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POLITICA

NAPOLI: Far West in Via Toledo, la ‘stesa’ dei clan

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NAPOLI – È notte di fuoco in pieno centro a Napoli, in una delle strade più frequentate da turisti e avventori comuni. Si tratta di una ‘stesa’, una scorribanda armata con colpi sparati in aria e anche ad altezza d’uomo causata probabilmente, come riportato dall’ANSA, da due uomini a bordo di uno scooter. Gli spari sono stati uditi da alcuni testimoni, vicinissimi a Piazza Plebiscito.
In mattinata le forze dell’ordine hanno trovato otto bossoli calibro 9.
E si teme la faida ai quartieri spagnoli.

POLITICA

Elezioni comunali in Campania, il 25 e il 26 maggio i cittadini dei Comuni interessati saranno chiamati al voto

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Elezioni comunali in Campania, si vota in 15 comuni
Domenica 25 maggio e lunedì 26 maggio i cittadini dei comuni interessati saranno chiamati al voto. Domenica 8 e lunedì 9 giugno è previsto l’eventuale turno di ballottaggio delle amministrative.

Lo stesso weekend di giugno, inoltre, tutti i cittadini italiani dovranno recarsi alle urne per partecipare al voto per i 5 referendum popolari abrogativi indetti su altrettanti quesiti in materia di disciplina del lavoro e di cittadinanza.

In entrambe le tornate elettorali si potrà votare nei seguenti orari: domenica dalle 7 alle 23 mentre il lunedì dalle 7 alle 15. Lo spoglio dei voti inizierà immediatamente dopo la chiusura delle urne, i primi exit poll già in serata.

Saranno 15 i Comuni, come già scritto, in cui si andrà al voto in Campania:

Cinque nel Napoletano: Casavatore, Giugliano in Campania, Marigliano, Nola e Volla.

Uno nel Beneventano: Sant’Angelo a Cupolo.

Tre nell’Avellinese: Chiusano di San Domenico, Rotondi e Senerchia.

Due nel Casertano: Lusciano e Pignataro Maggiore.

Quattro, invece, nel Salernitano: Capaccio Paestum, Castelnuovo di Conza, Ispani e Sant’Angelo a Fasanella.

Affluenza e risultati si potranno seguire online sulla piattaforma web Eligendo e sull‘app Eligendo mobile.

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Politica

Insulti social a Liliana Segre, proseguono le indagini su un centinaio di account

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Devono proseguire le indagini sugli insulti social per diffamazione, con l’aggravante della discriminazione dell’odio razziale, nei confronti di Liliana Segre.

Lo ha deciso il gip di Milano Alberto Carboni, che ha ordinato alla Procura di identificare con nuovi accertamenti 86 account, accogliendo in sostanza l’istanza ad andare avanti con il procedimento avanzata dalla Senatrice a vita, tramite l’avvocato Vincenzo Saponara.
Lo stesso giudice ha ordinato l’iscrizione di nove persone che non erano state indagate e l’imputazione coatta per altre sette. La Procura aveva chiesto l’archiviazione per 17 posizioni. Archiviata l’accusa nei confronti di chef Rubio. 

 Accusare “di nazismo una reduce dai campi di sterminio integra di per sé” la diffamazione ed è “uno sfregio alla verità oggettiva” e “la più infamante delle offese per la reputazione di chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell’olocausto”. Lo scrive il gip Alberto Carboni nell’ordinanza con cui, respingendo in gran parte le richieste della Procura, ha ordinato di andare avanti con le indagini su 86 account per gli insulti a Liliana Segre, di indagare altre nove persone e di disporre l’imputazione coatta per sette. Il “web”, scrive il gip, non può essere una zona franca. 

Il gip nel suo provvedimento, depositato stamani, ordina al pm di Milano Nicola Rossato, che aveva chiesto l’archiviazione per 17 indagati, di formulare l’imputazione coatta, ossia il decreto di citazione diretta a giudizio, per sette persone (non Chef Rubio la cui posizione viene archiviata). In più, ordina l’iscrizione con nuove indagini su altre nove persone, mai indagate prima, tra cui Nicola Barreca, che nel 2023 figurava come segretario cittadino della Lega a Reggio Calabria.
Inoltre, lo stesso giudice ha ordinato che “siano svolte nuove indagini (richiesta di acquisizione dati telematici, accertamenti Osint e sui dati personali presenti nei profili social) volte a identificare i seguenti profili social” e ne elenca 86 in totale.

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POLITICA

Anci Campania, Francesco Morra Vice Presidente Vicario

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Il Presidente del direttivo regionale dell’Anci, Giuseppe Parente, Sindaco di Bellosguardo (Sa), ha ricevuto questa mattina la lettera di formali dimissioni di Carlo Marino, ex Sindaco di Caserta, da presidente di Anci Campania.

E ha diffuso questa nota ai componenti dell’Esecutivo, del Direttivo e al Presidente nazionale, Gaetano Manfredi: «Con profonda emozione, comunico a tutti voi che il Presidente Carlo Marino ha formalizzato questa mattina le proprie dimissioni dalla carica di Presidente di Anci Campania, a seguito del venire meno dei requisiti necessari per il mantenimento dell’incarico. Desidero, in primo luogo, rivolgere un sentito e personale ringraziamento a Carlo, che in questi quasi sei anni di Presidenza ha dedicato energie, competenza e passione al servizio della nostra Associazione. Sotto la sua guida, ANCI Campania ha consolidato il proprio ruolo istituzionale, rafforzando non solo la coesione associativa ma anche la reputazione nel dialogo con le istituzioni e i territori. Il suo impegno ha lasciato un’impronta indelebile, costruendo ponti con Regione, Università e Ordini professionali e valorizzando le autonomie locali con visione e dedizione. Conformemente alle procedure, l’atto di dimissioni sarà trasmesso al Presidente Nazionale di ANCI, Gaetano Manfredi, al quale chiederemo – come sempre – un prezioso accompagnamento in vista del percorso di rinnovo della Presidenza regionale. Nel corso di questo passaggio e in vista del completamento del processo statutario, le attività istituzionali e di rappresentanza saranno assunte dal Vicepresidente Vicario, Francesco Morra, nominato il 29.01.25 prot. 45, Sindaco di Pellezzano ed esperto delle dinamiche associative di Anci Campania, avendo a lungo svolto incarichi sia nell’Esecutivo regionale, sia, prima ancora, in Anci Giovani“.

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