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Selvaggia Lucarelli combatte il ciberbullismo con la legge del taglione

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La definizione fornita da Wikipedia in merito al Cyberbullismo è la seguente:

“Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia «bullismo online») è il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante la rete.

Il termine cyberbullying è stato coniato dall’insegnante canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment (“cybermolestia”) che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne”.

La vicenda: in seguito al suicidio di Tiziana Cantone, vittima incolpevole del cyberbullismo, il web si è spaccato, dividendosi tra perbenisti a scoppio ritardato, haters ad oltranza e pseudo-leader mediatici che hanno sfruttato la propria notorietà cibernetica aoutoeleggendosi moderni paladini della giustizia e castigamatti dei poveri. L’ultima è proprio la categoria alla quale dedico questo articolo.

Nella giornata di ieri, molti sono stati i post acidi e crudeli degli haters di turno che hanno speso l’ennesima parola di odio nei confronti di Tiziana. Un utente di Facebook in particolare, A.F. (nome e cognome puntato in quanto non vogliamo alimentare ulteriori vessazioni nei suoi confronti), è stato preso di mira dalla nota opinionista Selvaggia Lucarelli, la tastiera più graffiante del web, che, armata di screenshot ed anche di una buona dose di rabbia, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il post incriminato di A.F. sentenziando: “Ti regalo un giorno alla Tiziana Cantone. Sperimentata sulla tua pelle, come ci si sente ad essere lo zimbello o la merda del giorno sul web? Stai facendo un post? Bravo! PS: spero che la famiglia di Tiziana lo denunci”.

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Il post in questione della Lucarelli è stato poi ripubblicato in quanto A.F. è stato, per ovvie ragioni, costretto a rimuoverlo dal social network. Nell’andare a ripostarlo, la giornalista aggiunge “Spero che l’orchestra sinfonica di Salerno si vergogni, come dovrebbe essere in memoria di Tiziana e per rispetto di tutte le donne, di averti tra i suoi musicisti, così una piccola conseguenza tocca pure a te. Spero che si vergogni la curva del Salerno calcio ad ospitarti allo stadio. E che anziché suonare in un tributo a Vasco da ora in poi, al massimo, ti facciano suonare in un tributo a Tiziana”. Oltre 53.000 utenti Facebook hanno visualizzato ed apprezzato coi propri likes il post della Lucarelli, ma il bello, per così dire, arriva adesso; fomentati dalla bella Selvaggia hanno cominciato a scagliarsi contro l’autore degli insulti alla memoria di Tiziana inviandogli messaggi privati per poi postarne il contenuto sulla bacheca della giornalista. Ne alleghiamo alcuni.

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Ma c’è di più. Qualcuno, dato che la Lucarelli ha espressamente fatto sapere al cyber spazio che A.F. suona nell’orchestra sinfonica di Salerno, è addirittura andato a cercare il contatto del Direttore dell’orchestra in questione, postandolo in bella vista ed incitando gli altri “Scriviamo al Direttore dell’Orchestra sinfonica di Salerno, devono cacciarlo!” e la Lucarelli ha prontamente risposto “Brava, ma in massa!”. Allego il commento in questione.

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La caccia all’orco è continuata con altri screenshots dei ‘seguaci’ della giornalista raffiguranti il proprio personale contributo alla vicenda, mail e messaggi indirizzati al Direttore dell’Orchestra di Salerno in cui chiedevano di cacciare A.F. tanto da costringere anche l’Orchestra Sinfonica a fare un post pubblico in cui si afferma che saranno presi provvedimenti nei confronti del musicista in questione.

BAM! In un attimo, a causa di un post, è stata totalmente rovinata la vita di un ragazzo. Un momento, questa vicenda mi ricorda qualcosa… massì! E’ la stessa identica cosa che è accaduta a Tiziana!

Vorrei ricordare che la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, la Costituzione dello Stato Italiano e la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo tutelano tutte, indistintamente, la libertà di manifestazione del pensiero. In particolare La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 recita:

  • 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere

Mentre l’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana recita:

  • Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Pur essendo totalmente in disaccordo con quanto scritto da A.F., voglio far notare a tutti che A.F. era nel pieno diritto di esprimere le proprie opinioni, per quanto deplorevoli esse siano. Ciò che c’è di errato in tutta questa vicenda, a parte ovviamente la morte di una ragazza innocente, è che, prima di incitare una folla rabbiosa di social-vampiri assetati di sangue, bisognerebbe fermarsi a pensare. Sarebbe bastato nascondere l’autore del post e sfruttare la propria notorietà per cercare di smuovere le coscienze, addolcire gli animi.

Ciò che è stato messo in atto da Selvaggia Lucarelli è quanto di più sbagliato si potesse fare.

A.F., dopo un post di pubbliche scuse è stato costretto a cancellare il proprio account da Facebook perchè sommerso da insulti e minacce. E’ stato cacciato dall’Orchestra nella quale suonava ed ha quindi perso un’importante fonte di guadagno a causa di una sua opinione personalissima. Questo, in una società civile, non dovrebbe mai accadere.

A.F. ha rilasciato per Minformo una dichiarazione che abbiamo considerato doveroso allegare all’articolo: “Sono profondamente pentito di ciò che ho scritto, non credevo potesse scatenare tutto questo. Nonostante il mio post di scuse sentite, sono stato costretto a cancellare il mio account poiché ho ricevuto oltre cinquecento messaggi nei quali i seguaci della Lucarelli, fomentati dal suo post che ha fatto di me il capro espiatorio della vicenda, mi suggerivano di suicidarmi e mi auguravano di fare la stessa fine di Tiziana”. A.F. ci ha anche tenuto a ringraziarci per l’impegno di difendere la sua libertà di parola, pur non condividendo ciò che ha detto, ed ha reclinato il nostro invito ad un’intervista davanti ad una telecamera “Grazie mille ma spero vivamente che questa storia finisca nel dimenticatoio, non vorrei alimentare il fuoco dei media. Voglio soltanto tornare al più presto alla mia vita”.

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CAIVANO. La Corte dei Conti indaga l’ex Sindaco Tonino Falco e sei dei suoi assessori. Tutti i nomi

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CAIVANO continua a far parlare di sé. Un’altra indagine e altri personaggi politici raggiunti da provvedimenti della Magistratura. Questa volta è la Corte dei Conti che va a spulciare i motivi e i colpevoli del vero dissesto finanziario dell’ente comunale.

Notizia di questa mattina è quella che vede l’ex Sindaco Tonino Falco protagonista, insieme a sei dei suoi assessori, accusato di aver condotto al tracollo finanziario il Comune attraverso una «gestione disinvolta dei fondi pubblici», che avrebbe anche creato un «terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata».

I provvedimenti della Procura regionale della Corte dei Conti della Campania riguardano l’ex sindaco Antonio Falco, per il quale si chiede la condanna al pagamento di 69.205,2 euro mentre si chiede la condanna al pagamento di 31.142,4 euro per gli ex assessori Francesco Casaburo, Bartolomeo Perna, Enzo Pinto e Vincenzo Semonella, Antonio De Rosa e Giulio Di Napoli.

Oltre alle sanzioni pecuniarie la Procura ha inoltrato anche la richiesta di applicazione, per tutti, della sanzione interdittiva di cui all’art. 248 del TUEL, comma 5, la quale prevede l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.
L’ udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel Gennaio 2024.

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DL Campi Flegrei, Più Europa: “Monitorare e ascoltare i territori”

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“Il Decreto Legge ‘Campi Flegrei’, che dovrà essere convertito in legge, prevede uno stanziamento di circa 53 milioni di euro per i comuni interessati dal fenomeno del bradisismo, che negli ultimi mesi ha fatto registrare numerose scosse nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida. Vigileremo affinché i soldi destinati ai Campi Flegrei non producano storture come è accaduto per la legge speciale 887/84, dove centinaia di migliaia di euro sono stati spesi senza un reale coinvolgimento delle comunità locali, utilizzando il sistema del commissario straordinario”. Lo affermano Bruno Gambardella, coordinatore regionale di +Europa in Campania, e Rosario Mariniello, membro della direzione nazionale. “In Parlamento – continua il segretario di +Europa Riccardo Magi – monitoreremo la situazione per fare in modo che le richieste dei Consigli Comunali e della popolazione residente nei Campi Flegrei siano accolte e tenute in considerazione, senza scelte calate dall’alto. Va fatta chiarezza quanto prima in merito all’articolo 4 del Decreto Legge che parla di ‘Pianificazione speditiva di emergenza in caso di recrudescenza del fenomeno’: il governo spieghi se sta pensando a sgomberi ed evacuazioni su larga scala anche in assenza di un concreto rischio di eruzione. Sorgono dubbi e preoccupazioni sulle condizioni per adottare il piano, le destinazioni dei cittadini, la durata e le finalità degli eventuali allontanamenti”, conclude Magi.

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AFRAGOLA. Rapporti tra Camorra e Politica? Catalano si dimette a causa di una foto che lo ritrae col figlio del boss.

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AFRAGOLA – Dopo i fatti di Caivano, l’ombra dei clan, questa volta quello dei Moccia, anche nella giunta Pannone? Non è detto, ma gli ultimi fatti di cronaca politica sono alquanto inquietanti.

Dopo l’inchiesta giornalistica del collega Nello Trocchia sulle pagine de “Il Domani” stamattina l’articolo apparso sulle pagine delle “Cronache di Napoli” a firma del collega Francesco Celardo.

Il primo parla di alcune dichiarazioni di un pentito di camorra che testimonierebbero collegamenti tra la vicesindaco e Sottosegretaria parlamentare Pina Castiello e il clan egemone sul territorio.

Il secondo ci spiega le vere motivazioni che hanno indotto ieri l’assessore Giuseppe Catalano a rassegnare le proprie dimissioni. Galeotta è stata una foto finita in mano ai politici di maggioranza che ritrae l’ormai ex assessore in compagnia del figlio del boss Antonio Moccia, Angelo ed un altro esponente borderline casoriano all’uscita di una festa scattata durante un non ben definito weekend.

La testimonianza di questo rapporto del Catalano con determinati ambienti – seppur i catturati nella foto non risultano né indagati né colpevoli di alcun reato ma potrebbero solo creare un fumus viste le parentele – ha dato il la ad alcuni esponenti di maggioranza, due su tutti, Giuseppe Affinito e Arcangelo Ausanio, di compulsare il Sindaco Pannone affinché si adoperasse per un azzeramento di giunta. Magra è stata la consolazione dei due, dove il primo soprattutto ha sempre definito, al netto di Pina Castiello, la giunta un esecutivo di bassissimo profilo. L’occasione poteva essere ghiotta per il Sindaco per dare una sterzata anche all’attività gestionale dell’Amministrazione ma così non è stato.

L’unica nota positiva, viste sempre le frequentazioni, è che l’Assessore Catalano si sia dimesso. Anche perché l’opportunità politica vuole che al minimo dubbio, nessun dubbio e se si considera che la vicesindaco è già finita nell’occhio del ciclone di un’inchiesta giornalistica, una nuova testimonianza di commistione non sarebbe proprio costruttiva per l’Amministrazione vigente.

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