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Politica

Forza Italia, si va verso la nomina di Tajani come reggente del partito

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La morte di Silvio Berlusconi ha lasciato un vuoto di potere nello schieramento di Forza Italia, di cui Antonio Tajani è divenuto presidente protempore almeno fino alle Europee.

Infatti, tale ipotesi prende sempre più quota all’interno del partito, e l’imminente conferenza stampa convocata per oggi alle 12 servirà a illustrare il percorso formale, in parte aderente alle procedure indicate dallo statuto.

In particolare, come spiegano fonti qualificate di FI, la scelta di promuovere al vertice il vicepremier “non è contestabile”, in quanto è il più alto in grado nominato da Berlusconi, e in questo momento serve “continuità”.

Tuttavia, sui tempi della nomina ancora non si hanno ancora informazioni precise, ma dovrebbero essere brevi. Pertanto, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha così commentato a Sky Tg24:

“Unire i partiti FdI e Fi non è all’ordine del giorno, e potrebbe non essere nella realtà italiana un dato positivo, non sono mai andate bene le fusioni, né quella socialista, né quella del Pdl e nemmeno alcune in area di sinistra”.

Intanto più che alla Camera, dove il centrodestra ha 237 deputati su 400, è il Senato che crea qualche potenziale timore: infatti, senza Berlusconi la maggioranza è a 115 su 200, mentre al collegio Monza-Brianza della Lombardia, dovrebbe essere assegnato entro il 29 ottobre con il sistema maggioritario. E qui si fanno largo varie ipotesi, tra cui quella più accreditata porta al nome di Andrea Mandelli, farmacista brianzolo nonché ex deputato e senatore.

Inoltre, pare che sia in atto un pressing affinché l’eredità del Cavaliere vada ad uno dei suoi figli, il più giovane Luigi per la precisione, anche se queste voci sono state seccamente smentite sia dal partito che dalla famiglia.

Caivano

Comune di Caivano, l’applicazione delle misure di prevenzione rischio incendi boschivi

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Venerdì 13 giugno, il Comune di Caivano ha emanato un’ordinanza commissariale riguardante l’applicazione delle misure di prevenzione rischio incendi boschivi in vista del periodo di massima pericolosità. Un annoso problema caivanese al quale si riesce a far fronte grazie alla solerzia del Responsabile del settore Ambiente, Francesco Dell’Aversano.

Le situazioni di incuria e di degrado descritte, soprattutto nell’area urbana, concorrono a
rendere precarie le condizioni igienico sanitarie e di salubrità ambientale, aumentando il rischio di propagazione di incendi, con conseguente complessivo danno e pericolo alla salute pubblica e alla sicurezza in generale, oltre a ledere o sminuire l’immagine cittadina.

Dal comunicato del Comune, emergono i seguenti divieti:

DIVIETO di combustione dei residui vegetali agricoli e forestali nel periodo di massimo rischio per gli incendi boschivi dichiarato dalla Regione.

DIVIETO di abbruciamento delle stoppie ed erbe infestanti, anche negli incolti, dal 1° giugno al 20 settembre

DIVIETO di accendere fuochi all’aperto nei boschi e fino ad una distanza di 100 m da essi, nonché nei pascoli, e quindi è vietato usare motori o fornelli che producano faville o brace; fumare o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio; usare apparecchi a fiamma od elettrici per tagliare metalli;far brillare mine.

DIVIETO di accendere fuochi d’artificio, lanciare razzi di qualsiasi tipo e/o mongolfiere di carta, meglio note come “lanterne volanti”, dotate di fiamme libere, nonché altri articoli pirotecnici a una distanza non inferiore a 1 km dalle superfici boscate e pascoli, salvo eventuali deroghe autorizzate con Ordinanza del Sindaco nel caso di manifestazioni pubbliche, con l’apprestamento di relative misure di prevenzione incendi.

La mancata osservanza dei divieti e degli obblighi sopraelencati, comporterà l’applicazione delle sanzioni previste dalla legislazione statale e regionale vigente, nonché l’applicazione delle sanzioni penali in caso di violazione delle norme di cui agli artt. 423, 423-bis, 449 e 650 c.p.. Ogni altra violazione relativa alla mancata esecuzione degli interventi di prevenzione – per cui non sia già prevista una specifica sanzione – è punita con la sanzione amministrativa da un minimo di 25 euro ad un massimo di 500 euro, ai sensi dell’art. 7 bis del D.lgs. 267/2000.

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Napoli

Napoli città cardioprotetta

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Prosegue l’impegno del Comune di Napoli per la tutela della salute pubblica e la prevenzione della morte cardiaca improvvisa.

E’ stato infatti installato un nuovo defibrillatore automatico esterno (DAE) in Piazza Garibaldi, presso lo Chalet della Cooperativa Dedalus, di fronte al McDonald’s.
L’iniziativa rientra nel progetto “La Bella Piazza”, promosso dal Comune di Napoli in collaborazione con diverse associazioni cittadine, con l’obiettivo di migliorare il decoro urbano e la vivibilità di Piazza Garibaldi.

Negli ultimi giorni sono stati installati altri due dispositivi: il 6 giugno 2025 presso la sede del Consiglio Comunale in Via Verdi 35; – il 12 giugno 2025 presso Palazzo San Giacomo, in Piazza Municipio.

“I 3 nuovi dispositivi
– ha dichiarato l’Assessore alla Salute e al Verde Vicenzo Santagadasi aggiungono a quelli già installati nell’ambito del programma “Napoli città cardioprotetta”, approvato con delibera di Giunta nel 2021. Come Assessorato alla Salute e al Verde, in sinergia con il Servizio Tutela dell’ambiente, della salute e del paesaggio, continuiamo a investire nella salute dei cittadini, provando a rendere la città sempre più sicura e attenta al benessere collettivo“.


(fonte: Ansa)

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POLITICA

Stati generali della prevenzione, De Luca a Schillaci: “Superare il piano di rientro in Campania”

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“Mi rivolgo al ministro Schillaci: ci sono tutte le condizioni per superare il piano di rientro che introduce rigidità che si riversano sulle prestazioni da dare ai nostri concittadini”.

Lo ha detto, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel suo intervento in occasione della giornata di apertura degli Stati generali della prevenzione, rivolgendosi al Ministro Schillaci presente in sala.

“Noi abbiamo fatto un lavoro importante, serio – ha aggiunto De Luca – abbiamo dato prova di rigore spartano nella gestione del bilancio. Dovremo pagare i debiti ereditati, pari a 7 miliardi di euro, fino al 2041: un delitto per le giovani generazioni”.

“Nel 2015 – ha detto ancora il governatore – siamo partiti come ultima Regione d’Italia per livelli essenziali di assistenza, abbiamo superato quella criticità e quel commissariamento, ma è rimasta una grave criticità: la legge che prevedeva il riparto del fondo sanitario nazionale su tre criteri è stata violata per più di 10 anni e il risultato è che la Campania è stata, ed è, penalizzata ogni anno di circa 200 milioni di euro rispetto alla media nazionale perché non sono stati applicati i tre criteri del riparto ma uno soltanto: l’età anagrafica”.

De Luca ha sottolineato che “il risultato è che la Campania oggi ha 10mila medici in meno rispetto alla media nazionale ed ha la dotazione più bassa di posti letto. In Campania abbiamo 10,9 medici ogni mille abitanti rispetto ai 18,2 dell’Emilia Romagna. Nonostante ciò – ha proseguito De Luca – credo che abbiamo prodotto risultati importanti”.

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