Intervisto con grande piacere Mirella Armiero, scrittrice e direttrice delle pagine culturali del Corriere del Mezzogiorno, a proposito del suo ultimo libro Un pensiero ribelle: Maria Bakunin, la Signora di Napoli, edito da Solferino editori.
Un vero romanzo storico, che dona un memorabile ritratto di Maria Bakunin, figlia del celebre filosofo anarchico russo Michail, prima donna a laurearsi in chimica e ad ottenere una cattedra universitaria da docente ordinaria. Brillante e determinata, rigorosa ed instancabile accademica, cosmopolita, contribuì alla storia della scienza e dell’emancipazione femminile, tutelando le ragazze – durante il ventennio fascista -nel negato diritto allo studio.
- Intanto GRAZIE per aver ridato appassionante attualità a Maria Bakunin, a Napoli chiamata La Signora. Com’è nata l’idea di “tornare” a questa donna, viva e fiera artefice del progresso del suo tempo?
“L’idea mi è stata suggerita da Goffredo Fofi che è appassionato conoscitore del pensiero anarchico. E si è rafforzata attraverso la mia frequentazione con il lavoro di Fabrizia Ramondino, la grande scrittrice scomparsa nel 2008, che è stata co-sceneggiatrice di Mario Martone in Morte di un matematico napoletano, storia di Renato Caccioppoli, che di Maria era il nipote. In sostanza volevo raccontare un altro volto di Napoli, quello del rigore e della scienza, che viene sommerso da folklore e luoghi comuni dell’eterno paese del sole.”
- Parlare di Maria Bakunin equivale a tessere un autentico elogio del “pensiero ribelle”. Pensa che oggi ci sia una sufficiente ribellione culturale ed antropologica?
“Siamo nel mondo dell’omologazione, penso che per la ribellione non ci sia proprio più spazio. Nemmeno nelle nuove generazioni tendiamo a trasformare i ragazzi in semplici consumatori, senza alcun pensiero critico. Fatte salve, naturalmente, le eccezioni.”
- Riflettendo sul coraggio e sull’anticonformismo di Maria, le chiedo e mi chiedo: dopo tanta strada fatta, lotte, rivendicazioni, emancipazioni, quanto dovranno soffrire ancore le donne?
“Il cammino per un cambiamento radicale di mentalità è ancora lungo. Maria veniva paragonata a un uomo proprio perché era brava e determinata. Oggi naturalmente lo studio di ogni disciplina è accessibile alle donne, le leggi tutelano la parità, ma l’effettivo processo di parificazione non è ancora concluso, ripeto soprattutto nelle pieghe di una mentalità diffusa e spesso retrograda.”
- La nostra epoca è irrimediabilmente devastata da un numero esponenziale di drammatici femminicidi. Dov’è andato a finire l’anelito alla libertà di straordinarie figure femminili come quella di Maria?
“Proprio per questo, riscoprire certe figure può servire da esempio. Se pensiamo che Maria viaggiò in tutto il mondo, non si perse mai d’animo, difese la memoria del padre, cercò di salvare la biblioteca dell’università dal fuoco dei nazisti, è incredibile pensare che sia stata una donna nata nel 1873. La sua modernità è un esempio ancora valido e vibrante.”
di Monica Cartia