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CAIVANO. Terremoto giudiziario ex amministratori arrestati. I nomi. Perquisizioni in una rivendita di materiali edili

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CAIVANO continua a far parlare di sé. Stavolta il terremoto giudiziario è avvenuto tra le mura di via Don Minzoni quando stamattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna tra Caivano (NA), San Marcellino (CE), Aversa (CE) e altri luoghi hanno dato esecuzione a un decreto di fermo (a carico di 9 soggetti), emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

Tra i nove figurano tre amministratori dell’ex giunta Enzo Falco, un funzionario con incarico di Responsabile di settore, un segretario di partito di maggioranza e altri soggetti legati un po’ alla politica e un po’ al mondo dell’urbanistica e lavori pubblici.

Insomma un terremoto sperato da tempo anche e soprattutto attraverso le pagine della testata di cui mi fregio esserne il Direttore. Rivendichiamo con forza quanto denunciato dagli editoriali presenti su questo portale, dove si è sempre parlato di commistioni tra il mondo politico e la criminalità organizzata sul territorio, attraverso i neanche non tanti velati incontri di alcuni esponenti politici che si effettuavano fuori ai bar cittadini fatti con i boss egemoni del territorio e alle accuse partite da altri consiglieri comunali – Pippo Ponticelli col suo audio whatsapp e le dichiarazioni in Consiglio Comunale della ex consigliera Giovanna Palmiero – sulla connivenza tra consiglieri, assessori e criminalità organizzata.

Le nove misure pre-cautelari effettuate dalla Polizia Giudiziaria, dove grazie alla Riforma Cartabia, quando si coglie qualcuno in flagranza di reato o si ha il sentore di commissione prossima di reato, la Polizia Giudiziaria, può effettuare l’arresto anche in assenza del consenso del Pubblico Ministero. Infatti i nove adesso sono in attesa di convalida del fermo da parte del PM e poi del GIP ma possono essere considerati a tutti gli effetti arrestati.

I nomi degli arrestati sono: Alibrico Giovanbattista, Bervicato Raffaele, Falco Armando, Galdiero Domenico, Lionelli Raffaele, Peluso Carmine, Pezzella Martino e Zampella Vincenzo e Massimiliano Volpicelli.

I reati vanno dall’associazione a delinquere di stampo camorristico al falso ideologico.

Per chi conosce i fatti e ha anche avuto il coraggio di descriverli, per alcuni soggetti si tratta del segreto di Pulcinella. Se c’è una cosa da recriminare all’ex Sindaco – persona perbene, colma di buon senso – è quella di non aver mai avuto il coraggio di prendere le distanze da certe persone e da certi atteggiamenti. Non mi si venga a dire che non lo si sapeva perché sarebbe un’offesa all’intelligenza della parte sana della città che da sempre conosceva i soggetti che, meglio precisare, sono innocenti fino al terzo grado di giudizio.

Quelli che spiccano su tutti sono i nomi degli Amministratori Giovanbattista Alibrico, Carmine Peluso con quello del Responsabile del Settore Manutenzioni Vincenzo Zampella. Non è escluso che a monte di tutto l’iter giudiziario ci fossero i famosi due milioni di euro per manutenzioni fantasma e visto il coinvolgimento della DDA e i reati di cui sono accusati non è escluso che gli inquirenti posseggano anche prove delle frequentazioni con la criminalità organizzata.

Chi esce con le ossa rotta da questa storia è il partito di Italia Viva che vede un suo consigliere (Giovanbattista Alibrico), un assessore (Carmine Peluso) e il proprio segretario di partito (Armando Falco) coinvolti in una vicenda che molto probabilmente e per il bene della città, soprattutto all’indomani delle vicende di cronaca nera che hanno interessato il territorio, sarà il detonatore di un altro scioglimento per ingerenze della criminalità organizzata.

Agli amministratori pubblici di Caivano, la Procura di Napoli e i carabinieri contestano di avere fornito in vari modi appoggio all’organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino, arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l’aggiudicazione a imprenditori vicini al clan.

Erano questi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia al clan. Zampella, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento. 

I destinatari appartenenti alla criminalità organizzata, invece, sono Raffaele Bervicato (luogotenente del boss Antonio Angelino detto “Tubiuccio”), Raffaele Lionelli (che recuperava e custodiva armi, e gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti) Domenico Galdiero (che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, (incaricato di attuare le direttive di Angelino).

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, le indagini proseguono e stamattina sono scattate perquisizioni anche in una rinomata attività di vendita di materiale edile molto legata ad alcuni fermati di questa mattina.

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Caivano: Omicidio Natale, si chiude il cerchio, tre proiettili per punire lo sgarro.

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Per delega del Procuratore della Repubblica si comunica che, nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso.

In particolare, gli indagati, il 4 ottobre 2021 in Caivano, avrebbero ucciso Natale Antonio, esplodendo tre colpi di pistola che attingevano la vittima alla testa ed al torace.
L’omicidio sarebbe stato deliberato e premeditato per punire il Natale, che avrebbe sottratto armi, droga e denaro al gruppo criminale Bervicato, per conto del quale effettuava attività di spaccio di droga. Il cadavere del Natale veniva rinvenuto in un fondo agricolo il giorno 18 ottobre 2021. L’odierna attività fa seguito all’arresto di un’altra persona avvenuto nell’aprile scorso.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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CAIVANO. Sistema delle estorsioni. Il Riesame conferma il carcere per i maggiori indiziati.

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CAIVANO – Dopo diversi giorni dall’ultima udienza, il Tribunale del Riesame di Napoli ha reso note le proprie decisioni circa gli indagati del “Sistema delle estorsioni” che vide coinvolti 16 persone tra politici, funzionari, imprenditori ed ex pregiudicati del territorio caivanese.

Secondo le decisioni del Tribunale del Riesame, restano in carcere, in attesa di giudizio: Alibrico Giovanbattista, Peluso Carmine, Pezzella Martino, Zampella Vincenzo, Bervicato Raffaele, Lionelli Raffaele, Volpicelli Massimiliano, Angelino Antonio, Angelino Gaetano, Celiento Vincenzo e Cipoletti Giovanni.

Mentre per Bernardo Giuseppe, Della Gatta Domenico e Galdiero Domenico vengono sostituite le misure cautelari dagli arresti domiciliari al divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di imprese e divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Per Armando Falco invece, scatta la piena liberà per mancanza di gravi indizi di reato.

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CAIVANO: condotte “scriteriate” e gestione “disinvolta” dei soldi pubblici. Verifiche di Carabinieri e Corte dei Conti

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Sanzioni oltre i 250mila euro.
Per 7 persone, tra cui un ex-sindaco e assessori,  impossibilità per 10 anni di ricoprire incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali

Creato “un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata”


Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione Campania, nella giornata odierna, i Carabinieri del Comando Compagnia di Caivano (NA) hanno dato esecuzione alla notifica ad un ex-sindaco e 6 assessori del comune di Caivano, nell’arco temporale compreso tra l’anno 2006 e l’anno 2015, del ricorso per responsabilità sanzionatoria conseguente al dissesto finanziario dell’ente, deliberato dal Consiglio comunale dell’ente nel 2016 (delibera consiglio comunale n. 38/2016).
Le complesse ed articolate indagini delegate dalla Procura – pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale – assistite da copiosa documentazione contabile raccolta agli atti e da consulenze tecniche specialistiche, hanno consentito, all’esito di un lungo percorso istruttorio iniziato nel 2016 al momento della ricezione della delibera di dissesto trasmessa dal Segretario generale dell’ente, di suffragare l’ipotesi di responsabilità, ora sottoposta al vaglio della locale Sezione giurisdizionale, dei suddetti amministratori locali.
Nella ricostruzione del requirente pubblico gli stessi, con le loro condotte scriteriate e la disinvolta gestione dei soldi pubblici, avrebbero condotto al tracollo finanziario un ente locale già afflitto da svariate ed incancrenite problematiche gestionali, creando un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata ed alimentando un generale clima di illegalità, recentemente balzato, anche per altri, spesso consessi episodi, agli onori della cronaca.
Dalle pagine del ricorso con cui è stata contestata agli ex amministratori dell’ente di avere causato il dissesto con le loro condotte scriteriate, gravemente colpose, emerge come i bilanci, approvati dalla compagine amministrativa oggi convenuta in giudizio, fossero caratterizzati dalla esposizione di residui attivi inesistenti, che alimentavano una fittizia capacità di spesa, da una massiccia mole di debiti fuori bilancio, frutto di una gestione degli appalti improntata alla illegalità, come accertato anche dall’ANAC in una indagine amministrativa concomitante, con una totale assenza di qualsiasi provvedimento atto e/o direttiva volto a sanare le rilevantissime criticità contabili, tra cui spicca anche la bassissima capacità di riscossione delle entrate, sensibilmente inferiore alla media nazionale.
Alcuni degli amministratori oggi chiamati in causa, risultano peraltro essere già stati oggetto delle attenzioni della Procura contabile con riferimento alla incresciosa vicenda della gestione degli alloggi di ERP del “parco verde “ di Caivano vicenda oggetto di una ponderosa ed ampiamente motivata sentenza di condanna della locale sezione giurisdizionale laddove si evidenziano soprattutto le condotte ed il ruolo dell’ex Sindaco, dominus di un sistema di illegalità nella gestione complessiva dell’ente, che si specchiava in bilanci contrastanti con le più elementari regole della contabilità, ed in primis, con i principi di veridicità e prudenza nella formazione dei bilanci pubblici.
All’esito della capillare ricostruzione delle condotte e del loro impatto causale sul tracollo finanziario dell’ente, la Procura ha chiesto per gli ex amministratori convenuti, la condanna alla sanzione pecuniaria prevista dalla normativa sui dissesti pubblici nella misura massima possibile, vale a dire 20 volte l’importo della indennità di carica da ultimo percepita dal Sindaco e dagli assessori chiamati in giudizio. L’applicazione di detto criterio ha portato alla richiesta di applicazione di sanzioni pecuniarie per un ammontare complessivo di euro 256.059,60 oltre alla richiesta di applicazione, per tutti, della sanzione interdittiva di cui all’art. 248 del TUEL, comma 5, la quale prevede l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.
L’ udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel Gennaio 2024.

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