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CAIVANO. Terremoto giudiziario ex amministratori arrestati. I nomi. Perquisizioni in una rivendita di materiali edili

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CAIVANO continua a far parlare di sé. Stavolta il terremoto giudiziario è avvenuto tra le mura di via Don Minzoni quando stamattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna tra Caivano (NA), San Marcellino (CE), Aversa (CE) e altri luoghi hanno dato esecuzione a un decreto di fermo (a carico di 9 soggetti), emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Tra i nove figurano tre amministratori dell’ex giunta Enzo Falco, un funzionario con incarico di Responsabile di settore, un segretario di partito di maggioranza e altri soggetti legati un po’ alla politica e un po’ al mondo dell’urbanistica e lavori pubblici.

Insomma un terremoto sperato da tempo anche e soprattutto attraverso le pagine della testata di cui mi fregio esserne il Direttore. Rivendichiamo con forza quanto denunciato dagli editoriali presenti su questo portale, dove si è sempre parlato di commistioni tra il mondo politico e la criminalità organizzata sul territorio, attraverso i neanche non tanti velati incontri di alcuni esponenti politici che si effettuavano fuori ai bar cittadini fatti con i boss egemoni del territorio e alle accuse partite da altri consiglieri comunali – Pippo Ponticelli col suo audio whatsapp e le dichiarazioni in Consiglio Comunale della ex consigliera Giovanna Palmiero – sulla connivenza tra consiglieri, assessori e criminalità organizzata.

Le nove misure pre-cautelari effettuate dalla Polizia Giudiziaria, dove grazie alla Riforma Cartabia, quando si coglie qualcuno in flagranza di reato o si ha il sentore di commissione prossima di reato, la Polizia Giudiziaria, può effettuare l’arresto anche in assenza del consenso del Pubblico Ministero. Infatti i nove adesso sono in attesa di convalida del fermo da parte del PM e poi del GIP ma possono essere considerati a tutti gli effetti arrestati.

I nomi degli arrestati sono: Alibrico Giovanbattista, Bervicato Raffaele, Falco Armando, Galdiero Domenico, Lionelli Raffaele, Peluso Carmine, Pezzella Martino e Zampella Vincenzo e Massimiliano Volpicelli.

I reati vanno dall’associazione a delinquere di stampo camorristico al falso ideologico.

Per chi conosce i fatti e ha anche avuto il coraggio di descriverli, per alcuni soggetti si tratta del segreto di Pulcinella. Se c’è una cosa da recriminare all’ex Sindaco – persona perbene, colma di buon senso – è quella di non aver mai avuto il coraggio di prendere le distanze da certe persone e da certi atteggiamenti. Non mi si venga a dire che non lo si sapeva perché sarebbe un’offesa all’intelligenza della parte sana della città che da sempre conosceva i soggetti che, meglio precisare, sono innocenti fino al terzo grado di giudizio.

Quelli che spiccano su tutti sono i nomi degli Amministratori Giovanbattista Alibrico, Carmine Peluso con quello del Responsabile del Settore Manutenzioni Vincenzo Zampella. Non è escluso che a monte di tutto l’iter giudiziario ci fossero i famosi due milioni di euro per manutenzioni fantasma e visto il coinvolgimento della DDA e i reati di cui sono accusati non è escluso che gli inquirenti posseggano anche prove delle frequentazioni con la criminalità organizzata.

Chi esce con le ossa rotta da questa storia è il partito di Italia Viva che vede un suo consigliere (Giovanbattista Alibrico), un assessore (Carmine Peluso) e il proprio segretario di partito (Armando Falco) coinvolti in una vicenda che molto probabilmente e per il bene della città, soprattutto all’indomani delle vicende di cronaca nera che hanno interessato il territorio, sarà il detonatore di un altro scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata.

Agli amministratori pubblici di Caivano, la Procura di Napoli e i carabinieri contestano di avere fornito in vari modi appoggio all’organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino, arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l’aggiudicazione a imprenditori vicini al clan.

Erano questi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia al clan. Zampella, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento. 

I destinatari appartenenti alla criminalità organizzata, invece, sono Raffaele Bervicato (luogotenente del boss Antonio Angelino detto “Tubiuccio”), Raffaele Lionelli (che recuperava e custodiva armi, e gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti) Domenico Galdiero (che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, (incaricato di attuare le direttive di Angelino).

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, le indagini proseguono e stamattina sono scattate perquisizioni anche in una rinomata attività di vendita di materiale edile molto legata ad alcuni fermati di questa mattina.

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CAIVANO. Angelino vende fumo ai suoi elettori. Come Totò vendeva la sua Fontana di Trevi

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CAIVANO – In una città chiamata alle grandi sfide dopo gli scioglimenti, spesso la politica si affida a scorciatoie comunicative, come se il trofeo dell’attenzione fosse diventato ormai l’unica posta in palio. In questa semplificazione la politica si rifugia sempre più spesso nella ricerca spasmodica di opportunità prive di contenuto, fatica e sudore, come se si potesse sostituire il consenso con l’incanto.

Così possiamo assistere al festival dell’ipocrisia, alle esibizioni dei venditori di fumo degni eredi del Cavalier Ufficiale Antonio Trevi, personaggio storico interpretato dal grande Antonio De Curtis alias Totò nella famosa scena della vendita della Fontana di Trevi nel film “Totò Truffa ’62”.

Tutto è successo nella giornata di ieri. Subito dopo l’uscita della notizia sulla risoluzione del caso delle terapie negate ai bambini affetti da autismo al centro Antares si sono sprecati post di accaparramento meriti dei soliti politicanti di turno. Tutto è partito quando da un giornale locale appare un post condiviso dalla pagina ufficiale del prossimo candidato a Sindaco per Caivano Conta Antonio Angelino che riportando la notizia nella sua interezza la arricchiva col seguente periodo: “Il nostro contributo a tutti i livelli sarà sempre a favore dei cittadini, e continueremo a batterci per garantire servizi e per informare celermente la comunità circa i risvolti istituzionali”. Periodo chiave questo che ha scatenato l’indignazione di chi ha lottato alacremente per la risoluzione del problema. E anche se, furbescamente aggiungerei, subito dopo il leader di Caivano Conta, raddrizza il tiro ringraziando cittadinanza attiva e Istituzioni preposte non evita il linciaggio mediatico da parte di chi si è indignato a questo presunto appropriarsi di meriti che in realtà non si sono mai posseduti.

È risaputo che tale problematica sia stata risolta dall’allarme lanciato dai genitori, insieme all’Associazione “La Battaglia di Andrea” nei confronti del Sindaco di Crispano Michele Emiliano, in qualità di Presidente dell’Azienda Speciale delle Politiche Sociali dei comuni Caivano, Cardito, Crispano e Afragola, che a sua volta informa il vicesindaco metropolitano Giuseppe Cirillo e insieme allertano la Regione Campania e la vicenda viene presa in considerazione direttamene dall’Assessore alle Politiche Sociali Lucia Fortini insieme alla vicepresidente del Consiglio Regionale Valeria Ciarambino che contattando Asl competenti e direzione del centro Antares, risolvono temporaneamente il problema del sovraffollamento terapeutico tra Asl NA2 Nord e Asl Caserta.

Quindi di Antonio Angelino, finora semplice cittadino che non ricopre nessun ruolo e nessun potere avrebbe mai potuto avere nel risolvere tale questione, manco l’ombra ma come legittimo e fisiologico che sia. Forse è anche questo che ha fatto scatenare l’indignazione e l’ilarità a tratti di chi è andato a commentare sotto il post del giornale locale. Ve ne riportiamo qualcuno: scrive Luigi di “La Battaglia di Andrea”: “io ho l’associazione che ha risolto il problema, ho visto che condividevate una persona che non conosco, che non ha combattuto con noi e quindi in buona fede ho commentato, precisando come stavano le cose”. Scrive Rita: “chi si deve vendere la fontana di trevi? Siamo tutti felici che il problema si stia risolvendo, ma è uno squallore il fatto che i politicanti si attribuiscono cose che non gli appartengono e che fanno politica sulla pelle dei bambini. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA”. Ancora Rita rispondendo a Luigi di cui sopra: “purtroppo ci sono dei POLITICANTI che vogliono attribuirsi meriti che non hanno. Complimenti a chi ha combattuto e ottenuto!” Alessandro scrive: “infatti stanno tutti ad alzare questa bandiera . Da un articolo ho letto che devono ringraziare Padre Maurizio Patriciello” – Perché in un altro post si dava la notizia di una fantomatica lettera scritta dalle mamme e che il parroco avesse inviato direttamente alla Premier Giorgia Meloni – Luigi a questa affermazione tiene a replicare: “hanno risolto l’associazione La Battaglia di Andrea, Michele Emiliano, Valeria Ciarambino e Lucia Fortini. Termino solo con quest’altro che sembra esaustivo alla natura del mio editoriale di stamattina ma ce ne sono anche altri degni di nota. Tonia mamma coraggio scrive: “Ci siamo fatti un cuore così perchè finalmente tutti i bambini in cura presso il centro in questione, ricevessero senza restrizioni le terapie che gli spettavano di diritto! Sono state settimane durissime per noi genitori che, rimboccandoci le maniche e chiedendo i dovuti chiarimenti a chi di dovere ed ad associazioni di settore come La Battaglia di Andrea, siamo riusciti ad ottenere questo grandissimo risultato! Solo Grazie all’ausilio dei Sindaci dei paesi coinvolti nella questione, al commissario Straordinario di Caivano che ci ha ricevuto per ascoltarci, e all’impegno concreto della Vicepresidente del consiglio regionale Valeria Ciarambino,noi genitori siamo riusciti ad ottenere il risultato tanto sperato, il riconoscimento del diritto dei nostri bambini a ricevere le giuste terapie, senza alcuna riduzione ne dimissione. Adesso a problema risolto strumentalizzare tali notizie a fini politici è una mancanza di rispetto per un genitore che si è fatto in 4 per far valere il diritto del proprio figlio e di tutti i bambini colpiti da questa ingiustizia, partendo dal nulla, e con grande senso di smarrimento! Tanto si sa, le cose importanti da rendere note alla cittadinanza sono sempre altre…”

Inutile ribadire che parecchi di questi dissidenti sono stati bloccati direttamente dall’Amministratore della pagina del leader di Caivano Conta Antonio Angelino, in spregio al dialogo, dibattito, confronto e senso di democrazia che un aspirante amministratore dovrebbe possedere in maniera innata.

Quindi è ora di dire basta anche a questa politica politicante. Non è possibile che un soggetto politico, comunque appartenente a quella classe dirigente fallimentare che ha portato Caivano a due scioglimenti consecutivi per camorra e che rappresenta, secondo la Prefettura, una continuità amministrativa, in assenza di temi e contenuti, debba continuare a prendere in giro la cittadinanza e i prossimi elettori con mezzucci da prima repubblica. La gente non ha più l’anello al naso e l’indignazione sotto quel post ne è la dimostrazione.

Caivano ha bisogno di voltare pagina. Ha bisogno di mettere un punto a questo tipo di politica, iniziare da capo e guardare al futuro con tanta, tanta, fiducia verso tutto il nuovo che si presenterà.

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CAIVANO. Si sgretola il tavolo del Csx. Oramai è chiaro che non si può non prescidere da una nuova classe dirigente

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CAIVANO – Il Campo largo si è ristretto! Il tavolo del centro sinistra si è rotto. Ieri sera nella sede del Movimento 5 Stelle in via Roma si è svolto il quarto incontro del tavolo proposto dal PD e che prevedeva l’intervento dei partiti che fanno parte del campo largo a livello nazionale.

Disposti in tondo c’erano i rappresentanti del PD, Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva, Noi Campani e i pentastellati padroni di casa. A prendere subito la parola, data l’assenza del deputato Penza è un certo Pasquale Ristoranto e anche lui, commettendo lo stesso errore dei suoi commensali negli scorsi incontri, come primo punto all’ordine del giorno, vuole tracciare il profilo di quella che deve essere la sintesi della loro ipotetica coalizione e parte col dire che il candidato sindaco debba essere espressione dei partiti oppure della società civile e che non abbia mai rivestito ruoli politici, mai consigliere, mai assessore e mai sindaco.

Insomma. Pur tenendo conto che tra i candidati al Consiglio comunale in quella schiera ci sarà inserito di tutto e di più, almeno sulla figura del Sindaco vogliono salvare la faccia attenendosi non solo alla mia proposta editorialista di sempre ma anche a quello che in realtà è il sentiment del popolo caivanese. Sulla stessa linea dei pentastellati si sono disposti anche i Verdi, Italia Viva e Noi Campani.

Una cosa è certa. A Caivano non si può non prescindere dalla proposta di una nuova classe dirigente e data l’enorme difficoltà ad aggregare, anche chi voleva e poteva derogare sulla vecchia nomenclatura se ne sta rendendo conto. Così cominciano a scimmiottare il progetto messo su da Caivano Liberal Democratica, senza però tenere ancora fermamente fede al criterio naturale del gruppo rappresentato da Giuseppe Libertino, ossia tutti nomi nuovi, dal sindaco all’ultimo candidato al Consiglio comunale.

Da quelle dichiarazioni è evidente che i tre partiti – M5S, Italia Viva e Verdi – estromettono dai loro pensieri il candidato a Sindaco che poteva piazzare sul tavolo proprio il PD, ossia Mimmo Semplice. Anche perché da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, a muovere i fili di questo principio è proprio il fratello dell’ex Sindaco, Donato Falco – assente alla riunione – che da un lato candida il figlio tra le file del PD e dall’altro lato tenta di replicare il copione del 2020 mettendo a capo della coalizione una persona mite, moderata e acculturata ma che non si sia mai interessato alla politica, almeno da diversi anni e che ha già in mente, chiaro, il suo nome. A tempo debito ve lo sveleremo.

Termina così con un nulla di fatto l’ennesima riunione e l’amaro che resta in bocca ancora a chi ama questa città è il fatto che la vecchia classe dirigente ancora litiga sulle poltrone, ancora non ha fatto seria introspezione sugli errori commessi nel passato recente e con la solita presunzione cerca un riscatto sociale e politico nel nome di quella innocenza e impunità singola che non assolve affatto dalla responsabilità politica, oggettiva e collettiva che la vecchia nomenclatura dovrebbe prendersi.

Dal canto suo il Movimento 5 stelle, convinto pure del fatto che ci sono liste civiche di sinistra che non si avvicinano al tavolo causa presenza del PD, ha deciso di iniziare degli incontri bilaterali con tutte le forze progressiste e democratiche di Caivano e lo fa attraverso un post apparso stamattina sui social.

Errare è umano ma perseverare è diabolico. Il M5S ricomincia da capo ma nella sostanza non cambia i criteri di aggregazione e non ha ancora compreso che forse, slegandosi da diktat calati da Roma che nulla hanno a che vedere con la realtà locale caivanese, il partito dei pentastellati, al netto dei suoi alleati che presentano profili in odore di fumus, potrebbe essere davvero l’unico partito del rinnovamento, in quella schiera, e che potrebbe presentare una lista fatta di nomi nuovi così come vuole la gente di Caivano. Invece no. Si ricomincia da capo perché poi il giorno della presentazione delle liste sempre deve arrivare e qualcuno sempre sarà disposto a cedere pur di non essere escluso dai giochi. Ed è proprio questo il principio che non ha mai assicurato la governabilità su questo martoriato territorio. E se mala tempora currunt, sed peiora parantur.

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CAIVANO. La totale assenza di indignazione della società civile presta il fianco ai piani dei soliti politicanti

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CAIVANO ha già perso! Ci sono ottime probabilità che questo comune verrà sciolto di nuovo dalla Prefettura e buone possibilità che possa essere sciolto già prima di andare a votare nel novembre prossimo.

La società civile è dormiente, sfiduciata, menefreghista e priva di entusiasmo. Le tante persone perbene che abitano questa città si sono assuefatte al pensiero che debbano vivere in un dormitorio privo di qualsiasi tipo di servizio e ostaggio del narcotraffico. Dopo gli arresti per ingerenze criminali poche persone si sono indignate della malagestio perpetrata da oltre trent’anni dalla vecchia classe dirigente. Troppo pochi per spedire a casa i vecchi politicanti di sempre.

Adesso è troppo tardi. Mancano pochi mesi al traguardo della presentazione delle liste e l’assenza dell’indignazione della parte sana della città ha giovato alla sete di potere dei soliti noti. Chi dai social urlava di volere gente nuova al governo della città non ha capito che doveva scendere in campo in prima persona. Non ha capito che il futuro a Caivano non si può più delegare, specialmente non si può delegare sempre in mano agli stessi. Non si può chiedere il cambiamento a chi ha creato questo status. Stato di cose che fa comodo alla maggior parte degli abitanti di questa città. Un territorio abitato per la maggior parte da falsi poveri e media borghesia che o rappresenta le zone d’ombra della città o nell’arco degli anni ha saputo tessire un buon equilibrio con le stesse. Insomma una grande fetta di Caivano ha dimostrato di temere addirittura il cambiamento.

Così, a presentarsi ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale saranno sempre gli stessi. Nomi usurati dal tempo e dalle indagini. Nomi che se non saranno scesi in campo in prima linea, determineranno più di prima dalle retrovie. Da destra a sinistra già sono in atto i più massonici accordi per cercare di vendere al popolo il cambiamento di gattopardiana memoria.

Non è bastata la lotta di anni e anni intrapresa dalla stampa libera, non sono bastati i fiumi di parole che dal 2015 hanno cominciato a denunciare il fenomeno delle somme urgenze e degli affidamenti diretti a vantaggio sempre e solo delle stesse ditte; il fenomeno dell’affidamento e della liquidazione a distanza di sette giorni, in alcuni casi si sono registrati anche affidamenti con la rovesciata, ossia dopo la liquidazione dello stesso lavoro determinato dai settori più volte, tutto questo nella totale distrazione di esecutivo e amministrazione; posti di lavoro affidati a parenti e affini del capoclan attualmente in carcere; assessori, consiglieri e segretari di partito che non disdegnavano di farsi vedere in giro con i camorristi. Per finire di denunciare tutta l’ipocrisia di un decreto che a tutto è servito fuorché a risanare un territorio, anzi, ha solo affibbiato una etichetta indelebile ad una comunità formata da persone perbene e laboriose. Tutto questo non è servito a far indignare i caivanesi, farli scendere in campo per pensionare una volta e per tutte la vecchia classe dirigente. Maggioranza e opposizione, senza far distinzione, perchè chi per omertà, chi per paura, chi per ignavia, tutti allo stesso modo, hanno prestato il fianco all’ascesa e all’ingerenza della criminalità organizzata.

Il silenzio della politica dettato dalla paura di essere coinvolta nelle vicende giudiziarie e il silenzio della parte sana della città hanno finito di creare quel vuoto che sarà colmato dai soliti profeti, nani, ballerine e saltimbanchi. Già se si guarda alla Festa di Campiglione. Alla fine, per la sua fattibilità, bisognerà ringraziare una sola persona e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli e sacrificato i loro momenti di svago e lavoro, me ne potranno dare atto.

Se a tutto questo aggiungiamo anche la memoria corta dei cittadini, appare più che naturale la discesa in campo dei soliti politicanti. Così da destra a sinistra si stanno organizzando ma sempre con le stesse dinamiche se non peggio. Dinamiche che nulla hanno a che fare con il cambiamento. Politicanti in cerca di burattini da manovrare. Personaggi che vogliono cambiare il vestito alla politica senza farle fare prima una grande doccia sanificatrice. Questo sta succedendo a Caivano.

Partendo dalla sinistra, c’è un gruppo di partiti chiamati in adunanza dal PD che insieme al primo partito della vecchia Amministrazione sciolta per camorra, si sono seduti ad un tavolo senza aver prima rinnovato la propria classe dirigenziale e alla prima loro riunione già litigano perché sbagliano totalmente l’argomento, poiché la prima cosa che pensano è quella di tracciare il profilo dell’ipotetico candidato a Sindaco. Ma come si può pensare di far amministrare una città allo stesso gruppo di partiti e persone che hanno rappresentato la coalizione sciolta per camorra, che al loro primo incontro per le prossime amministrative al posto di fare una seria introspezione, capire quali sono state le loro lacune che hanno permesso l’ingerenza della criminalità organizzata e dopo aver individuato causa e colpevoli iniziare a ragionare sui criteri di aggregazione, vogliono tracciare non solo il profilo del candidato a sindaco che dovrebbe essere il penultimo tema da affrontare al tavolo prima del nome, ma addirittura il carattere. E indovinate un po’ parte di quel tavolo come lo vuole? Lo vuole mite, moderato che non abbia mai fatto politica o si sia mai interessato ma acculturato. Insomma un bamboccio da poter manovrare con i fili ma che alla cittadinanza possa essere venduto come una mente pensante difficile da manovrare.

In poche parole quelli della sinistra caivanese, quelli sciolti per camorra, per intenderci, continuano a fare i “draghi” della politica. Solo loro riescono a partorire queste idee geniali, credendo che tutto il resto del mondo abbia l’anello al naso. Questo tavolo si aggiornerà domani stavolta nella sede del Movimento 5 stelle e il tema sarà di nuovo la scelta della sintesi. Da un lato col PD che spinge per una figura politica autorevole ma comunque appartenente alla vecchia classe dirigente, dall’altro lato Verdi, M5S e Italia Viva spingono per il burattino di turno. Staremo a vedere chi la spunta, fermo restando la mia opinione di fare prima seria introspezione sui reali problemi che persistono in questo gruppo di partiti e che sono forieri di ingerenze criminali.

Ma se Atene piange Sparta non ride. Dal centro destra, il silenzio della parte sana e la memoria corta dei cittadini hanno dato vita a una forma di gerontocrazia pesante. Se a sinistra si parla di vecchia classe dirigente, a destra si può benissimo parlare di antica e longeva classe dirigente. Tutto quello che è successo, in assenza di nuove proposte, scaturisce il sentimento del “si stava meglio quando si stava peggio” e i vari Carofilo, Castelli e Del Gaudio si sentono in diritto di rappresentare anch’essi il “nuovo” che avanza. Tanto è vero che da indiscrezioni raccolte in esclusiva sul territorio, si sono consumate già più di una riunione tra di loro con la speranza di unire il centro destra insieme a Giovanna Palmiero e Maria Fusco di Fratelli d’Italia, e Giuseppe Mellone di Forza Italia. Riunioni che per ora non hanno sortito alcun effetto perché non si riesce ancora a capire da quale criterio intendono far partire i lavori del tavolo programmatico. Resta alla finestra per ora l’ex Sindaco Simone Monopoli che ai più fa sapere di voler stare fuori dai giochi della politica che per troppo tempo l’ha reso solo una vittima del sistema.

Al centro invece regna la confusione più totale. Scompare la figura di Antonio Angelino dalle varie testate giornalistiche amiche per far spazio al vero nuovo di Caivano Conta. Infatti al netto del suo leader e della figlia d’arte Orsella Russo, la lista che davvero potrebbe rappresentare ciò che ho sempre auspicato è proprio quella di Caivano Conta, dato che i vari Peppe Grande, Tobia Angelino, Pasquale Licito, Giuseppe Leodato etc. potrebbero impersonare perfettamente la base della nuova classe dirigente.

A tal proposito da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che anche in questa fazione ci sia più di una spaccatura. Da un lato alcuni fedelissimi del topiano Angelino pare stiano consigliando allo stesso di fare un passo indietro per fatti già conclamati e illustrati dalla stampa e dall’altro lato Luigi Esposito coordinatore cittadino di Azione pare stia tentando di essere promotore di un altro tavolo di centro, invitando allo stesso quelle forze liberali e popolari non ancora decisamente collocate per poi valorizzare la propria stessa figura come leader dell’intera coalizione. Su questo versante vi terremo aggiornati.

Insomma, il dato politico che ne esce fuori è alquanto raccapricciante ed è determinato proprio da quanto detto in premessa. Gli scenari appena illustrati non sono altro che figli dell’immotivata assenza della società civile a far parte della prossima competizione elettorale, la quale poteva in un certo senso sbaragliare i programmi atavici di alcuni politicanti e aprire la strada alla creazione di una nuova classe dirigente. In parole povere: mala tempora currunt.

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