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Dramma nel Casertano. Muore carbonizzato: ecco le cause

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Ieri sera è divampato un incendio nelle baracche dei campi tra Lusciano e Parete, in provincia di Caserta: nel rogo ha perso la vita un povero senzatetto nonostante fossero intervenuti più o meno tempestivamente i vigili del fuoco.

Secondo le prime ricostruzioni il corpo ritrovato tra le fiamme appartiene ad un immigrato, un bracciante agricolo, anche se non è stato possibile risalire né all’età né al sesso, così com’è da chiarire la natura dell’incendio. Ad andare in fiamme è stata una struttura in legno e lamiera costruita in aperta campagna, tra fondi coltivati e vigneti. Dai primi accertamenti la natura dell’incendio sarebbe accidentale, forse causata da una fuga di gas dalla bombola che la vittima utilizzava per alimentare un fornello e per riscaldarsi; infatti il corpo della vittima è stato ritrovato tra le lamiere annerite e ammassate, ormai carbonizzato, come se non avesse provato nemmeno a scappare.

A tal proposito si è espresso così il sindaco di Lusciano: “Non è dignitoso morire così”.

“Abbiamo accertato che il terreno è gestito da un affittuario di Lusciano, che ora dovrà chiarire la sua posizione con i carabinieri. È probabile che la vittima fosse un bracciante, anche perché è stata trovata una bici bruciata”. 

Incalza Giovanna Basile, segretario della Flai-Cgil Campania e Napoli: “si tratta dell’ennesima vittima invisibile della mancata politica di accoglienza nel nostro Paese”

 

 

 

 

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Malasanità, morto di epatite C dopo trasfusione: la situazione

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L’ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico, a favore degli eredi di una vittima di malasanità.

Stando alle prime informazioni, il paziente durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto un’emotrasfusione che gli ha fatto contrarre il virus HCV, che si è poi evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Infatti nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa 20 anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso. Pertanto dopo una lunga battaglia legale ingaggiata dal danneggiato e dai suoi eredi, è stato riconosciuto il risarcimento di oltre un milione di euro.

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Giugliano, denunciato per aver usufruito dell’auto del padre morto per falsi ricorsi: i dettagli

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Maxi operazione della Polizia locale di Giugliano, che ha denunciato per falso e sostituzione di persona un cittadino del posto, in quanto firmava ricorsi alle contravvenzioni degli agenti per conto del padre deceduto.

In particolare è emerso che l’uomo usufruiva non solo dell’auto del defunto, ma presentava anche ricorsi ai verbali con firme false. Inoltre gli è stata ritirata anche la carta di circolazione e inviata alla Prefettura.

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Mafia, la Polizia diffonde un nuovo identikit di Giovanni Motisi: è il latitante più pericoloso d’Italia

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa Nostra.

In particolare, sfruttando le professionalità e le tecnologie del servizio di Polizia scientifica della Polizia, sono state attualizzate le immagini del latitante risalenti agli anni ’80 ed alla fine dei ’90, con la tecnica della ‘age progression’, grazie alla quale si è riusciti a costruire un prototipo con alcune variazioni degli attuali connotati del viso di Motisi.

L’uomo è nascosto dal 1998 ed è inserito nella lista dei latitanti di ‘massima pericolosità’ del ‘programma speciale di ricerca’ del Ministero dell’Interno.

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