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Coronavirus. Quando si tornerà alla normalità? Lo studio dell’Iss e del Ministero della Salute

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Sogniamo tutti un abbraccio, un bacio, una passeggiata senza ansie, amuchine e mascherina, ma quando si potrà finalmente tornare alla tanto agognata normalità?

Secondo uno studio dell’Istituto Superiore della Sanità e del Ministero della Salute, insieme alla Fondazione Bruno Kessler, una svolta si potrà avere tra circa cinque mesi.

La luce in fondo al tunnel si vedrà quindi ad Agosto 2021, ma la svolta si potrà raggiungere solo a determinate condizioni.

Riportare al più presto i contagi di Covid-19 a un tasso di incidenza al di sotto dei 50 casi per 100 mila abitanti (oggi sopra i 200 in diverse Regioni d’Italia), garantire un ritmo di 500 mila somministrazioni di vaccino al giorno e tenere l’Rt non superiore a 1. Queste le principali linee guida per arrivare a un tasso di decessi simile a quello provocato dall’influenza e consentire una graduale riapertura di attività e servizi.

Quali sarebbero , invece, gli scenari con una somministrazione più lenta? Quali quelli garantiti da un’immunità vaccinale valida per meno di 12 mesi?

Attualmente il ritmo di somministrazione giornaliere dei vaccini anti Covid viaggia a circa 250 mila iniezioni ogni 24 ore. Se si mantenesse come minimo questa velocità, andando a crescere e garantendo il recupero degli enormi ritardi avuti fin dai primi momenti, la campagna vaccinale potrebbe chiudersi prima della fine dell’anno 2021.

In questo modo si eviterebbe circa l’80% dei potenziali decessi calcolati senza la presenza dei vaccini. Sempre nei dettagli dello scenario migliore possibile, si potrebbe arrivare poi a una situazione di totale Covid free esattamente tra un anno, nel marzo 2022.

Riguardo a una delle varianti fondamentali dello scenario, e cioè il ritmo di vaccinazione, lo studio ipotizza la somministrazione di 4 dosi di vaccino al giorno per ogni 1000 abitanti, quindi 240 mila iniezioni al giorno a partire dallo scorso gennaio.

L’ipotesi è anche quella di una copertura del 75% della popolazione, con una priorità garantita alle fasce più deboli e una protezione da parte dei vaccini non solo dalla malattia e quindi dai sintomi ma anche dall’infezione vera e propria.

Come riporta Open, ipotizzando condizioni meno ideali rispetto a quelle stabilite inizialmente, lo studio calcola i tempi di campagna vaccinale se il ritmo garantito fosse quello di 2 dosi ogni 1000 abitanti, la metà del ritmo ideale.

Il piano di somministrazione del governo andrebbe avanti per 2 anni, con un aumento della mortalità e un allentamento delle restrizioni possibile a fine 2022.

Se sul ritmo di somministrazione da raddoppiare sarà il governo a dover agire in maniera determinante, su una delle altri principali condizioni non riuscirà ad avere molta voce in capitolo.

Il nodo è quello della durata dell’immunità garantita dai vaccini. Se infatti durasse 6 mesi o comunque meno di un anno, a partire almeno dal prossimo autunno ci sarebbe l’urgenza di contenere un’ulteriore ondata e quindi di nuove misure restrittive. Senza contare il rischio di mortalità che diventerebbe il quadruplo rispetto a quello previsto nello scenario ideale. Al problema della breve durata dell’immunità però per gli esperti potrebbe essere trovata una soluzione: «Se la prima campagna vaccinale durasse 13 mesi anche con una copertura breve sarebbe possibile avviare una seconda campagna di vaccinazione mantenendo comunque l’epidemia sotto controllo».

Anche in questo caso dunque la rapidità del ritmo di vaccinazione si dimostra determinante.

«Se c’è tale condizione ci si può aspettare il ritorno a uno stile di vita identico a quello pre-pandemia nel giro di 7-15 mesi a partire dallo scorso gennaio nella maggior parte degli scenari» evidenziano gli scienziati.

L’analisi mette però in guardia dal riaprire troppo velocemente dopo avere vaccinato anziani e persone fragili: in questo caso si potrebbe avere un aumento considerevole delle morti.

L’altra incognita che incombe sullo studio è quella delle mutazioni di Covid-19. L’ipotesi è quella di un aumento della trasmissibilità del virus causa varianti fino all’80% in più rispetto a quello originario. Una condizione che influirebbe ovviamente sul tasso di mortalità e che costringerebbe a misure di contenimento da mantenere più a lungo.

Lo studio non tiene però conto dell’arrivo dell’estate, quando l’aumento delle temperature e il tempo trascorso all’aperto potrebbe influire sulla minore trasmissibilità del virus originario e mutato.

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Bonus vacanze 2024, ecco a chi spetta l’agevolazione Inps

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Il Bonus Vacanze 2024 è rivolto ai pensionati residenti in Italia e iscritti a specifiche gestioni previdenziali. L’importo del bonus varia in base alla durata del soggiorno e al reddito ISEE del richiedente. Per soggiorni di almeno 15 giorni e 14 notti, il contributo può arrivare fino a 1.400 euro, mentre per soggiorni di 8 giorni e 7 notti è previsto un massimo di 800 euro. Il bonus copre parte delle spese per le vacanze dei beneficiari per viaggi prenotati tra il 1° maggio e il 17 dicembre 2024.

Il bonus è destinato ai pensionati residenti in Italia e iscritti a gestioni previdenziali specifiche, come la Gestione Dipendenti Pubblici, la Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali (ex Fondo Credito) e la Gestione Fondo Postelegrafonici (ex IPOST). Anche i coniugi conviventi e i figli con disabilità grave o invalidità civile al 100% possono beneficiare del bonus, purché inclusi nell’attestazione ISEE del pensionato.

Per soggiorni di almeno 15 giorni e 14 notti, il contributo massimo è di 1.400 euro, mentre per soggiorni di 8 giorni e 7 notti il massimo è di 800 euro. La copertura delle spese varia in base agli scaglioni ISEE: per redditi fino a 8.000 euro, la copertura è del 100%, mentre per redditi superiori a 72.000 euro.Anche le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro e almeno tre componenti possono beneficiare del Bonus Vacanze, ottenendo sconti fino a 500 euro.



(fonte: tgcom24)

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Inizia l’esodo: weekend da bollino rosso

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Al via il primo grande weekend di partenze: lungo la rete Anas, per l’ultimo fine settimana di luglio, è così atteso traffico in costante aumento da bollino rosso. E, in previsione dell’aumento dei flussi veicolari dovuti agli spostamenti per l’esodo estivo, viene limitata la presenza dei cantieri: da sabato 27 luglio e fino al 3 settembre sospesi 906 cantieri, il 70% di quelli attivi (1278).
Su alcune tratte caffè gratis per chi guida.
Dati positivi per il settore turistico: nell’ultimo weekend di luglio risultano prenotate 8 camere su 10.

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Crollo Scampia, Vincenzo De Luca: “Pronti a dare una mano. Sconcertati dalla perizia ignorata”

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“Noi della Regione Campania siamo disponibili a dare una mano per il futuro rispetto al problema di lunga data nella Vela Celeste di Scampia. Anche perchè leggiamo sui giornali che c’era una relazione tecnica già di otto anni fa che segnalava la condizione di pericolo gravissimo proprio su quel ballatoio, perché i giunti erano in pratica saltati”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nella sua diretta su Facebook.

“Sapendo che c’era una perizia tecnica – ha sottolineato De Luca – di otto anni fa, immaginiamo come erano quei giunti 8 anni dopo e con i lavori in corso. Sono notizie che lasciano sconcertati e anche un po’ indignati sinceramente. Sono cose che saranno accertate dalle autorità competenti. Noi siamo pronti a dare mano per evitare altre tragedie e per far prevalere la solidarietà ma anche l’efficienza e la concretezza operativa”.

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