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Agguato nel rione, uccide il cognato con un colpo di pistola dopo una lite

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Sarebbe stato il cognato della vittima ad uccidere, ieri pomeriggio, Antonio Morelli assassinato con un colpo di pistola al torace a Reggio Calabria. Del fuggitivo non é stata resa nota l’identità ma, adesso,  viene ricercato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Alfonso Iadevaia. L’omicidio del 29enne, secondo l’Ansa, sarebbe avvenuto nel corso di una lite scatenatasi dopo un diverbio avvenuto in mattinata tra la sorella della vittima ed il marito.  Qualche ora più tardi Antonio Morelli, insieme al fratello, si é recato sotto casa della sorella dove ha incontrato il marito di quest’ultima.

Tra i tre é sorta subito una discussione al culmine della quale il cognato dei fratelli Morelli ha sparato con una pistola un solo colpo all’indirizzo di Antonio, dandosi immediatamente alla fuga. Morelli é stato accompagnato dal fratello in ospedale, ma é morto poco dopo. Il fratello della vittima, nel lasciare in auto l’ospedale, ha avuto un incidente sulla rampa d’ingresso del nosocomio ed é stato ricoverato a causa delle ferite riportate. Le sue condizioni, comunque, non sono gravi

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Pompei: Controlli dei carabinieri, una persona arrestata

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I Carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia hanno passato a setaccio diverse zone della città e di Gragnano dove non sono mancate perquisizioni e controlli anche a cittadini già noti alle forze dell’ordine.

A finire in manette il 30enne Vincenzo Spista*. I militari della sezione operativa hanno controllato l’abitazione dell’uomo a Pompei ed un terreno di sua pertinenza. Rinvenuti e sequestrati 3 involucri con all’interno 160 grammi di cocaina, 1 pacchetto con dentro 20 grammi di marijuana e 2 bilancini di precisione. Sequestrata – perché ritenuta provento del reato – la somma contante di 760 euro.

L’arrestato è in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Durante i controlli i carabinieri stabiesi insieme a quelli del reggimento Campania hanno identificato 69 persone e controllato 46 veicoli tra auto e moto. Denunciato un 49enne del posto trovato alla guida senza aver mai conseguito la patente con recidiva nel biennio. 6 le sanzioni al codice della strada contestate.

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Carenza di infermieri al carcere di Salerno, la Fials provinciale chiede interventi urgenti

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Criticità dell’Unità Tutela Salute Adulti e Minori Area Penale nel carcere di Salerno, con attenzione particolare alla carenza personale infermieristico. La Fials Salerno chiede chiarimenti all’Asl salernitana. “Il sindacato, tenuto conto del Piano triennale di fabbisogno di personale e della specifica normativa di riferimento regionale e sulla scorta delle risultanze del Piano, con riferimento alla qualifica di Infermiere, risulta attestata una capacità assunzionale, con contestuale carenza di dipendenti in questo ruolo.

Tale condizione risulta ulteriormente aggravata a casa di numerose assenze che si registrano quali permessi, comandi, dimissioni, molte delle quali mai sostituite nonostante i disagi continuamente segnalati dalla scrivente. La presenza di infermieri oltremodo sottodimensionata ed impossibilitata, suo malgrado, a garantire al meglio l’assistenza sanitaria nell’arco delle 24 ore giornaliere. Come contraltare, ovviamente, c’è un crescente sovraffollamento di detenuti”, hanno detto Carlo Lopopolo, segretario generale della Fials Salerno, e Giovanni Pepe, dirigente sindacale della Fials Salerno.

Presso il carcere di Salerno si registra la presenza di 520 detenuti a fronte di una struttura che potrebbe contenerne 399. A fronte di un crescente sovraffollamento di detenuti all’interno delle strutture penitenziarie si assiste ad una altrettanto crescente riduzione degli organici dei professionisti sanitari e sociosanitari all’interno degli stabilimenti di pena in grado di garantire una puntuale e adeguata tutela della salute delle persone recluse. Quest’ultimi, per la Fials provinciale, necessitano di terapie e di cure anche per il disagio psicologico, per le dipendenze, per le forme di autolesionismo nonché per la prevenzione dal suicidio, fenomeno, purtroppo, in crescita esponenziale.

“Il personale infermieristico attualmente in servizio, numericamente ridotto è costretto ad assolvere in prevalenza l’assistenza sanitaria ai reclusi, affrontando un carico di lavoro enorme per il quale rischiano il burnout, processi assistenziali che vengono portati avanti sola grazie allo spirito di abnegazione e alla professionalità riscontrata nella loro attività. A questa carenza di personale, come sindacato vogliamo segnalare ulteriori criticità quali ad esempio la mancata presenza del marcatempo all’ingresso degli Istituti Penitenziari, questi sono collocati all’interno dell’area sanitaria di pertinenza.

Si precisa che per raggiungere l’area sanitaria si riscontrato tempi di attesa e/o percorrenza calcolati tra i 7 e 10 minuti, ovviamente, questi sono frangenti non registrati dal marcatempo e pertanto regolarmente “regalati”, dai dipendenti, in quanto non retribuiti nonostante gli stessi dipendenti risultino già fisicamente in servizio, a disposizione della struttura. Inoltre, si rappresenta l’assenza di locali idonei destinati a spogliatoio per gli operatori afferenti all’interno dell’area sanitaria di pertinenza, come da normativa vigente. Ecco perché la Fials chiede l’istituzione, con la partecipazione delle rappresentanze sindacali, di un “tavolo di lavoro sulla Salute nelle carceri”, attraverso il quale esaminare l’intera problematica ed individuare le opportune soluzioni.

A tal proposito si chiede un immediato reclutamento di personale atto a garantire i livelli essenziali di assistenza all’interno degli istituti penitenziari, tale da garantire il ripristino della dotazione minima, calcolando che ad oggi non sono garantiti i livelli minimi in caso di sciopero che comunque la direzione dell’Asl Salerno dovrebbe prevedere per ciascun servizio assistenziale. Riteniamo assolutamente improcrastinabile, inoltre, prevedere e stabilire una definizione adeguata degli standard di personale sanitario e sociosanitario in relazione al numero e tipologia dei detenuti, oltra alla garanzia del supporto psicologico di chi opera nei penitenziari, nonché alla specifica formazione e aggiornamento professionale per chi opera nelle carceri, per concludere con l’individuazione di forme di retribuzione di indennità e di risultato per i professionisti sanitari e sociosanitari operanti negli stabilimenti di pena”, hanno concluso Lopopolo e Pepe. 

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Castello di Cisterna e Brusciano: Carabinieri alle prese con i nascondigli, anche sacrileghi della droga

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Ritrovamenti nelle cassette della posta, nei sotto scala o all’interno dei vani ascensori ma anche negli “altarini” accanto a statue sacre a spregio non solo della vita altrui per chi vende morte ma anche del credo o della religione.

I Carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna sono impegnati quotidianamente nei controlli anti-droga nella zona a Nord di Napoli e spesso perquisiscono luoghi e zone che possono essere verosimilmente utilizzati come nascondigli. Gli ultimi obiettivi – in ordine cronologico – sono le aree popolari di Brusciano e di Castello.

Passate a setaccio strade e piazze senza trascurare le aree comuni come le aiuole o le cantine passando per le lastre di marmo che coprono le scale condominiali fungendo da vero e proprio cassetto. I Carabinieri della locale compagnia insieme ai militari del reggimento Campania sono tornati nel rione popolare la “Cisternina” e lì hanno rinvenuto e sequestrato numerose dosi di diverse specialità di droga, un caricatore Beretta 9×21 e bilancini di precisione.

Anche a Brusciano – nella “219” – sequestri di droga con numerose dosi già pronte per la vendita al dettaglio. I Carabinieri hanno rovistato dappertutto e la droga era nelle zone comuni e quindi a carico di ignoti ma i controlli continueranno anche nei prossimi giorni.

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