

Cronaca
CAIVANO: Trovato morto fuori al Parco Verde, il suo telefonino scomparso
CAIVANO – Ieri poco prima del cenone di Capodanno, la famiglia di un 42enne, tale Michele Raucci, residente in Via Raio, in pieno centro storico a Capodrise, si è vista coinvolta di una tragica vicenda, infatti il corpo del capodrisano è stato trovato esanime dai carabinieri della tenenza di Caivano poco distante dal Parco Verde, Michele aveva un passato da tossicodipendente ma a quanto pare, i vicini asseriscono che sembrava esserne uscito del tutto dal tunnel della droga, tanto che per un periodo di tempo ha pure lavorato come operatore ecologico nel comune capodrisano, eppure il luogo del ritrovamento, lascia molti dubbi a riguardo.
L’ex operatore ecologico è stato visto allontanarsi da Capodrise intorno alle 15 a bordo di un motorino, insieme ad un amico, e quando la madre ha provato a chiamarlo a telefono, gli hanno risposto altre persone, dicendogli: “Suo figlio ora non può parlare” ma al momento del ritrovamento del corpo, non è stato rinvenuto alcun telefonino.
campania
Maxi frode carburanti e ‘ndrangheta, l’operazione della guardia di finanza

C’è anche la Campania – insieme a Calabria e Lazio – tra le regioni in cui la guardia di finanza di Reggio Calabria ha eseguito un sequestro di beni per un valore totale stimato in 40 milioni di euro. Sarebbero riconducibili, secondo gli inquirenti, a due imprenditori di Gioia Tauro indiziati di essere collusi con la cosca di ‘ndrangheta’ che fa capo alla famiglia “Piromalli-Molè”, con la quale avrebbero instaurato una alleanza “di assoluto spessore, duratura nel tempo e ben radicata”.
La figura ritenuta dagli inquirenti criminale degli imprenditori era emersa nell’ambito di un’operazione del 2021, quando vennero eseguite 23 misure cautelari e sequestri per oltre 620 milioni di euro. Per le risultanze di questa indagine i due sono stati rinviati a giudizio per il reato, tra gli altri, di associazione di stampo mafioso. In particolare, sulla base delle risultanze investigative, che dovranno comunque trovare conferma nelle successive fasi giudiziarie, le indagini avrebbero svelato un articolato sistema di frode fiscale, realizzata nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’IVA e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento, istituto che serve ad acquistare in regime di non imponibilità.
L’associazione avrebbe gestito secondo gli investigatori l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero, dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo tra queste due estremità della catena una serie di operatori economici – imprese “cartiera” di commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali – con lo scopo di evadere le imposte in modo fraudolento e sistematico, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle citate dichiarazioni di intento. Le società “cartiere” avrebbero dichiarato, fraudolentemente, di possedere tutti i requisiti richiesti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla normativa di settore, acquistando il prodotto senza l’applicazione dell’Iva.
Il prodotto petrolifero, a seguito di meri passaggi “cartolari” tra le società coinvolte, sarebbe stato ceduto a prezzi concorrenziali ad individuati clienti, in danno, peraltro, degli onesti imprenditori del settore. Da ultimo, il sistema di ripulitura degli incassi sarebbe avvenuto anche per il tramite di famiglie di ‘ndrangheta portatrici di interessi nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi. In tale contesto, le risultanze emerse avrebbero evidenziato, altresì, il ruolo degli imprenditori oggetti del sequestro di oggi, “colletti bianchi” attraverso cui le consorterie riuscivano ad operare con profitto, inserendosi in un settore nevralgico, altamente remunerativo.
Attraverso una complessa e articolata attività di riscontro è stato individuato il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dei due imprenditori, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla loro capacità reddituale. Nello specifico questi i beni sequestrati: l’intero compendio aziendale di 6 imprese attive nei settori, tra gli altri, del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, della manutenzione e riparazione di containers e della locazione immobiliare di beni propri, 1 ditta individuale operante nel settore agricolo, quote di una società operante nel settore della locazione immobiliare di beni propri, 9 fabbricati, di cui 7 ubicati a Roma, 5 autovetture, 4 orologi di lusso, nonché disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato di 40 milioni di euro.
Calcio
Tragedia nel mondo del calcio, muore a soli 34 anni, Emanuela Perinetti, figlia di Giorgio, si è spenta in ospedale

Si è spenta a 34 anni Emanuela Perinetti, figlia dello storico dirigente del Napoli di Maradona ( fu lui a comunicargli la positività alla cocaina nel ’92) e attuale responsabile dell’area tecnica dell’Avellino Giorgio Perinetti. Influencer Marketing Manager nel mondo del calcio, Emanuela Perinetti si era distinta nel mondo del calcio per la sua grande professionalità. La morte è sopraggiunta dopo un periodo di ricovero ospedaliero dovuto all’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Nel 2018 perse la mamma Daniela, deceduta a causa di un tumore al seno,
La notizia della morte di Emanuela ha suscitato un profondo cordoglio nel mondo del calcio.Tra i primi a esprimere il proprio cordoglio per la fine prematura della 34enne è il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello, che ospitava spesso Giorgio Perinetti in trasmissione, oltre ad essere un grande tifoso irpino: “Abbiamo portato avanti la trasmissione fino alla fine, parlato abbondantemente di quanto è accaduto alle squadre italiane impegnate in Champions League. Consentitemi ora, in chiusura, di soffermarmi anche su altro. Siamo rimasti letteralmente sconvolti da una notizia terribile: la scomparsa della figlia di Giorgio Perinetti. Il dirigente, come è ben noto, è intervenuto più volte da noi, nella nostra trasmissione. Sono in difficoltà anche nell’inviargli un messaggio di cordoglio perché mi rendo conto di quello che sta vivendo. Non possiamo che pensare a lui in questo momento”.
L’Avellino, attuale società del dirigente romano, si è stretto attorno al suo direttore dell’area tecnica per il grave lutto. “L’U.S. Avellino 1912 si unisce al dolore del proprio direttore dell’area tecnica Giorgio Perinetti per la scomparsa della cara figlia”, si legge in una nota del club irpino. Anche il Venezia, uno degli ex club di Perinetti, ha voluto far sentire la propria vicinanza al noto e stimato dirigente con un messaggio sul sito ufficiale: “Il Venezia FC si unisce al dolore che ha colpito la famiglia Perinetti ed esprime le più sentite condoglianze per la prematura scomparsa di Emanuela, figlia maggiore di Giorgio Perinetti, che in qualità di Direttore Sportivo dal 2015 al 2017 ha guidato il club arancioneroverde prima alla promozione in Serie C e l’anno seguente alla conquista della Serie B ed alla Coppa Italia di Lega Pro. Addio, Emanuela”.
campania
Napoli. Tentano lo scippo nella centrale Piazza San Pasquale, vittima un magistrato.

Su delega del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli si comunica quanto segue: I carabinieri della compagnia Napoli centro hanno eseguito una misura cautelare di collocamento in comunità emessa dal Tribunale per i minorenni di Napoli su richiesta della locale Procura nei confronti di un 16enne e di un 17enne, entrambi incensurati.
I minorenni sono gravemente indiziati del reato di tentato furto con strappo avvenuto la notte dello scorso 29 ottobre in piazza San Pasquale nel quartiere Chiaia in danno di un magistrato tirocinante presso la Procura della Repubblica di Napoli. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia Napoli Centro – coordinati dalla Procura minorile – effettuate mediante le analisi dei sistemi di video sorveglianza e lettura targhe della zona hanno permesso di raccogliere diversi indizi nei confronti degli indagati.
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