Cronaca
Omicidio-suicidio nel Varesotto: 84enne spara alla moglie e poi si suicida
Un vero e proprio dramma quello avvenuto a Cuasso al Monte, comune al confine con la Svizzera e l’Alto Varesotto, dove ieri si è consumato l’ennesimo femminicidio.
Secondo le prime informazioni, l’ex orafo Pierluigi Lachi, 84enne ormai in pensione, ha prima ferito la moglie con una pistola regolarmente detenuta, per poi suicidarsi. All’arrivo dei soccorsi lui era già morto, mentre la donna era ancora viva ma in condizioni disperate.
A quel punto, è stata trasportata d’urgenza presso l’ospedale di Circolo di Varese, dove è deceduta intorno alle 20 di ieri sera. Intanto, i carabinieri della Compagnia di Varese indagano per risalire all’esatta dinamica dell’accaduto e alle cause.
Ecco il commento del sindaco di Cuasso, Loredana Bonora:
“Qualunque sia stata la motivazione, una vicenda così non può essere accolta se non con la disperazione a cui mi unisco. Sono rimasta anch’io colpita. Come sapete Cuasso è una piccola comunità e viviamo forse con molta emotività, che supera anche i ruoli istituzionali”.
Un neonato, di un solo mese, è stato trovato senza vita dai genitori. La tragedia è avvenuta stamane, nel quartiere San Donato, in quel di Pescara. Il piccolo non rispondeva ad alcuna sollecitazione, al ché sono intervenuti i soccorsi che hanno provato a rianimarlo invano.
Sono in corso tutti gli accertamenti del caso da parte delle forze dell’ordine. Si tratterrebbe, con molta probabilità, della cosiddetta “morte in culla”.
Una soluzione pro tempore. I proprietari del Castello delle Cerimonie diventano inquilini del comune di Sant’Antonio Abate. Hanno accettato di pagare una somma per l’affitto della mega struttura confiscata con saloni per cerimonie da 500 ospiti e diventata famosa per “i matrimoni napoletani”.
(fonte: la Repubblica)
La ex moglie era scappata dai maltrattamenti, trasferendosi in Liguria. L’uomo è arrivato da Napoli fino a Genova per continuare a perseguitarla; avrebbe anche estorto 10mila euro ad un amico della donna.
Per questo, un venditore di cocco, di 53 anni, è stato condannato a sei anni e quattro mesi con rito abbreviato dal giudice Carla Pastorini.
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