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Violenza sulle donne. Grande mobilitazione regionale e nazionale per contrastare una proposta di modifica alla direttiva UE

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“Una grande mobilitazione regionale e nazionale per contrastare una proposta di modifica alla direttiva europea COM 2022/105, avanzata dalla Presidenza belga, che rappresenta un pericoloso arretramento nella lotta alla violenza sulle donne in quanto elimina l’articolo che definisce, e quindi sanziona, il reato di stupro come rapporto sessuale in assenza del consenso esplicito della donna”.

E’ la proposta lanciata dalla Presidente della VI Commissione consiliare permanente (Istruzione, Cultura, Ricerca scientifica, Politiche sociali), Bruna Fiola, che, stamani, ha tenuto un’iniziativa nella Sede del Consiglio Regionale della Campania con la partecipazione della Responsabile delle Politiche di Genere della Cgil Campania, Gaetanina Ricciardi, della Responsabile del Coordinamento Donne della Cisl Campania, Anna Letizia, della Responsabile del Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere della Uil Campania, Stefania Giunta, e delle rappresentanti regionali delle pari opportunità sindacali, aziendali, delle professioni, delle associazioni.

“La violenza sulle donne è un tema di scottante attualità e l’approvazione di norme che indeboliscano il principio per cui il sesso senza consenso è reato’ andrebbero ad indebolire l’intera battaglia che si sta conducendo per contrastarla e che vede la Campania in prima linea – ha sottolineato l’esponente del Pd -, in particolare, con la modifica della direttiva europea si andrebbero ad escludere le molestie  sessuali nel mondo del lavoro dalla fattispecie di reato e ad aggravare le forme di vittimizzazione secondaria delle donne vittime di violenza”.

Per questo, la Presidente Fiola ha annunciato la presentazione di un Ordine del Giorno che sottoporrà al Consiglio Regionale della Campania per la sua approvazione al fine di dare mandato alla Giunta “di intraprendere tutte le iniziative necessarie ed opportune per salvaguardare la normativa originaria e fermare pericolosi passi indietro nella lotta alla violenza sulle donne.

Anche le rappresentanti sindacali intervenute hanno espresso netta opposizione all’eliminazione delle norme su stupro e molestie sessuali nel mondo del lavoro dalla Direttiva europea, sollecitandone l’approvazione nella versione originaria.

“I Paesi che sostengono la modifica della direttiva comunitaria si rifanno ad una mentalità patriarcale ed arretrata che farebbe tornare indietro l’Europa ed il nostro Paese – ha sottolineato la Responsabile del Coordinamento Pari Opportunità e Politiche di Genere della Uil Campania, Stefania Giunta, per la quale “si tratta di un tema scottante sul quale occorre promuovere conoscenza e mobilitazione fin dal mondo scolastico”.

“Particolarmente in questo momento storico, che vede aumentare il numero delle violenze sulle donne, come accaduto, di recente, a Catania, occorre rafforzare ogni strumento disponibile per affermare il concetto per il quale, ogni qualvolta non c’è consenso esplicito al rapporto sessuale, esso costituisce stupro, e per contrastare fortemente le molestie sessuali nel mondo del lavoro”, ha aggiunto la Responsabile delle Politiche di Genere della Cgil Campania, Gaetanina Ricciardi.

“La proposta di modifica della direttiva europea indebolisce anche la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica – ha concluso la Responsabile del Coordinamento Donne della Cisl Campania, Anna Letizia- , per questo siamo pronte a forti iniziative di mobilitazione anche in vista dell’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna”.

Attualità

Stati Generali della Natalità, la ministra Roccella contestata da alcuni studenti. Meloni: “Sono molto dispiaciuta, solidarietà al ministro”

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La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata duramente contestata agli Stati Generali della Natalità, poiché una volta presa parola la platea ha iniziato ad esporre cartelli che formavano la scritta “Decido io”, con chiaro riferimento alle recenti dichiarazioni della ministra sull’aborto.

In particolare a contestare la Roccella è stato un gruppo di studenti, con la ministra che ha così risposto ai fischi e alle proteste provenienti dalla platea:

“Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Tuttavia la contestazione è proseguita e sulla questione è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, che ha così commentato mentre lasciava il Senato:

“Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta”.

Poi è stata la stessa Roccella a tornare sull’argomento con un post su Facebook:

“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”.

Poi, prosegue: “Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”.

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Paura nel reggiano, nube di cloro dalla piscina: i dettagli

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Attimi di paura questa mattina a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, dove una nube chimica di cloro ha invaso le piscine di un impianto privato, adiacente a molte scuole della cittadina, causando tosse e lacrimazione alle persone che l’hanno inalata.

In particolare 150 ragazzi sarebbero rimasti intossicati, e sono stati in parte ricoverati al Pronto Soccorso di Guastalla e altri in ospedali di Reggio Emilia e Montecchio. La nube si sarebbe originata da un incidente durante i lavori di manutenzione ai depuratori degli impianti.

Secondo le prime informazioni, un dipendente di una ditta di materie chimiche avrebbe portato acido solforico, una sostanza largamente usata in molte piscine dotate di regolazione automatica per abbassare il Ph dell’acqua, per lo stoccaggio. Tuttavia si pensa che l’acido sia venuto a contatto con un’altra sostanza, innescando la reazione chimica e la nube che ha investito in pieno il tecnico al lavoro, che figura tra gli intossicati, nessuno dei quali in pericolo di vita.

Pertanto la sindaca Camilla Verona ha così dichiarato:

“La situazione sta ora lentamente rientrando, coi ragazzi che stanno cominciando a tornare in classe. Una condizione molto favorevole alla tempestività dell’intervento”.

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Stadio San Siro, il Tar conferma il vincolo culturale. Il sindaco Sala: “Proveremo a convincere Inter e Milan a rinnovarlo”

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In occasione della presentazione del servizio di Faceboarding all’aeroporto di Linate, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha parlato della presenza di un vincolo culturale sullo stadio San Siro confermato dal Tar. Ecco le sue dichiarazioni in merito:

“La nostra via di provare a rigenerare San Siro è l’unica possibile. Anche la sentenza di oggi è un passo in più per dire che San Siro non è abbattibile, quindi ci sono due alternative: o riusciamo a convincere le squadre a rigenerare San Siro ed è una vittoria per la città oppure, se ciò non avverrà, San Siro rischia di trasformarsi in qualcosa che perde un po’ del suo ruolo”.

Poi, ha aggiunto: “Anche per Linate abbiamo in alcuni momenti immaginato un futuro buio, San Siro è passato attraverso settimane e mesi difficili, però possiamo sperare che attraverso questo lavoro realizzato da WeBuild ci possa essere l’opportunità per dargli una seconda vita”.

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