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Cultura e spettacolo

80 anni di Dalla e Battisti, gemelli diversi della musica

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Era il 1943 quando a distanza di poche ore tra loro, nascevano due tra i più grandi cantanti e artisti italiani della storia. Quest’anno, sia Lucio Dalla (4 marzo 1943) che Lucio Battisti (5 marzo 1943), avrebbero compiuto 80 anni.

In particolare, Dalla raccontò in un’intervista che, dopo essersi incontrati in un ristorante nel 1984, lui nel pieno della sua carriera e Battisti già ritirato a vita privata, parlarono di un eventuale album da fare insieme:

“Lui ascoltava senza darmi importanza. Poi finì di mangiare, si pulì la bocca e disse che non si poteva fare, che si sentiva molto cambiato e che si stava muovendo in tutt’altra ricerca musicale”.

Pertanto, da queste poche righe si evince l’enorme differenza tra i due artisti, accomunati sì dall’età e dal nome, ma profondamente diversi l’uno dall’altro. Infatti, Dalla era un entertainer dell’esistenza, che viveva in pubblico e con una schiera di amicizie che andavano dal barbone ai più potenti della terra, mosso da un’insaziabile curiosità e benvoluto da tutti.

Battisti invece era un recluso volontario, che aveva passato buona parte della vita a litigare con la stampa, e che sperimentò un genere sempre più lontano dai successi con Mogol ma più vicino ad una sorta di elettronica dilatata. Decise poi di ritirarsi dalle scene nel 1979, dopo che qualche anno prima aveva duettato con Mina in uno storico e suo ultimo concerto.

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Rainer Maria Rilke autore dai tanti versi sulla Capri D’Inverno

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Mancò poco che non si incontrassero a Capri, Rilke e Lenin. Lui, Rilke, il più grande poeta tedesco del Novecento, nato a Praga come Kafka, perennemente inquieto, era tornato sull’isola azzurra il 28 febbraio 1908 per ripartirne il 15 aprile 1908, mentre Lenin vi sbarcò una settimana dopo, il 23. Sull’isola, nell’attuale Villa Krupp, dimorava Maksim Gorkij che ospitò Lenin, a cui Lorenzo Beccati scrisse un intrigante romanzo, Il pescatore di Lenin (Oligo editore) tra fantasia e storia. Il poeta rimase sull’isola tra 1906 e 1908, dove incontrò Gorkij, ma non si intesero. Da lì iniziò a scrivere versi, ispirandosi al quadro di Santa Maria a Cetrell

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Calcio

Lo Scudetto del Napoli occasione per parlare di cultura, lo scrittore Amedeo Colella presenta il suo libro

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Lo Scudetto del Napoli diventa l’occasione per parlare non solo di calcio, ma anche di cultura popolare e di tradizioni partenopee. È con questo spirito che il Comitato Azzurro, nato a Pompei per festeggiare la vittoria del Napoli in Serie A, promuove la presentazione del libro di Amedeo Colella dal titolo “Napoli 365. Tutte le cose da fare a Napoli ogni giorno dell’anno. Un libro per chi non ha un cacchio da fare…”. L’evento è in programma mercoledì 24 maggio 2023 alle ore 18 presso la storica libreria Gianburrasca a Pompei, in via Lepanto 74. Sarà presente l’autore.

Quello realizzato di concerto con la libreria Gianburrasca è il primo evento promosso dal Comitato Azzurro (presieduto da Domenico Todisco), costituitosi a Pompei lo scorso marzo con l’obiettivo di coordinare i commercianti di Via Lepanto nei festeggiamenti per lo Scudetto del Napoli, con addobbi biancazzurri e gigantografie del calciatori, ma anche con eventi culturali, come appunto la presentazione del libro di Colella. In questo volume, lo scrittore e “napoletanista” presenta tutte le cose che ci sono da fare e da vedere a Napoli ogni giorno dell’anno. Un viaggio tra le passeggiate da compiere, i luoghi da visitare e le cose da studiare, ma nel libro ci sono anche le risposte a tante curiosità sul capoluogo campano.

Ad esempio: perché il 10 maggio è una data centrale nella storia di Napoli? In che giorno divampano i fucarazzi di Sant’Antonio Abate? Quando nacque la Repubblica Napoletana di Eleonora Pimentel Fonseca? E ancora: Cosa fare a Napoli per lo struscio del giovedì santo? Quando morì Totò e quanti funerali ebbe? E cosa accade il 16 dicembre? Tutti i martedì a Napoli avviene un miracolo… dove? Illustri le prefazioni del libro, firmate da Maurizio De Giovanni (scrittore), Paolo Giulierini (direttore del Museo Archeologico), Paola De Crescenzo (figlia di Luciano De Crescenzo).

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Inno del Napoli per lo scudetto, in mille per registrare i cori

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È stata una festa e non poteva essere altrimenti, l’iniziativa voluta al Teatro Augusteo di Napoli da Claudio Mattone. Il famoso musicista partenopeo, autore e compositore di tante canzoni di successo, ha infatti invitato i tifosi a registrare tutti insieme il coro della sua nuova canzone per celebrare gli azzurri, freschi vincitori del titolo. E infatti ieri sera, al teatro del centro cittadino, si sono presentati addirittura in più di mille, con tanto di sciarpe e magliette del Napoli campione d’Italia. La canzone è cantata da Sal Da Vinci e si chiama “Napule mia”. I presenti l’hanno sentita subito loro, e già dalla prima prova hanno mostrato di essere in grado di soddisfare il maestro.

Presente naturalmente anche la famiglia di “Scugnizzi”, il notissimo musical – anni e anni di repliche – scritto proprio da Mattone: diversi componenti delle varie compagnie che lo hanno messo in scena hanno salutato il maestro e cantato la loro passione azzurra. Claudio Mattone, tifosissimo azzurro, ha spiegato che si è trattato non soltanto di un esperimento e di un omaggio alla vittoria del Napoli, ma anche di un modo per salutare amici che non vedeva da tempo.

Mattone ha spiegato: “Lo sa come chiudo la canzone Napule Mia? ‘Tengo una malattia che nun si sana. Io so’ napulitano…Io so’ napulitano’. Ecco, questa è la mia malattia. È una malattia naturalmente piacevole, gioiosa, sono felice di averla. Il mio massimo interesse è per Napoli e i napoletani”. Ha scritto la canzone di getto, sull’onda dell’emozione tricolore. “Sono al settimo cielo per questo scudetto – ci ha spiegato ancora – Me lo sto godendo proprio tutto, poi non fa niente che ogni tanto ci sta qualche piccola incertezza, qualche partita che non va come dovrebbe andare, pazienza. I ragazzi saranno pure sfiniti, hanno fatto fino adesso un campionato pazzesco. Veramente degno di applausi”.

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