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Ambiente

Caldo da bollino rosso, oggi si sfiorano i 40 gradi c’è anche Napoli tra le città con maggiore difficoltà climatica

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Anche la città di Napoli, oggi, è tra quelle in Italia (16 in tutto) in cui la temperatura sfiorerà i 40 gradi. Il bollettino del ministero della Salute contrassegna il capoluogo partenopeo col bollino rosso, ovvero da “condizioni di forte disagio bioclimatico e di emergenza (ondata di calore) con possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche”. Situazione critica dunque, che è addirittura peggiore nelle aree più interne della provincia e della regione più in generale.

Il problema – al di là del naturale disagio cui sono soggetti i napoletani – è serio, soprattutto alla luce di un’altra criticità, ovvero il fatto che gli ospedali della città sono già in difficoltà e difficilmente potranno reggere l’onda d’urto di ulteriori accessi ai pronto soccorso. Sovraffollate, le varie strutture ospedaliere stanno provando ad organizzarsi per rispondere ad un eventuale afflusso aggiuntivo di pazienti, ma non è semplice.

Secondo quanto spiegato dal direttore dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, è già stato attivato un protocollo che prevede l’utilizzo degli ambulatori a bassa intensità, ovvero postazioni assistenziali (non a pagamento) condotte dai medici di continuità assistenziale. Una soluzione, già avviata per l’ondata di calore lo scorso luglio, che secondo Verdoliva funziona.

La sofferenza dei pronto soccorso è però innegabile, soprattutto in provincia. Presso quello della clinica Villa dei Fiori di Acerra, ad esempio, si è verificata l’ennesima aggressione ai danni del personale infermieristico. Un paziente che voleva scavalcare la fila ha insultato gli addetti al triage, poi lanciato una sedia verso l’ingresso della sala visite per aprirla, infine si è scagliato contro un’infermiera e una guardia giurata. Sono intervenuti i carabinieri.

Attualità

Terremoto a Napoli, Eav sospende corse linee Cumana e Circumflegrea

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L’Ente Autonomo Volturno (Eav) sospende la circolazione lungo le linee Cumana e Circumflegrea a causa della scossa di magnitudo 4.0 registrata alle ore 13.46 nei Campi Flegrei.

Lo fa sapere la stessa azienda di trasporti che in una nota spiega che “per consentire le opportune verifiche tecniche all’infrastruttura ferroviaria ed agli impianti, Eav è obbligata a sospendere la circolazione ferroviaria” sulle due linee.

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Cronaca

Terremoto a Napoli poco fa, forte scossa avvertita in tutta la città

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Una forte scossa di terremoto, alle 13:46, è stata avvertita distintamente dai napoletani in diverse aree della città. I dati registrati dai sismografi sono ancora in fase di analisi da parte degli esperti dell’Osservatorio Vesuviano.
Secondo le prime stime disponibili sul sito dell’INGV, sarebbero stati quattro i sismi registrati tra le 13:44 e le 13:51, con un quinto a cinque minuti di distanza, ma i dati sulle magnitudo e gli epicentri non sono ancora disponibili.
L’Osservatorio Vesuviano dell’INGV aggiorna alle 14:01 la magniduto della scossa delle 13:46. Avrebbe raggiunto i 4 gradi sulla scala Richter, l’evento sismico rilevato dai sismografi dell’istituto. L’epicentro, secondo i dati resi noti, sarebbe stato localizzato in mare, a largo del golfo di Pozzuoli, in direzione Bacoli.

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Attualità

Campi Flegrei, il ministro Musumeci: “Cittadini incoscienti, negano il problema”

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Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, torna a parlare del fenomeno del bradisismo nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, e lo fa ai microfoni di LaPresse.

“Responsabilizzare i cittadini? Il tema serio è che la gente non percepisce il pericolo pur sapendo, e ormai lo si sa da millenni, che lì c’è un vulcano che non si vede ma c’è. Come per tutti i vulcani bisogna essere prudenti ed evitare, come è accaduto, che si costruisca a ridosso della caldera. Non c’è una responsabilità dei cittadini ma c’è una sorta di incoscienza, di minimizzazione del rischio”, ha detto a LaPresse il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare. “E chi doveva mettere in guardia dal rischio non lo ha fatto”.

“Quella zona negli Anni ’60 e ’70 – prosegue Musumeci – è stata oggetto di una certa speculazione edilizia. Bisognava costruire nuovi alloggi e quindi bisognava non parlare di rischi, evitando il tema. Le nostre esercitazioni da quando siamo al governo vengono disertate perché la gente del luogo dice di non parlare di bradisismo perché lì si vive di turismo. La preoccupazione per il dirottamento del flusso turistico è comprensibile ma io dico invece che bisogna parlarne e rendere compatibile la presenza di una popolazione vigile e attenta e la presenza di un flusso turistico che se ben orientato può anche trarre giovamento da quel territorio per soddisfare curiosità che oggi vengono soddisfatte solo dalla comunità scientifica o accademica. Il problema non si risolve negandolo ma parlandone e rendendo ognuno protagonista della propria autodifesa. Ognuno deve fare la propria parte”, ha aggiunto l’ex presidente della Regione Sicilia.

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