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Cultura e spettacolo

[VIDEO] A Napoli si festeggiano i 300 anni dalla nascita di Re Carlo di Borbone

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Martedì 7 Giugno in Via Crispi 36/A di Napoli, sede della Fondazione “Il Giglio”, si terrà un seminario dedicato a Carlo III di Borbone intitolato “Il Re nostro”, l’evento sarà introdotto da Gennaro De Crescenzo (presidente del Movimento Neoborbonico) a seguire l’intervento dell’architetto Teresa Leone (Antares).

Il seminario è stato organizzato dal Movimento Neoborbonico in collaborazione con la Fondazione “Il Giglio” che nel frattempo ztanno già riscuotendo grande successo dalla mostra iconografica e documentaria (allestimento gratuito) che è stata già visitata da migliaia di persone (soprattutto giovani).

Carlo III di Borbone re di Spagna (VII come re di Napoli e Sicilia e I come duca di Parma).

Fu incoronato re a Palermo come Carlo III di Sicilia.

Invece, fu proclamato re di Napoli nella bolla d’investitura con il nome di Carlo VII, ma queste denominazioni non furono mai utilizzate dal sovrano, che preferì non apporre nessun numerale dopo il suo nome, per marcare una netta discontinuità tra il suo regno e quelli dei predecessori, che regnarono da un trono straniero. Sulla questione il contemporaneo Pietro Giannone scrisse:

« Egli è vero, che i Napolitani non si avanzarono a determinare il numero non sapendo se dovessero dirlo sesto, o settimo, o pure ottavo. Se non si voleva tener conto dell’Imperadore, era d’uopo chiamarlo Carlo VI; ma se, come francese della famiglia Borbone, si volesse fra la serie de’ re di Napoli porre Carlo VIII, re di Francia, bisognava dirlo Carlo VII. Ma in ciò fortemente ripugnavano gli Spagnoli, che non volevan soffrire che di quel re francese si avesse conto; sicché, saviamente, non vi poser numero alcuno. […] Ma i Siciliani, poiché essi non aveano l’imbroglio del re Carlo VIII, francamente omesso l’Imperadore, nelle loro monete, che pur mi furon mostrate a Venezia, determinarono il numero e dissero Carolus III, Siciliae rex; poich’essi, che non erano stati sotto i re angioini, non riconoscevano altri Carli re di Sicilia se non Carlo V imperadore e Carlo II re di Spagna. »

Per tutti questi motivi il nuovo sovrano preferì usare in ogni suo decreto una titolatura priva di numerazioni.

I negoziati per la conclusione del conflitto portarono alla firma dei preliminari di pace del 3 ottobre 1735, le cui disposizioni furono poi confermate il 18 novembre 1738 dal terzo trattato di Vienna. La coalizione borbonico-sabauda vinse la guerra, ma il trono polacco fu occupato dal candidato austro-russo Augusto III, già principe elettore di Sassonia, col nome di Federico Augusto II.

Carlo di Borbone fu riconosciuto da tutte le potenze europee come legittimo sovrano delle Due Sicilie, e gli fu ceduto anche lo Stato dei Presìdi, a condizione che questi stati rimanessero sempre separati dalla corona di Spagna. In quegli anni le speranze riposte in don Carlo erano tali da rendere diffusa la convinzione che egli avrebbe unificato l’intera penisola e assunto il titolo di re d’Italia

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Attualità

Il 1 settembre torna la #domenicalmuseo

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Il 1 settembre si rinnova l’appuntamento con #domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali.
Le visite si svolgeranno nei consueti orari di apertura, con accesso su prenotazione dove previsto.
Domenica 4 agosto l’affluenza registrata è stata di 227.397 persone.

Su https://cultura.gov.it/domenicalmuseo le informazioni e l’elenco completo.

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Cultura e spettacolo

Torna ‘Restate a Napoli’ con la direzione artistica di Lello Arena: 24 spettacoli ad ingresso libero

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Torna, per la sua quarta edizione, la rassegna Restate a Napoli ancora una volta con la direzione artistica di Lello Arena.

Dal 9 al 16 agosto piazza del Plebiscito ospiterà 24 spettacoli ad ingresso libero su prenotazione.

Finanziata dal Comune di Napoli, e voluta dal sindaco Manfredi, la manifestazione offrirà ai turisti e ai cittadini spettacoli dal vivo con artisti di diversi generi e un forte richiamo a quelli partenopei.
Le serate saranno presentate dall’attore Biagio Musella con gli interventi comici di Alessandro Bolide e del trio “Gli Ancora No” con special guest Massimiliano Gallo e Vincenzo De Lucia in interventi tra teatro d’autore e comico.
Poi spazio a tanta musica con il Premio Oscar Nicola Piovani, il fenomeno nazionale dell’urban jazz Serena Brancale, i ritmi latin ska del trombettista Roy Paci, la comicità surreale di Valerio Lundini, in scena con la sua live band, i concerti di diciotto tra bands e solisti partenopei e un Gala di Danza dell’ACSI. Infine il tributo a James Senese che torna ad esibirsi al Plebiscito dove incontrerà, dopo anni, Lello Arena. Tra i nomi di spicco della scena napoletana in programma troviamo le Ebbanesis, KamAak, Jovine con Francesco Di Bella, Zulù, Simona Boo, Andrea Tartaglia, Divieto di Swing e tanti altri.

 Per partecipare è necessaria la prenotazione. Dal giorno 6 agosto (ore 15:58 – i numeri che Massimo Troisi e Lello Arena chiedevano a San Gennaro) gli utenti potranno prenotare i loro posti a sedere attraverso la piattaforma Etes al link https://www.etes.it/sale/list/10491/RestateaNapoli.

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Cultura e spettacolo

100 anni fa nasceva Corrado, il presentatore dall’ironia garbata e pungente

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Impossibile dimenticare quella garbata, inimitabile, ironia. Normalità, semplicità, sobrietà e umiltà sono caratteristiche che lo hanno reso popolare e amato. Corrado Mantoni per il pubblico semplicemente Corrado, per Totò il presentatore “scognomato” nato a Roma il 2 agosto 1924.
Sono 100 anni dalla nascita (a giugno sono trascorsi 25 dalla morte): impossibile dimenticarsi di lui che la televisione l’ha vista nascere, l’ha attraversata, e ha saputo dargli il suo personalissimo tocco di originalità all’insegna dell’educazione, della lingua italiana perfetta, della curiosità e dell’ironia british.
Ciclicamente Corrado ritorna, attraverso la sua creazione più celebre, La Corrida (prima in radio tra fischi e campanacci, poi approdata in in tv su Canale 5 dal 1986), il programma che dava l’occasione ai “dilettanti allo sbaraglio” di mettersi in mostra cantando, ballando, proponendo spettacoli a volte fantasiosi altre inguardabili, e inascoltabili. Diciamo che il reality show lo ha inventato Corrado o almeno ha messo le basi.
Ma Corrado prima di approdare nelle televisione appena nata, negli anni Cinquanta, aveva già alle spalle un’esperienza in radio: speaker del radiogiornale in tempo di guerra, annunciò lui la fine della seconda guerra mondiale e la vittoria referendaria della Repubblica sulla Monarchia, ‘voce amica’ dei militari nel dopoguerra con le trasmissioni per le Forze Armate (Radio Naja), inventando una nuova maniera di fare radio, coinvolgente e confidenziale.
Fu poi colonna dell’intrattenimento radiofonico Rai con programmi di successo come Corrado fermo posta, Corrado otto e mezzo, Rosso e nero, che poi porto’ anche in tv.
Con l’avvento del piccolo schermo, insieme a Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Pippo Baudo tenne a battesimo le prime trasmissioni sperimentali della televisione italiana.
Il primo grande successo televisivo nel 1960 fu Rosso e Nero. Fu poi la volta de “L’amico del giaguaro”, di “Canzonissima” con la Carrà a mostrare l’ombelico nel tuca-tuca.
Calco’ da presentatore anche il palco del Festival di Sanremo.

ANSA

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