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Vaccini docenti: le verità sulla campagna vaccinale del personale scolastico

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I docenti, come si sa, sono obbligati ad assumersi delle responsabilità e per molti forse la stessa vaccinazione è stata presa come una responsabilità verso se stessi, verso i colleghi, verso i propri alunni e verso i propri cari.

Tra lunghe file, paure e speranze, quali sono le verità sulla famosa campagna vaccinale di cui tanto si parla?

Tra timori e dubbi i docenti hanno compilato il format sul sito regionale, con tanto di allegato in cui inserire, oltre ai propri dati anche le eventuali patologie, ma cosa avranno risposto al quesito “Soffre di allergie a componenti del vaccino?”.

Per fortuna, tra le risposte da selezionare c’era un “Non lo so”. Si può chiedere a qualcuno di rispondere, tra le tante paure e soprattutto tra le infinite incertezze, ad un quesito del genere?

Dopo le varie compilazioni (forse anche abbastanza inutili e dovute a semplici formalità), tutti sono rimasti in attesa del messaggio che avrebbe potuto cambiare tutto: la data del vaccino.

Dopo due, tre o quattro giorni arriva l’sms con la convocazione, che nella lunga fila esterna, almeno alla Mostra d’Oltremare, sembra quasi un pass, solo che non c’è nessun party a cui accedere all’interno, solo colleghi in fila tra ansia e trepidazione.

Finalmente arriva il giorno tanto atteso, quello in cui ci si reca al punto di riferimento per fare il vaccino. C’è chi spera ancora che a lui possa essere destinata una dose “Pfizer”, d’altronde ha dovuto scaricare anche l’informativa di quest’ultimo così come di “Moderna” ma la verità è che al personale docente è stato destinato “AstaZeneca”.

Nessuna critica, per carità. Considerando che si tratta di un “privilegio”. Ma perché mai ad una delle categorie più a rischio, maggiormente a contatto con le persone e che lavora in uno dei luoghi considerati tra i più esposti, se non il più esposto al virus, è stato fatto un vaccino la cui efficacia, dopo due dosi, è solo al 59,9%? E per persone con comorbosità e problemi immunitari addirittura inferiore?

Nonostante i dubbi e nonostante si è consapevoli che il vaccino (una volta effettuata la seconda dose) avrà un’efficacia inferiore al 60% ci si reca al luogo indicato.

I dubbi continuano mentre si è in fila e c’è qualcuno che addirittura lamenta di essere lì già da troppo tempo. La verità è che i tempi d’attesa, almeno alla Mostra d’Oltremare, non sono poi così lunghi come si crede.

L’unica fregatura è che in preda all’ansia si debbano fare almeno quattro file, una esterna, una pre-interna, una interna e una finale prima dei box.

La fila esterna è quella per il riconoscimento e al termine della quale si mostrerà l’sms-pass e il codice fiscale. Il personale doterà il docente di un numero il cui scopo è alquanto ignoto, si proseguirà poi lungo la seconda fila, compilando un modulo (che si poteva compilare anche online) tra improbabili distanze di sicurezza e poggiati su tavoli e su sedie sicuramente non igienizzati abbastanza.

Si arriverà poi ad una stanza interna, l’accettazione. Ma che senso ha se l’identificazione è stata già fatta all’ingresso? Dopo di che si andrà tutti a convergere in un’ulteriore fila prima della fila finale.

Solo qui, su tappeti verdi, grazie a dei segni con delle impronte, il distanziamento è realmente rispettato ma ormai forse, è troppo tardi.

Comunque sia si è giunti a un passo dal vaccino e non si può più tornare indietro. Si viene smistati in un box qualsiasi, una punturina e il gioco è fatto.

E i dubbi? Le domande? Le eventuali patologie di cui discutere? Non c’è tempo viste le migliaia di persone da sottoporre al vaccino e poi “l’importante è iniziare”.

Si va poi nell’ultima stanza, quella dei minuti d’attesa dopo il vaccino. Ma è veramente finita?

In realtà non proprio, forse il peggio viene dopo. Quando si torna a casa e più che di sintomi “comuni” si dovrebbe parlare di effetti collaterali “normali”: 9 docenti su 10 finiscono k.o. con febbre, mal di testa e dolori vari.

Tra tachipirine e antinfiammatori sono ancora confusi e si chiedono se ne valga la pena. Forse ora nessuno di loro è in grado di dare una risposta, una famosa canzone dice “lo scopriremo solo vivendo” e anche loro scopriranno solo in futuro se quest’ulteriore prova di “coraggio” servirà a rendere il mondo un posto migliore.

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Real Forio, c’è anche l’ufficialità, straordinario lavoro per il tecnico nell’ultima stagione

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Angelo Iervolino resta alla corte del Real Forio, c’è anche l’ufficialità per quanto concerne la permanenza del mister in panchina. Il club biancoverde, in fase di programmazione, ha deciso di continuare con il tecnico, protagonista della cavalcata salvezza nella stagione andata in archivio. Dopo aver ereditato la scottante eredità di Monti, l’ex Ischia ha accettato il passaggio all’altra realtà dell’isola e l’ha trascinata all’obiettivo diretto, scongiurando il rischio dei playout. La conferma di Iervolino, come annunciato dal club, rappresenta la ferma volontà della società di procedere nella direzione della continuità, naturale conseguenza dello straordinario lavoro svolto insieme al suo staff. Nonostante le difficoltà relative alla classifica e ai costanti infortuni, il trainer è riuscito a condurre la squadra verso il traguardo.

A rendere ancora più speciale e avvincente lo scorso campionato, i 40 punti totalizzati dal Forio: record nella storia della compagine biancoverde, mai arrivata a tale cifra. Gioco propositivo e divertente quale marchio di fabbrica, identità tattica chiara, capacità di sopperire alle assenze soprattutto in difesa e notevoli doti umane, Iervolino si è guadagnato meritatamente la panchina isolana per la prossima annata: sarà un punto di riferimento per la costruzione dell’organico futuro. Tra qualche giorno sarà resa nota la composizione dello staff che collaborerà con l’allenatore.

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Svolta in Inghilterra, arriva il Reddito di Cittadinanza da 1850 euro senza obbligo di cercare lavoro

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Siamo in Inghilterra, dove il Think Tank Autonomy intende portare avanti un test, per dimostrare gli effetti dell’introduzione di un reddito di base universale nella lotta alla povertà.

In particolare, per due anni, trenta cittadini riceveranno 1850 euro al mese senza dover lavorare. Tuttavia, per il Regno Unito non è una novità assoluta: infatti, già in Galles è stato attuato un finanziamento statale, nel quale circa 500 giovani a forte rischio di esclusione sociale, stanno ricevendo dallo scorso luglio un assegno dello stesso valore.

Inoltre, il progetto gallese non intende fermarsi ai care leaver: infatti, una volta valutati i risultati, il governo potrebbe estendere il Reddito di Cittadinanza ad altri soggetti deboli della società. Ecco le parole del ministro della Giustizia sociale Jane Hutt:

“Siamo nel bel mezzo di una crisi del costo della vita come nessun’altra, e abbiamo quindi bisogno di nuovi modi per sostenere le persone più bisognose. Valuteremo attentamente le lezioni apprese dal progetto pilota. Esamineremo se il reddito di base è un modo efficiente per sostenere i più vulnerabili della società, e se va a vantaggio non solo dell’individuo, ma anche della società in generale”.

Pertanto, il progetto inglese verte sulle stesse modalità, anche se a differenza di quello gallese non si rivolge ai soli giovani usciti dalle comunità per minori: i 30 partecipanti saranno scelti a caso tra chi presenterà domanda, e riceveranno un assegno mensile senza alcuna condizione, se non rispondere alle domande dei ricercatori durante il periodo di test.

A tal proposito, il direttore della ricerca presso Autonomy, Will Stronge, ha così dichiarato:

“La nostra società richiederà una qualche forma di reddito di base nei prossimi anni, tra cambiamento climatico, salto tecnologico, e transizione industriale. L’assegno da 1.850 euro al mese è senza dubbio una cifra considerevole. Il reddito di base universale di solito copre i bisogni fondamentali delle persone, ma vogliamo vedere quale effetto ha questa somma forfettaria incondizionata sulla salute mentale e fisica delle persone, indipendentemente dal fatto che scelgano di lavorare o meno”.

Poi, aggiunge: “Tutte le prove fin qui verificate, dimostrano che misure di questo tipo alleviano direttamente la povertà e aumentano il benessere di milioni di persone: i potenziali benefici sono semplicemente troppo grandi per essere ignorati”.

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San Giorgio a Cremano, giovane sorpreso con hashish e contanti: arrestato

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Gli agenti del Commissariato di San Giorgio a Cremano, nel transitare in via Sant’Anna, hanno notato due persone a bordo di uno scooter che, alla loro vista, sono scappate per eludere il controllo.

A quel punto, ne è nato un breve inseguimento, nel quale i poliziotti sono riusciti a raggiungere e fermare i fuggitivi, il cui conducente è stato trovato in possesso di un panetto di hashish del peso di circa 100 grammi, di due bustine contenenti circa 4 grammi della stessa sostanza e di 385 euro.

Pertanto, egli è stato identificato in un ventenne di San Giorgio a Cremano con precedenti di Polizia, arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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