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Santa Maria Capua Vetere

Incendio a Santa Maria Capua Vetere, sfollate 30 famiglie

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Trenta famiglie sono state sfollate nel pomeriggio di ieri, a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, a causa di un incendio che si è sviluppato all’interno di un immobile di proprietà Acer (ex IACP) in via Giotto.

L’intervento dei Vigili del Fuoco è stato immediato e sono riusciti a domare le fiamme, tuttavia nel frattempo è venuta meno l’abitabilità di circa 30 appartamenti presenti nell’immobile in questione.

Sul posto il Sindaco Mirra, con personale di Polizia Municipale e del settore Servizi Sociali, per avviare immediatamente un’organizzazione volta ad individuare tutte le esigenze dei nuclei familiari costretti a lasciare le abitazioni. La macchina amministrativa è pienamente operativa per individuare, anche con il sostegno della Prefettura, le soluzioni abitative provvisorie al fine di fronteggiare il periodo necessario affinché Acer effettui i lavori nell’immobile, e in particolare nell’impianto elettrico dal quale presumibilmente è scaturito l’incendio, finalizzati al ripristino della abitabilità dello stesso.

Cronaca

Clan dei Casalesi, sequestro da 2,7 milioni di euro per l’imprenditore Adolfo Greco

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I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno sequestrato denaro per 2,7 milioni di euro all’imprenditore Adolfo Greco, sotto processo a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, in particolare con il clan dei Casalesi.

Secondo la Dda di Napoli (procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta) Greco avrebbe fornito un concreto contributo alla fazione Zagaria della federazione mafiosa casalese: in particolare avrebbe indotto l’amministrazione di una società lattiero-caseario a revocare la concessione per la distribuzione in esclusiva dei propri prodotti nella provincia di Caserta ad un’impresa riconducibile al clan dei Casalesi (già confiscata in sede di prevenzione) e nel farla riassegnare a una società, appositamente costituita, riconducibile allo stesso clan.

Greco aveva subìto il sequestro di 2,7 milioni di euro in contanti trovati in una intercapedine della sua abitazione. L’imprenditore si giustificò dicendo agli inquirenti che erano soldi frutto di risparmi, accumulati negli anni, dell’evasione fiscale.
Gli accertamenti dei finanzieri però hanno fatto emergere una sproporzione tra quella predetta somma, ritenuta il frutto di attività illecite, e i redditi dichiarati da Greco e dal suo nucleo familiare tra il 2003 e il 2017.

La circostanza ha indotto la procura di Napoli a chiedere e ottenere dal tribunale (Sezione Misure di Prevenzione) il sequestro dell’intero importo già sottoposto a vincolo nel corso nel processo penale.

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Cronaca

Truffa aggravata nel Casertano, imprenditore intasca oltre 65mila euro per tumulazioni mai pagate

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Un imprenditore 47enne, responsabile della gestione dei servizi cimiteriali per il Comune del Casertano di Santa Maria a Vico, dal 2020 al 2022, è stato arrestato con l’accusa di truffa aggravata.
Secondo gli inquirenti, l’uomo si sarebbe fatto consegnare in contanti i pagamenti per le tumulazioni e altri servizi cimiteriali, promettendo di versarli al Comune tramite bollettini postali, una bugia: i soldi in realtà finivano nelle tasche dell’imprenditore.

E’ da quasi un anno che l’indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai carabinieri di Maddaloni e Santa Maria a Vico, va avanti, dopo che il Comune aveva segnalato ammanchi nei fondi destinati ai servizi cimiteriali.
Secondo le ricostruzioni, l’imprenditore rilasciava ai cittadini bollettini postali contraffatti, facendo credere loro che i pagamenti erano stati regolarmente effettuati.

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per l’uomo, oltre al sequestro preventivo della somma illecitamente ottenuta, pari a 66.088,50 euro. Nell’ambito della stessa inchiesta, è indagata anche la sorella dell’imprenditore.

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Cronaca

Carcere di Santa Maria Capua Vetere, arrestato operatore sorpreso a portare smartphone ai detenuti

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Arrestato un operatore socio sanitario del carcere di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito di un’operazione congiunta della Procura della Repubblica d’intesa con la Direzione e la Polizia penitenziaria del carcere del Casertano.

L’uomo, in servizio nella struttura carceraria, è stato sorpreso nel momento in cui introduceva nel penitenziario 40 cavetti usb, tre spine carica batteria completi di cavi usb, 7 auricolari, 4 smartphone, un micro smartphone e due scede sim card, il tutto nascosto nei propri vestiti.

Vi è stata anche una perquisizione domiciliare a casa dell’operatore socio sanitario nel corso della quale sono stati trovati 1.200 euro, un micro cellulare, 12 smartphone, 10 spine caricabatteria, 12 cavetti usb, un bilancino di precisione.

L’operazione è arrivata nel corso dell’attività finalizzata alla repressione della cessione di stupefacenti e all’ingresso di strumenti di comunicazione in carcere e che ha portato al sequestro di un panetto di hashish pari a 98 grammi circa, 39 micro cellulari, 6 smartphone, un telefono, 5 spine carica batteria completi di cavi usb e due schede sim card.

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