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Salute

Iss, i fumatori in Italia passano dal 30% del 2008 al 24% del 2023: ma è allarme giovani

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Il fumatore diventa policonsumatore e l’allarme è soprattutto per gli adolescenti: più di un terzo degli studenti, tra i 14 e i 17 anni, che assumono nicotina utilizza uno dei prodotti disponibili sul mercato, e una quota consistente li usa tutti.
Cala il numero complessivo di fumatori in Italia, ma aumenta il numero di sigarette fumate. La situazione è fotografata dal Rapporto Nazionale sul Tabagismo dell’ISS diffuso in occasione della Giornata mondiale senza tabacco di domani, promossa dall’OMS.

Ecco i dati principali:

Il consumo nella popolazione generale (indagine ISS-Doxa)
Fuma il 20,5% della popolazione italiana sopra i 15 anni ma aumenta la media del numero delle sigarette fumate, 12,2 sigarette al giorno e un quarto dei fumatori supera le 20.

Si fuma di più al sud (29,7% uomini, 18,9% donne) rispetto al centro e l’età media dei fumatori è di 46,7 anni.

Tra i fumatori l’81,1% consuma sigarette confezionate, l’11,2% sigarette fatte a mano, il 14%  sigarette a tabacco riscaldato e il 5% e-cig.

In soldoni: i fumatori in Italia passano dal 30% del 2008 al 24% del 2023. Il 59% degli adulti tra i 18 e i 69 anni non fuma, il 17% ha smesso di fumare. Il 30,2% dei giovani usa almeno un prodotto tra sigaretta tradizionale, tabacco riscaldato o sigaretta elettronica.

Attualità

Donazione degli organi, sono sempre più in aumento le persone che si rifiutano

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L’11 aprile scorso si è celebrata la Giornata Nazionale per la Donazione e il Trapianto di Organi e Tessuti, un’occasione fondamentale per riflettere sul valore di un gesto che può salvare fino a sette vite.

Ma nonostante l’importanza di questa scelta, il trend preoccupa: nei primi tre mesi del 2025 il 40% di 950mila persone che hanno rinnovato la carta d’identità si è esplicitamente opposto alla donazione degli organi. È la percentuale più alta segnalata negli ultimi dieci anni, da quando vengono raccolti i dati delle dichiarazioni di volontà sottoposte alle persone al momento del rinnovo dei documenti.

Il centro nazionale trapianti, che coordina la distribuzione degli organi donati in tutti gli ospedali italiani in seguito alla morte di una persona, giudica questo andamento molto preoccupante perché a un aumento delle opposizioni corrisponde una minore possibilità di salvare migliaia di persone in attesa di un organo.

Grazie al consenso, lo scorso anno 1.730 persone hanno donato i loro organi contribuendo a 4.602 trapianti, perché un solo donatore può aiutare fino a sette persone, che diventano addirittura nove se polmoni e fegato vengono suddivisi tra più riceventi con la tecnica split.

I più propensi davanti all’ipotesi di donare gli organi dopo la morte sono i 40-50enni, i più dubbiosi sono soprattutto gli over 60, ma anche i 18-30enni, tra i quali le opposizioni sono passate dal 33,6% del 2024 al 37,9% del primo trimestre 2025.

Alla base ci sono spesso paura, mancanza di informazione o scarsa consapevolezza. Eppure donare è semplice, sicuro, e può fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di pazienti in lista d’attesa.

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Salute

Napoli, tumore alla mandibola rimosso grazie ad intervento innovativo con l’IA

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Un intervento innovativo eseguito all’A.O.U. Luigi Vanvitelli dall’equipe del professor Gianpaolo Tartaro ha salvato la vita a Nona, 48enne georgiana che ha rischiato di perdere la capacità di parlare e masticare a causa di un tumore alla mandibola.

In particolare, per la prima volta in Italia, è stato eseguito un intervento chirurgico con l’intelligenza artificiale. Grazie ad un dispositivo all’avanguardia e ad una tecnica mininvasiva, i chirurghi hanno ricostruito l’articolazione temporo-mandibolare senza lasciare cicatrici e garantendo un recupero rapido.

L’operazione ha permesso di preservare nervi e vasi sanguigni, superando i limiti delle tecniche tradizionali. e consentendo a Nona di tornare a casa e riabbracciare la figlia.

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Salute

Cina, un team di ricercatori scopre una nuova forma di coronavirus

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Un team di ricercatori cinesi ha scoperto un nuovo coronavirus dei pipistrelli, che comporta il rischio di trasmissione da animale a uomo perché utilizza lo stesso recettore umano del virus che causa il Covid-19.

Inoltre, alcuni studi hanno suggerito un collegamento iniziale nei pipistrelli e che sia passato all’uomo tramite un ospite animale intermedio. In particolare, l’ultima scoperta è un nuovo lignaggio del coronavirus HKU5 identificato per la prima volta nel pipistrello giapponese a Hong Kong: proviene dal sottogenere del merbecovirus, che include il virus di sindrome respiratoria mediorientale (Mers). Esso è in grado di legarsi all’enzima di conversione dell’angiotensina umano, lo stesso recettore usato dal virus Sars-CoV-2, che causa il Covid-19, per infettare le cellule.

Ecco quanto scrivono i ricercatori in un articolo pubblicato martedì sulla rivista a revisione paritaria Cell:

“Segnaliamo la scoperta e l’isolamento di un lignaggio distinto (lignaggio 2) di HKU5-CoV, che può utilizzare non solo l’Ace2 del pipistrello, ma anche l’Ace2 umano e vari ortologhi dell’Ace2 dei mammiferi (geni trovati in specie diverse con un’origine comune)”.

Tale scoperta ha fatto emergere che il virus, una volta isolato da campioni di pipistrello, poteva infettare cellule umane e masse di cellule o tessuti coltivati artificialmente, che assomigliavano a organi respiratori o intestinali miniaturizzati.

Tuttavia il team di Shi ha affermato che l’HKU5-CoV-2 si è adattato meglio all’Ace2 umano rispetto al lignaggio 1 del virus e “potrebbe avere una gamma di ospiti più ampia e un potenziale maggiore di infezione interspecie”.

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