CAIVANO – Hanno vinto loro, la vecchia classe dirigente non si è voluta assumere la responsabilità politica del fallimento. Ha procrastinato fino ad oggi, fino a due mesi dalla presentazione delle liste e quando, esasperando i lavori non lavori politici, si è avuta la stasi totale, qualcuno ha cominciato ad uscire fuori con i propri spot pubblicitari.
A cominciare è stato il PD che con ben due documenti ha comunicato alla cittadinanza caivanese la sua voglia di cambiare, la sua necessità di rinnovamento. Nel documento scritto di pugno dal nuovo sottosegretario Iuri Bervicato i dem caivanesi fanno sapere che nella loro idea di rinnovamento c’è quella di non candidare ex consiglieri. Praticamente tutto quello che il sottoscritto auspica da due anni e propone come soluzione al degrado politico registrato e terminato con gli arresti del 2023: la formazione di una nuova classe dirigente che passi attraverso la candidatura di nuovi nomi in ogni lista.
Lo stesso PD forma il tavolo e il sottoscritto, svestendo i panni del giornalista, cercando di dare un contributo alla sua amata ma martoriata città natale, siede al tavolo con la convinzione di poter offrire il proprio contributo a tali principi, dando una mano al PD e agli altri commensali sulla formazione di una coalizione del rinnovamento.
Il sottoscritto suggerisce di redigere un manifesto di intenti della coalizione, partendo da una bozza dove ogni gruppo politico seduto al tavolo, potesse poi aggiungere le proprie mozioni o emendamenti. Viene redatta la bozza e la cosa appare subito molto strana, l’unico ad aver approntato emendamenti è stato solo il sottoscritto, dato che nella bozza mancavano i passaggi fondamentali che parlassero di nuova nomenclatura, rinnovamento totale e ripristino della dignità e centralità della politica a Caivano. Passa una settimana e nel frattempo sembra che il tavolo prenda una direzione opposta al rinnovamento totale, il sottoscritto viene a sapere che nella coalizione entreranno anche quelli di “Caivano al centro”. La domanda al vicesegretario del PD è quasi scontata: “candideranno anche i loro ex consiglieri?” Alla risposta positiva con relativa motivazione di poter comandare in casa propria e non in casa degli altri, il sottoscritto, accortosi della leggerezza del PD e dell’incapacità di formare un tavolo su principi e criteri ben prestabiliti e visto pure che nel frattempo erano stati bocciati anche tutti i suoi emendamenti al documento, decide di abbandonare il tavolo e di non dover più neanche mediare nei confronti di Più Europa, partito molto vicino alle lotte di “Caivano Legalitaria” e che sicuramente avrebbe seguito i lavori più da vicino.
Praticamente, la coalizione di centro sinistra, quella che sul manifesto che da qui a breve uscirà per le strade apporrà la scritta “rinnovamento” sarà formata dagli stessi partiti che formavano la maggioranza sciolta per camorra, che nel frattempo non si sono rinnovati nelle proprie cariche dirigenziali, dato che i segretari o riferimenti di partito sono sempre gli stessi – PD: Franco Marzano; Italia Viva: Raffaele Sirico; Alleanza Sinistra Verdi: Antonio Perrotta e Mariella Donesi, Donato ed Enzo Falco (quest’ultimo ex sindaco); M5S Pasqualino Penza (oggi deputato ma già assessore all’Ambiente prima giunta Falco); Caivano al Centro: Mena Sorrentino (assessore giunta Monopoli sciolta anch’essa per ingerenze criminali) – ma che non si rinnoveranno neanche nella nomenclatura delle liste dato che con molta probabilità Caivano al Centro candiderà il duo Mimmo Falco e Gaetano Lionelli, il PD o Verdi candideranno Marcantonio Falco e non è escluso che Antonio Perrotta vorrà far parte di nuovo della partita.
Insomma come l’isola di Peter Pan, il centrosinistra avrà un rinnovamento che non c’è. Saranno i soliti, imperterriti, inossidabili, inamovibili che pur di dimostrare alla città che un giorno ce la potranno fare, continuano non solo a proporre i propri nomi e muovere i fili del centro sinistra ma nel contempo ostacolano il progresso e la selezione naturale, lo sviluppo fisiologico di un’intera comunità. E menomale che si fanno chiamare progressisti.
Dall’altra parte invece, c’è Caivano Conta che, visto i tentativi di aggregazione del centro sinistra, cerca di allargare gli orizzonti e strizza l’occhio verso destra, non spingendosi però oltre Forza Italia.
Se proprio rinnovamento totale non ci può essere, perché la società civile non ha sentito il bisogno di interrompere un percorso trentennale di una classe dirigente, allora ben venga almeno la coerenza. Quelli di Caivano Conta, pur promuovendosi come eterni giovani anche a quarant’anni non hanno mai detto di essere il rinnovamento, tranne qualche delirio di qualche organo di stampa vicino. Essi si sono sempre promossi e sponsorizzati come l’alternativa ad un sistema marcio fatto di poltrone, prebende e organicità con le zone d’ombra della città.
Questo gli va riconosciuto. Pur presentando anche loro candidature di ex consiglieri, per la maggiore saranno quelle dei quali non hanno mai amministrato e pertanto non organici ad alcun sistema sia esso personalistico che camorristico.
Quindi la lotta a Caivano non sarà tra competenti e incompetenti se la vogliamo mettere sul piano che nessuno si è mai accorto di alcuna ingerenza criminale. Ma si tratterà di coerenti contro incoerenti, di chi già ha dimostrato il fallimento dato che ha avuto l’opportunità di amministrare – male – questa città e chi è stato protagonista passivo del fallimento di un’intera classe dirigente. Praticamente i caivanesi saranno costretti a scegliere il male minore o l’Amministrazione che risolleverà Caivano. Ma di certo non il rinnovamento totale.