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Bufera in casa Juventus: Paul Pogba trovato positivo al testosterone

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Una vera e propria bufera quella che si è abbattuta sulla Juventus nella giornata di ieri. Infatti, la notizia della positività del centrocampista Paul Pogba al testosterone, ha gettato ombre sulla società e rassegnazione su chi credeva ancora alla rinascita del francese.

In particolare, il ‘polpo’ sarebbe stato trovato positivo al test antidoping relativo al match della prima giornata di campionato contro l’Udinese, nel quale Pogba è rimasto in panchina.

Tuttavia, intorno alle ore 19 di ieri, è arrivato il comunicato del Tribunale Nazionale Antidoping:

“In accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, è stato sospeso in via cautelare l’atleta Paul Pogba per violazione degli articoli 2.1 e 2.2; sostanza riscontrata: metaboliti del testosterone di origine non endogena”.

Pertanto, è intervenuta sulla questione anche Rafaela Pimenta, agente del calciatore transalpino, la quale ha così dichiarato:

“Attendiamo le contro-analisi, e fino ad allora non possiamo dire nulla. La cosa certa è che Paul Pogba non ha mai voluto infrangere le regole”.

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Calcio, il Napoli non va oltre lo 0-0 in casa del Bologna: polemica tra Garcia e Osihmen

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Ennesima battuta d’arresto per il Napoli, che non va oltre lo 0-0 sul campo del Bologna, in un match valido per la quinta giornata di Serie A. Azzurri convincenti nel primo tempo, con un ispirato Kvaratskheila a creare pericoli alla difesa rossoblù, che perde il suo diretto marcatore Posch per infortunio. Il palo colpito da Osihmen al 12esimo risulta l’occasione più ghiotta dei primi 45 minuti.

Nel secondo tempo, gli uomini di Garcia calano alla distanza, dopo aver sfiorato la rete con il georgiano e con il numero 9, fermati dal portiere Skorupski. Grande partita difensiva dei padroni di casa, mai realmente pericolosi se si eccettua l’occasione capitata a Zirkzee e neutralizzata in calcio d’angolo da Meret.

Tuttavia, il momento clou del match è intorno al 70esimo, quando l’arbitro fischia calcio di rigore a favore dei partenopei per un fallo di mano in area, ma dal dischetto Osihmen spara a lato nonostante avesse spiazzato il portiere.

In seguito, lo stesso bomber nigeriano, si è reso protagonista di un acceso scambio di opinioni con il tecnico Garcia, reo di averlo sostituito anziché tentare il modulo a due punte. Seguiranno le polemiche e l’intervento a placare gli animi del capitano Di Lorenzo, che davanti alle telecamere parla di “comportamento inappropriato” che non serve alla squadra in questo particolare momento.

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Calcio, tonfo del Napoli al Maradona: decidono Luis Alberto e Kamada

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Testa bassa e pedalare. Questo il diktat di Rudi Garcia dopo la disfatta con la Lazio, che ha messo in evidenza tutte le lacune di una squadra, quella partenopea, mai così in difficoltà come nella partita di ieri sera al Maradona contro l’ex Maurizio Sarri.

Primo tempo a due volti, con gli azzurri bravi a mettere pressione alla Lazio sin dalle prime battute, approfittando di una condizione mentale favorevole rispetto ai rivali, reduci da due sconfitte consecutive.

Tuttavia, i biancocelesti escono fuori alla distanza, entrando prepotentemente nel match con una magia di Luis Alberto, che beffa di tacco l’incolpevole Meret su invito di Felipe Anderson. Già, Felipe Anderson, vera e propria spina nel fianco per la difesa azzurra, capace di far impazzire la retroguardia avversaria con la sua velocità e i suoi dribbling, figli di una condizione atletica straripante.

Infatti, dopo il momentaneo pareggio di Zielinski, favorito da una deviazione fortuita di Romagnoli che beffa Provedel, gli ospiti mettono la freccia nella ripresa con il primo gol italiano di Kamada, che sfrutta una grande azione sull’out di destra del solito Anderson e il geniale velo di Luis Alberto, per insaccare il 2 a 1 con un sinistro chirurgico.

Di lì in poi è un monologo biancoceleste, che controllano senza affanni la partita, colpendo per altre due volte con Zaccagni e Guendouzi, gol entrambi annullati per fuorigioco. Napoli mai più pericoloso e con una difesa totalmente in balìa delle ripartenze laziali, che sente la mancanza di un leader come Kim e attende l’esordio del suo erede Natan, ad oggi ancora un oggetto misterioso.

Per fortuna, Garcia e il suo staff avranno tempo e modo per analizzare questa sconfitta, visto che ci sarà la sosta per le nazionali, che darà il tempo di riordinare le idee e ritornare con rinnovato entusiasmo.

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Italia, Luciano Spalletti si presenta: “Emozione indescrivibile, dobbiamo far rinascere il sogno della nazionale nei bambini”

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E’ un Luciano Spalletti disteso e sorridente, quello che ha risposto alle domande dei giornalisti durante la sua presentazione ufficiale come CT dell’Italia, presso la sala stampa di Coverciano. Ecco le sue dichiarazioni:

“Sono stati giorni intensi, dovevano darmi tutti quegli elementi per poter sviluppare bene il mio lavoro e la mia professione. Ho trascorso molto tempo a Coverciano, qui è l’Università del calcio. Ho imparato tantissime cose che ho riportato nel mio lavoro. Essere qui alla mia presentazione da CT è un’emozione indescrivibile, un sogno che parte da lontano. Avevo 11 anni al Mondiale di Messico ’70, andai a chiedere a mia mamma di farmi una bandiera dell’Italia per festeggiare il 4-3 contro la Germania. Adesso, questa bandiera dell’Italia la riporterò in campo quando andrò in panchina. Dobbiamo sperare di far rinascere il sogno di quella bandiera in tutti i bambini che guardano la Nazionale italiana”. 

NAPOLI: “Io mi rifletto nella felicità altrui. Non riesco ad essere felice, se non vedo felice la gente attorno a me. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Chi vestirà la maglia della Nazionale dev’essere felice, attraverso questa felicità si riuscirà a dare il meglio. Sono stato felice dalla prima telefonata che ho ricevuto. Napoli è stata un’esperienza bellissima, qualcosa di travolgente. Clausola? Non retrocedo. Gli avvocati sono a lavoro, spero che presto si possa arrivare alla soluzione”.

Campioni azzurri: “Serve appartenenza per questa maglia, perché non è una maglia qualsiasi. Abbiamo dei campioni che ci hanno dimostrato l’appartenenza alla Nazionale: penso a Buffon, Mazzola, Riva, Rivera, Baresi, Maldini e Baggio. In questi giorni ho sentito Marcello Lippi, i suoi consigli sono importanti. Questi campioni sono sempre con noi, anche quelli che non ci sono più come Gianluca Vialli. Sono i nostri spiriti guida”.

Convocati: “Giocheremo due partite importanti, abbiamo bisogno di spessore internazionale ed esperienza. Non ho convocato un numero esagerato di calciatori, mi dispiacerà quando manderò qualcuno in tribuna. So le difficoltà dell’allenatore a fare questo. Ho lasciato a casa Verratti e Jorginho perché, non avendo minutaggio, è impensabile portarli dentro”. 

Rapporto con i club: “Il bene della Nazionale è il bene del calcio italiano. Cercherò di avere un rapporto continuo con gli allenatori, ho già iniziato a chiamare qualcuno. In Serie A, su 570 tesserati, solo 150 sono convocabili. Non abbiamo alibi, ma una storia che ci ha indicato la nostra strada”. 

Eredità di Mancini: “Se prendo la Nazionale campione d’Europa o quella che non è andata ai Mondiali? Io non prendo i risultati. Da Mancini eredito una buona Nazionale. Lui ha vinto un Europeo, 37 partite consecutive e ha lanciato tanti giovani, con talenti che possono esserci utili. Vogliamo fare un calcio che assomigli ad una nazione forte come l’Italia”.

Responsabilità: “La responsabilità a volte ti schiaccia, ma per essere persone forti bisogna avere responsabilità. L’incarico che mi ha dato il presidente è di massima responsabilità. La Nazionale è veramente importante, tutti dobbiamo avere responsabilità e senza questa, io non so dare il meglio di me stesso”. 

L’attaccante: “In Italia ce ne sono che possono vestire la maglia della Nazionale. Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio, ne ho convocati tre che andrò a conoscere. L’attaccante fisico ha delle caratteristiche precise, cercheremo di sfruttare le qualità dei nostri giocatori. Ci sono 1-2 calciatori che possono ricoprire il ruolo di attaccante centrale, pur avendo giocato in altre posizioni”. 

Il regista: “Registi? Ne abbiamo diversi in squadra. Locatelli fa il regista nella Juventus, ci sono anche altri calciatori come Cristante, che ieri sera ha fatto una grande partita e ha quella fisicità che può aiutarti in alcuni sviluppi”.

La filosofia: “Noi vogliamo giocare con la difesa a 4, ma molti giocano in una difesa a 5. Dobbiamo essere una squadra che tenta di andare a prendere la palla. Due cose sole contano nel calcio: la pressione e la costruzione. Tutto il resto viene di conseguenza. Se si pressa bene, si riconquista prima. Se si gestisce bene, facciamo la partita che vogliamo e portiamo l’avversario dove vogliamo noi”.

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