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CAIVANO: I politici caivanesi prendono spunto da Carosello

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Era il 3 Febbraio 1954 quando la RAI mandava in onda per la prima volta “Carosello” un contenitore televisivo che racchiudeva vari filmati che nella loro parte finale era sempre presente un messaggio promozionale, ognuno per ogni singolo prodotto. Oltre a introdurre l’innovazione della réclame, e a farlo inserendola in un contesto che aveva il pregio di renderla gradevole (in effetti amata) dal pubblico, Carosello portò anche una serie di innovazioni nel linguaggio televisivo in generale. Esso attirava l’attenzione e cominciava a lobotomizzare le masse verso quella rivoluzione industriale che si è avuta negli anni ’60 in Italia, questa trasmisssione era amata dagli italiani perché nei suoi sketch rappresentatava la famiglia media italiana con i suoi vizi e le sue virtù, la frase “a letto dopo carosello” è ancora di uso comune tra i nati negli anni 50 e 60 e sta ad indicare proprio quelle abitudini del tutto italiane e descrive una generazione che si alternava al buon senso dei loro padri aggrappandosi ai brand e alle mode dettate dal tubo catodico, i messaggi promozionali di Carosello nella maggior parte dei casi erano messaggi gonfiati e non sempre la qualità descritta dalla tv rappresentava la veridicità del reale prodotto ed è proprio grazie anche a Carosello che noi oggi possiamo parlare di pubblicità ingannevole.

maggioranza

Manifesto della maggioranza

Di pubblicità ingannevole sicuramente se ne intendono anche i politici caivanesi che facendo due conti, possono essere proprio figli di quella generazione, quelli che andavano a letto dopo Carosello per intenderci, che nonostante l’enorme disastro creato nell’arco degli anni, provocando un voragine di trenta milioni di euro nelle casse comunali, fanno ricorso alla loro memoria e cercano di lobotomizzare le masse con una comunicazione degna della peggior puntata di Carosello di sessant’anni fa.

Negli ultimi giorni i muri di Caivano sono imbrattati, rigorosamente in modo abusivo, dai manifesti di maggioranza e opposizione con i quali cercano di scaricarsi le colpe a vicenda incolpando l’avversario politico del fallimento del Comune di Caivano, perchè di questo si tratta, un dissesto comunale non è altro che la dichiarazione di incapacità da parte di un ente pubblico di coprire le spese atte a garantire tutti i servizi utili alla società, ergo, FALLIMENTO.

opposizione

Manifesto dell’opposizione

Il manifesto della maggioranza è quello che più fa ridere, degno dei migliori poster 6×3 usati da Berlusconi nelle sue campagne elettorali, altro che Carosello, infatti nella parte finale del manifesto la destra caivanese con la frase “RISANAMENTO DELL’ENTE” lascia intendere che dichiarando dissesto essa risana le casse pubbliche della città ma dimentica di ricordare ai cittadini che c’è un solo modo per risanare le casse e cioè metterci dentro i soldini, ora ammesso che non si è mai visto un politico mettere soldi di tasca propria, perchè non dire che la cittadinanza caivanese con questa scelta, sarà vessata ancor di più senza che il sindaco si prenda le proprie responsabilità come potevano essere, il taglio degli sprechi, la lotta all’evasione, la lotta all’abusivismo, alla criminalità organizzata che trae beneficio dal contrabbando e dall’abusivismo stesso?

Perchè il sindaco e chi cura la sua comunicazione non fanno un bel manifesto con il quale si legge: “Quando in campagna elettorale vi parlavo di Reddito di Cittadinanza, vi prendevo per il c…. !”? Questa si che sarebbe vera Comunicazione e la “C” maiuscola non è messa a caso.

Il manifesto dell’opposizione invece fa compassione, fa tornare alla mente il gatto con gli stivali in Shrek 2, l’animale furbo che quando si vede messo alle strette e in minoranza tenta di smontare la cattiveria dell’avversario con i suoi occhioni languidi, infatti a qualche cittadino boccalone, leggendo il manifesto della sinistra, può anche scappare la lacrimuccia pentendosi di non averli votati, dimenticandosi così di un botto che a governare sono sempre stati loro e che per il 90%, la voragine del buco al bilancio è anche colpa loro.

Una nota pubblicità di Carosello recitava: “Scambierebbe due fustini di detersivi con il suo?”, se il vostro fustino è pieno di onestà e coerenza non accettate lo scambio, perchè destra e sinistra, a Caivano, fanno parte dello stesso fallimento.

 

 

 

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Caivano: Omicidio Natale, si chiude il cerchio, tre proiettili per punire lo sgarro.

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Per delega del Procuratore della Repubblica si comunica che, nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso.

In particolare, gli indagati, il 4 ottobre 2021 in Caivano, avrebbero ucciso Natale Antonio, esplodendo tre colpi di pistola che attingevano la vittima alla testa ed al torace.
L’omicidio sarebbe stato deliberato e premeditato per punire il Natale, che avrebbe sottratto armi, droga e denaro al gruppo criminale Bervicato, per conto del quale effettuava attività di spaccio di droga. Il cadavere del Natale veniva rinvenuto in un fondo agricolo il giorno 18 ottobre 2021. L’odierna attività fa seguito all’arresto di un’altra persona avvenuto nell’aprile scorso.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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CAIVANO. Sistema delle estorsioni. Il Riesame conferma il carcere per i maggiori indiziati.

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CAIVANO – Dopo diversi giorni dall’ultima udienza, il Tribunale del Riesame di Napoli ha reso note le proprie decisioni circa gli indagati del “Sistema delle estorsioni” che vide coinvolti 16 persone tra politici, funzionari, imprenditori ed ex pregiudicati del territorio caivanese.

Secondo le decisioni del Tribunale del Riesame, restano in carcere, in attesa di giudizio: Alibrico Giovanbattista, Peluso Carmine, Pezzella Martino, Zampella Vincenzo, Bervicato Raffaele, Lionelli Raffaele, Volpicelli Massimiliano, Angelino Antonio, Angelino Gaetano, Celiento Vincenzo e Cipoletti Giovanni.

Mentre per Bernardo Giuseppe, Della Gatta Domenico e Galdiero Domenico vengono sostituite le misure cautelari dagli arresti domiciliari al divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di imprese e divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Per Armando Falco invece, scatta la piena liberà per mancanza di gravi indizi di reato.

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CAIVANO: condotte “scriteriate” e gestione “disinvolta” dei soldi pubblici. Verifiche di Carabinieri e Corte dei Conti

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Sanzioni oltre i 250mila euro.
Per 7 persone, tra cui un ex-sindaco e assessori,  impossibilità per 10 anni di ricoprire incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali

Creato “un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata”


Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione Campania, nella giornata odierna, i Carabinieri del Comando Compagnia di Caivano (NA) hanno dato esecuzione alla notifica ad un ex-sindaco e 6 assessori del comune di Caivano, nell’arco temporale compreso tra l’anno 2006 e l’anno 2015, del ricorso per responsabilità sanzionatoria conseguente al dissesto finanziario dell’ente, deliberato dal Consiglio comunale dell’ente nel 2016 (delibera consiglio comunale n. 38/2016).
Le complesse ed articolate indagini delegate dalla Procura – pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale – assistite da copiosa documentazione contabile raccolta agli atti e da consulenze tecniche specialistiche, hanno consentito, all’esito di un lungo percorso istruttorio iniziato nel 2016 al momento della ricezione della delibera di dissesto trasmessa dal Segretario generale dell’ente, di suffragare l’ipotesi di responsabilità, ora sottoposta al vaglio della locale Sezione giurisdizionale, dei suddetti amministratori locali.
Nella ricostruzione del requirente pubblico gli stessi, con le loro condotte scriteriate e la disinvolta gestione dei soldi pubblici, avrebbero condotto al tracollo finanziario un ente locale già afflitto da svariate ed incancrenite problematiche gestionali, creando un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata ed alimentando un generale clima di illegalità, recentemente balzato, anche per altri, spesso consessi episodi, agli onori della cronaca.
Dalle pagine del ricorso con cui è stata contestata agli ex amministratori dell’ente di avere causato il dissesto con le loro condotte scriteriate, gravemente colpose, emerge come i bilanci, approvati dalla compagine amministrativa oggi convenuta in giudizio, fossero caratterizzati dalla esposizione di residui attivi inesistenti, che alimentavano una fittizia capacità di spesa, da una massiccia mole di debiti fuori bilancio, frutto di una gestione degli appalti improntata alla illegalità, come accertato anche dall’ANAC in una indagine amministrativa concomitante, con una totale assenza di qualsiasi provvedimento atto e/o direttiva volto a sanare le rilevantissime criticità contabili, tra cui spicca anche la bassissima capacità di riscossione delle entrate, sensibilmente inferiore alla media nazionale.
Alcuni degli amministratori oggi chiamati in causa, risultano peraltro essere già stati oggetto delle attenzioni della Procura contabile con riferimento alla incresciosa vicenda della gestione degli alloggi di ERP del “parco verde “ di Caivano vicenda oggetto di una ponderosa ed ampiamente motivata sentenza di condanna della locale sezione giurisdizionale laddove si evidenziano soprattutto le condotte ed il ruolo dell’ex Sindaco, dominus di un sistema di illegalità nella gestione complessiva dell’ente, che si specchiava in bilanci contrastanti con le più elementari regole della contabilità, ed in primis, con i principi di veridicità e prudenza nella formazione dei bilanci pubblici.
All’esito della capillare ricostruzione delle condotte e del loro impatto causale sul tracollo finanziario dell’ente, la Procura ha chiesto per gli ex amministratori convenuti, la condanna alla sanzione pecuniaria prevista dalla normativa sui dissesti pubblici nella misura massima possibile, vale a dire 20 volte l’importo della indennità di carica da ultimo percepita dal Sindaco e dagli assessori chiamati in giudizio. L’applicazione di detto criterio ha portato alla richiesta di applicazione di sanzioni pecuniarie per un ammontare complessivo di euro 256.059,60 oltre alla richiesta di applicazione, per tutti, della sanzione interdittiva di cui all’art. 248 del TUEL, comma 5, la quale prevede l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.
L’ udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel Gennaio 2024.

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