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Cronaca

Reggio Calabria-Napoli: in viaggio con 18 kg di hashish

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I finanzieri del Comando Provinciale della Calabria hanno arrestato in flagranza di reato, per traffico di sostanze stupefacenti, un quarantacinquenne napoletano.
Il corriere partenopeo è stato sottoposto ad un controllo dei finanzieri della Compagnia di Villa San Giovanni, nel corso del quale ha mostrato chiari segni di nervosismo tanto da convincere le forze dell’ordine di perquisire la sua auto.
Grazie all’ausilio dell’unità cinofila, sono stati sequestrati 220 panetti di hashish, dal peso complessivo di 18 kg. Sostanza stupefacente che era stata nascosta diligentemente all’interno di involucri di carta, con forma ed immagini identiche a lattine di bibite e coni gelato di noti brand.
Il quarantacinquenne è stato arrestato e condotto nella casa circondariale “Arghillà” di Reggio Calabria.

campania

Niente sorveglianza speciale per il ras dei Belforte

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La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere in merito al caso di Felice Napolitano Celiento, noto come ‘o capitone, ras del clan Belforte.

La vicenda riguarda l’istanza di misura alternativa alla detenzione avanzata da Celiento. Il Tribunale di Sorveglianza di Napoli aveva stabilito che non vi fosse più pena da espiare, dichiarando di fatto l’estinzione della pena.

Il Procuratore aveva impugnato tale decisione, sostenendo che l’estinzione fosse stata erroneamente riconosciuta, in quanto non sarebbe stato applicato il divieto di estinzione previsto dall’art. 172, comma 7, del Codice Penale per i recidivi qualificati o per chi ha riportato condanne per reati della stessa indole.

Tuttavia, la Cassazione ha rigettato il ricorso non nel merito, ma per una questione formale: è stato riscontrato un “difetto di legittimazione del ricorrente”, poiché il pubblico ministero che aveva proposto l’impugnazione non era abilitato a esercitare l’ufficio davanti alla Suprema Corte. Di conseguenza, la decisione del Tribunale di Sorveglianza (estinzione della pena) resta valida.

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Acerra

Blitz della Polizia ad Acerra: Droga Scovata in Stabile Condominiale, Manette per un 34enne

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La Polizia di Stato ha effettuato un’operazione antidroga ad Acerra, culminata con l’arresto di un uomo di 34 anni per detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Acerra, supportati da un’unità cinofila, hanno condotto due azioni principali:

Controllo nell’abitazione del 34enne: Qui sono stati rinvenuti circa 96 grammi di hashish (un panetto più 8 involucri) e materiale per il confezionamento. L’uomo è stato tratto in arresto.

Perquisizione in un’area condominiale (via Madonnelle): Nello stesso contesto operativo, è stato controllato uno stabile dove, in un’area comune, è stato scovato un ingente quantitativo di droga e materiale per lo spaccio, pari a oltre 3 kg totali: Circa 860 grammi di marijuana. Circa 1,6 kg di hashish (suddiviso in 15 panetti). Oltre 300 grammi di cocaina.

Un bilancino di precisione e altro materiale per il confezionamento, il tutto posto sotto sequestro.

L’operazione ha permesso di sottrarre al mercato nero un grosso carico di stupefacenti.

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    campania

    Estorsioni e Spaccio: Pioggia di Condanne sul Clan Esposito

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    Si è concluso con pesanti condanne il processo, svoltosi con rito abbreviato, contro i membri del clan Esposito-Nappi, attivo nel controllo del traffico di droga e delle attività estorsive nell’area flegrea. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Dott. Campoli, ha emesso sentenze che, sommate, totalizzano ben 92 anni di reclusione per i capi e i gregari della cosca guidata da Massimiliano Esposito, soprannominato ‘o scognato. Nonostante le richieste iniziali molto più severe da parte dell’accusa, le strategie difensive adottate dagli avvocati hanno consentito ai vertici della famiglia di ottenere una riduzione significativa delle pene:

    Massimiliano Esposito ‘o scognato: Rischiava 20 anni, ma la sua condanna è stata fissata a 14 anni di reclusione. La difesa è stata curata dagli avvocati Rocco Maria Spina e Claudio Davino.

    Maria Matilde Nappi (moglie di Esposito): Anche per lei, la richiesta iniziale era di 20 anni. Ha rimediato 13 anni e quattro mesi. I suoi legali erano gli avvocati Leopoldo Perone e Rocco Maria Spina.

    Il tandem difensivo ha lavorato anche per i figli della coppia, entrambi coinvolti nelle attività illecite:

    Massimiliano Esposito junior: Da una richiesta di 18 anni, è stato condannato a 10 anni e otto mesi.

    Christian Esposito: Stessa richiesta e medesima pena di 10 anni e otto mesi. Era difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina. Il provvedimento del GIP ha riguardato tutti gli imputati coinvolti nel blitz del settembre dello scorso anno. Tra le altre sentenze spiccano: Carmine Esposito: 7 anni e due mesi. Gennaro Esposito: 8 anni. Michele Ortone: 4 anni (la posizione è agevolata dal suo status di neo collaboratore di giustizia). Salvatore Iuliano: 8 anni, a fronte di una richiesta iniziale di 14 anni (difeso dall’avvocato Mirella Baldascino).Vincenzo Fasano: 6 anni.Alessandro Tasseri: 10 anni. Condanne minori: Luisa Grasso (2 anni), Eduardo Esposito (2 anni) e Maria Campolo (2 anni con pena sospesa).

    Il blitz che ha portato all’arresto delle tredici persone, incluso il presunto capo clan e sua moglie, risale al settembre 2024. Le indagini avevano rivelato come Massimiliano Esposito, pur essendo ai domiciliari a Scalea o in carcere, continuasse a dirigere il clan con l’aiuto della consorte. Il gruppo criminale aveva monopolizzato il traffico di droga nelle zone della movida di Coroglio e imponeva il pizzo ai parcheggiatori abusivi della zona.

    Tra le persone coinvolte nel fascicolo d’indagine figurava anche un minore, noto per essere stato amico di Gennaro Ramondino, il ventenne tragicamente ucciso e bruciato a Pianura all’inizio di settembre.

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