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Sfidano il deserto con la speranza di una nuova vita: quattro bimbi muoiono di sete

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Sempre più tragica la situazione dell’immigrazione: in Tunisia quattro bambini sono morti di sete attraversando il deserto, con la speranza di un futuro migliore.

Ennesimo dramma dell’immigrazione in Africa dove 2 donne e 4 bimbi sono morti in maniera orribile, di sete e caldo, mentre tentavano di attraversare il deserto per arrivare in Tunisia e imbarcarsi verso la ricca Europa.

Un dramma della disperazione di chi è costretto a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore e sfida anche il deserto in un clima torrido come quello di questa estate dove anche in Tunisia si sono raggiunte temperare record che non si vedevano da decenni.

Le unità di sicurezza del governatorato di Tozeur, nel sud della Tunisia, hanno trovato i resti dei 4 bimbi e delle donne nel deserto del comune di Hazoua, vicino alla frontiera con l’Algeria. Lo ha confermato il governatore della provincia di Tozeur, Ayman al Bejaoui, secondo quanto riferisce l’emittente radiofonica tunisina “Mosaique Fm”.

Secondo il governatore locale, i migranti, tutti di origine subsahariana che probabilmente cercavano di arrivare lungo le coste nordafricane per imbarcarsi, sono morti a causa dell’alta temperatura e della sete dopo essere rimasti senza più scorte di acqua.

Nelle stesse ore del ritrovamento dei cadaveri un nuovo naufragio di migranti nelle acque tunisine del Mediterraneo è stato segnalato dalla Guardia costiera di Tunisi che ha recuperato tra lunedì 9 e martedì 10 agosto i corpi di 29 persone annegate al largo delle coste situate tra le città di Mahdia e di Sfax, nel tentativo di emigrare verso le coste italiane.

Secondo le autorità tunisine, tra le vittime vi sarebbero anche dei cittadini tunisini. Secondo il portale web dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim), oltre mille persone sono morte nella rotta del Mediterraneo centrale dall’inizio del 2021.

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Sant’Antimo, assolti i tre assalitori di Gaetano Barbuto: “Mi hanno amputato le gambe una seconda volta”

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Era il 20 settembre 2020, quando il 21enne Gaetano Barbuto Ferraiuolo venne ferito da alcuni colpi di pistola alle gambe nella sua Sant’Antimo. Da allora, la sua vita è cambiata radicalmente, poiché la gravità delle ferite riportate rese necessaria l’amputazione di entrambi gli arti inferiori.

Tuttavia, i suoi carnefici sono stati assolti al processo “per non aver commesso il fatto”, almeno secondo quanto ha deciso il giudice riunitosi in camera di Consiglio. Pertanto, la reazione della giovane vittima è stata un misto di rabbia e rassegnazione, che si compendia in queste parole:

“Mi hanno amputato le gambe una seconda volta, alla fine nessuno pagherà per quello che ho subito. Non ci sono colpevoli. Sono sconvolto. Sono molto deluso, scoraggiato e anche impaurito, perché nonostante io abbia testimoniato contro i miei tre assalitori, questi da domani mattina sono uomini liberi, capaci di fare tutto”.

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Rinvenute armi e munizioni nelle campagne del Casertano: i dettagli

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Clamorosa svolta nelle indagini riguardanti la banda armata che sta terrorizzando decine di famiglie tra Marcianise, Santa Maria Capua Vetere e Capua, nel Casertano, che ora potrebbe davvero volgere al termine.

In particolare, nelle scorse ore, gli agenti del Commissariato di Marcianise hanno rinvenuto una cassaforte con tre fucili e 100 cartucce nelle campagne tra Sant’Angelo in Formis e San Prisco. Inoltre, all’interno del forziere, vi era anche una pistola calibro 7.65 non ritrovata.

Stando alle prime informazioni, i malviventi hanno prelevato solo il revolver abbandonando l’intera refurtiva nelle campagne. Tuttavia, il sospetto fondato è che ad agire sia stata la banda protagonista di furti e rapine ai danni di professionisti nella zona di Marcianise.

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Italia-Inghilterra, delegazione azzurra fa visita ai bambini dell’ospedale Santobono

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C’è grande attesa a Napoli per il match in programma questa sera allo stadio Maradona tra Italia e Inghilterra, valido per le qualificazioni agli Europei tedeschi del 2024.

Tuttavia, a distogliere l’attenzione dalla partita, ci ha pensato la visita di una delegazione della Nazionale nei reparti di neurochirurgia, neurologia, neuropsichiatria e neurooncologia dell’ospedale Pediatrico Santobono-Pausillipon.

In particolare, erano presenti il presidente federale Gabriele Gravina e il segretario generale della Figc Marco Brunelli, ricevuti dal presidente della Fondazione Santobono-Pausillipon Anna Maria Ziccardi e da Flavia Matrisciano, direttore dell’omonima Fondazione.

Ecco le dichiarazioni rilasciate dal presidente Gravina all’arrivo in ospedale:

“La Nazionale Azzurra rappresenta un simbolo positivo del nostro Paese, non solo dal punto di vista sportivo ma soprattutto sotto il profilo valoriale e sociale. Per questo, la Federazione ha organizzato anche a Napoli una visita degli Azzurri ai bambini ricoverati. Vogliamo portare un sorriso e un po’ di vicinanza, consci di ricevere molto di più in umanità, determinazione e coraggio”.

Inoltre, erano presenti anche: Acerbi, Bonucci, Di Lorenzo, Donnarumma, Gnonto, Pessina e Politano, i quali hanno consegnato palloni e gadget della Nazionale e si sono intrattenuti con i piccoli pazienti.

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