agli arresti domiciliari per rapina, mentre la merce è stata riconsegnata e la vittima curata in ospedale.

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Caserta, 19enne colpita da ictus ischemico: la situazione

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La sua storia ha commosso l’intero Paese, anche perché non è mai bello quando una giovane di 19 anni si ammala, per di più se colpita da un ictus ischemico. Tuttavia, i medici dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta sono riusciti a salvarle la vita grazie ad un intervento di trombectomia meccanica per via endovascolare.

In particolare, la giovane era stata portata al Pronto Soccorso dai sanitari del 118, già intubata e subito sottoposta a valutazione clinica. A quel punto, gli esami hanno evidenziato un trombo all’arteria cerebrale media, una delle più importanti.

Pertanto, per ripristinare celermente il flusso sanguigno e l’ossigenazione della porzione del cervello interessata, si è proceduto con un doppio trattamento: la trombolisi e la trombectomia meccanica. Ecco il commento del dottor La Tessa:

“Le metodiche endovascolari rappresentano spesso l’unica soluzione nel trattamento di alcune patologie del cervello. I vasi cerebrali sono raggiunti da cateteri di piccole dimensioni passando attraverso una puntura arteriosa, più frequentemente l’arteria femorale. Le conseguenze post operatorie sono limitate e il periodo di degenza è ridotto. Per il decorso successivo alla trombectomia, la ragazza 19enne è stata seguita, in regime di ricovero, nelle Unità operative di Neurologia e di Stroke Unit, rispettivamente dirette dalla dott.ssa Stefania Miniello e dal dott. Gioacchino Martusciello”.

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“Il maxiprocesso è stato un obbrobrio”: ecco le scioccanti dichiarazioni di una prof.

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Hanno scatenato non poche polemiche, le recenti dichiarazioni rilasciate dalla docente di Procedura penale dell’Università di Palermo Daniela Chinnici, in occasione di un incontro organizzato dagli studenti di Giurisprudenza con il magistrato Nino Di Matteo:

“Il maxiprocesso è stato un obbrobrio, perché il processo dev’essere il più possibile modellato sulla persona. Deve accertare la responsabilità del singolo e non fare vendetta?. Una novella di mezza estate cambia tutto. Il Codice di Procedura penale risponde all’emergenza che la gente sentiva. Ben vengano i poteri rafforzati di chi fa le indagini, ma nei processi ai mafiosi devono esserci le stesse garanzie e gli stessi diritti dei processi ai ladri di auto”.

Tuttavia, Di Matteo ha così replicato a tali affermazioni:

“Nei processi di Mafia non c’è stata mai alcuna violazione dei diritti di difesa, lo dicono le tante assoluzioni che pure sono arrivate. E’ inaccettabile che uno dei pilastri della lotta alla Mafia quale fu il maxiprocesso, venga definito un obbrobrio. Un insulto alla memoria di Falcone e Borsellino, che avevano il culto delle regole dello stato di diritto”.

Poi, aggiunge: “Non capisco perché questa reazione. Quando dico queste cose ai miei studenti ci capiamo. Non sto parlando del maxiprocesso ma dei maxiprocessi in genere, che sono congegni eversivi del sistema. Quei congegni eversivi del sistema hanno consentito non solo il maxiprocesso, ma anche altri processi importantissimi. Ritengo queste parole inopportune, anche per l’estremo sacrificio della vita costato a tanti servitori dello Stato”.

Tuttavia, la prof. ha corretto il tiro, spiegando che il termine eversivo ha il significato di “scardinare la logica del sistema”.

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