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Politica

CAIVANO: Monopoli firma i nuovi decreti dirigenziali, Coppola si conferma l’imperituro

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Da poco il sindaco Monopoli ha firmato i nuovi decreti dirigenziali che avranno validità fino al 30 Novembre, ignorando, come scrive anche “Il Giornale di Caivano” una proposta fatta da sei consiglieri di maggioranza, oramai il sindaco caivanese si sente intoccabile e libero di fare e firmare ciò che vuole. La cosa sconcertante è che se andiamo a leggere le nuove deleghe non fanno altro che aumentare le responsabilità di quei dirigenti che sono stati raggiunti da avvisi di garanzia e indagati dagli isepettori dell’ANAC arrivati ieri mattina in comune.

Se andiamo nel dettaglio vediamo come il dirigente Vito Coppola, oltre ad avere la dirigenza della Pubblica Istruzione arricchita con l’ambiente proprio dal sindaco cardiologo, il dirigente bibliotecario da Lunedì si dovrà occupare anche del settore finanze alle spese del buon Raffaele Sirico, il dirigente col pallottoliere. Come se al sindaco Monopoli non interessasse affatto che il dirigente Coppola da ieri deve vedersela con gli ispettori ANAC, spiegando e giustificando le scelte fatte per quanto riguarda la gara sui rifiuti, ha pensato bene addirittura premiarlo dandogli un incarico ulteriore e non mi meraviglierei anche dietro lauto compenso, pagato sempre dai contribuenti.

Tutto rimane invariato invece per il dirigente Stefano Lanna che nei mesi scorsi era già stato insignito di responsabilità importanti. Angelo Peluso aggiunge la responsabilità delle Politiche Sociali a quella delle Attività Produttive. Anna Damiano passa dalle Politiche Sociali all’Anagrafe. Agli Affari Generali tutto come prima con Biagio Fusco, caposettore così come agli Affari Legali, dove Ida Carrara conserva la posizione organizzativa, nonostante l’esplicita richiesta di mandar via Gaetano Alborino resta al posto di comandante della Polizia Urbana.

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Editoriale

Mentre il nuovo impone la sua linea, il vecchio si comporta come il “soldato fantasma” giapponese.

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SANT’ANTIMO – Si mantiene stabile la situazione pre campagna elettorale anticipata all’ombra dell’Abbazia. La coalizione civica rappresentata dal garante Nicola Marzocchella viaggia a vele spiegate, grazie alla continua richiesta di aggregazione di altri soggetti politici del territorio che hanno potuto testare l’onda d’urto della coalizione rappresentata dai sette simboli riportati nella locandina postata dall’ex vicesindaco attraverso la sua pagina Facebook.

Dall’altro lato, al netto di quello che potranno fare o non fare i figli di papà con la Sindrome di Peter Pan, c’è Massimo Buonanno che da Sindaco sfiduciato dovrebbe sentire il bisogno di imporsi con i suoi e anche con chi non sponsorizza più il suo nome perché nutre interessi personali verso altri soggetti. Ma la cosa simpatica che salta agli occhi dei più attenti è la linea social che ha deciso di adottare l’ex Sindaco che, seppur va in giro ammettendo che le sue attenzioni attuali sono rivolte alla famiglia e che i suoi interessi verso la politica si potranno ripresentare con calma dopo le festività natalizie, sulla sua pagina Facebook pubblica avvisi comunali e non disdegna di postare foto che lo ritraggono con la fascia tricolore indossata, come se fosse mai stato sfiduciato.

Evidentemente, tanto forte è stato il trauma delle dimissioni dei 13 consiglieri che l’ex fascia tricolore abbia potuto essere stata vittima di qualche misunderstanding come il “soldato fantasma” Shoichi Yokoi.

Il soldato nipponico trovato sull’isola di Guam nel 1972 che ha continuato a combattere per il Giappone anche se la Seconda Guerra Mondiale era finita da tempo.

Nascosto in una grotta, per Yokoi la guerra non era mai finita e il Giappone non si era mai arreso agli Stati Uniti. Per lui le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki non erano mai state sganciate. Nonostante non avesse più incontrato militari del campo avverso da quasi tre decenni, il sergente dell’Esercito imperiale giapponese non aveva mai abbandonato la sua missione su un’isola considerata strategica nel confronto sul Pacifico. Tanto che oggi Guam è incorporata al territorio americano e ospita delle basi militari statunitensi, tornate di recente agli onori della ribalta per le nuove tensioni tra Washington e Pechino. Ma questa è un’altra storia.

Così come per il soldato giapponese che credeva di essere ancora in guerra, può darsi che per Buonanno il suo mandato non sia mai finito chissà, così per chi non si occupa della vita politica della propria città, il Sindaco Buonanno con la sua Comunicazione appare sempre il Sindaco di Sant’Antimo, con i suoi annunci sui disservizi della rete idrica e con le sue foto del passato che rievocano i momenti in cui indossava la fascia tricolore. Quindi se questi non sono traumi, si può benissimo pensare che sia una strategia comunicativa, dato che se si va ad indagare, la maggior parte dei cittadini non sa neanche che Buonanno non sia più il Sindaco di Sant’Antimo.

E tornando ai traumi che molto probabilmente abbia subito l’ex primo cittadino il mio pensiero non può che non andare agli altri due dimissionari di maggioranza che ad oggi non hanno ancora trovato una collocazione, pur andando in giro e proponendosi in ogni dove.

Parliamo di Pietro Paolo Di Matteo e Antimo Puca che non seguendo le orme dei loro due ex colleghi di NPD Andrea Petito e Francesco Cesaro, restano fuori dai giochi per un doppio imbarazzo. Il primo è quello fisiologico dettato dal fatto che non potrebbero essere candidati con Buonanno essendo stati loro a farlo cadere – anche se in politica tutto è possibile – e l’altro è dettato dalla mancanza di visione strategica, non avendo avuto in tempo il fiuto della grande coalizione che si stava creando nel mondo civico santantimese, laddove decidessero di aggregarsi a Marzocchella e laddove lo stesso decidesse di farli salire sul proprio carro, sicuramente i due si dovrebbero accodare ad idee e programmi già scritti e condivisi, dato che quella coalizione è già ricca di candidati e ben assortita. Per il resto staremo a vedere e ve lo racconteremo.

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Politica

Governo, Meloni in conferenza stampa: “Nessuno scontro tra politica e magistratura, ma in ogni ambito ci sono dei problemi”

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Nel corso del suo intervento a Dubai, in merito ai lavori di COP 28, la premier Giorgia Meloni ha rilasciato alcune dichiarazioni a mezzo stampa. Ecco le sue parole:

“Non c’è nessuno scontro politica-magistratura. Per chi viene da destra lo Stato è sempre un punto di riferimento, questo non vuol dire che non si debbano regolare delle cose che in alcuni ambiti abbiano dei problemi. Ad esempio, ho trovato fuori misura dire che la riforma costituzionale abbia dei termini ‘antidemocratici’. Ci deve essere un dialogo costruttivo per centrare obiettivi condivisi nella lotta alla criminalità”.

Poi, aggiunge: “Io penso che non ci sia uno scontro tra politica e magistratura. Questo non vuol dire non segnalare che poi in ogni ambito ci sono dei problemi, e il problema in una piccola parte della magistratura è ritenere che i provvedimenti di alcuni governi che non sono in linea con una certa visione del mondo debbano essere contrastati, come è accaduto ad esempio sull’immigrazione”. 

Poi, sul caso Delmastro dichiara: “Alcuni magistrati ritengono che debba essere rinviato a giudizio, il PM che il caso dovesse essere archiviato, a questo punto è il caso di aspettare una sentenza passata in giudicato prima di dichiararlo colpevole”.

Infine, sulle critiche al premierato da parte di Gianni Letta, ha così replicato:

“Non le ho viste come parole di contrasto: sono in parte condivisibili ma in parte no. L’obiettivo non è rafforzare i poteri del governo, ma la stabilità dei governi”. 

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Attualità

Napoli sciopera, le parole del segretario generale Maurizio Landini

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Sciopero generale in Campania. Cgil e Uil marciano su Napoli contro la manovra del Governo e alla testa del corteo c’è il segretario generale Cgil Maurizio Landini. “Siamo qui – afferma – perché si continua a tagliare la Sanità, perché tagliano il Reddito di Cittadinanza, tagliano le pensioni, perché non vogliono discutere di salario minimo e perché continuano a morire tre persone al giorno sul lavoro. sono 300mila i giovani che se ne sono andati dal Mezzogiorno per mancanza di opportunità. Gli investimenti devono essere dirottati al Sud. Con questa manovra, ancora una volta, il governo colpisce chi non arriva a fine mese, chi non ha i soldi per curarsi e chi con il proprio lavoro tiene in piedi il Paese”.

Da Landini arrivano le richieste al Governo Meloni: “Non c’è una lotta seria all’evasione, manca il confronto con le parti sociali. La maggioranza del Paese non è d’accordo con quello che sta facendo il Governo. Salvini non dovrebbe preoccuparsi dei disagi che causa una sciopero, dovrebbe occuparsi delle cause che portano i lavoratori a scioperare. Qui si parla di introdurre di nuovo le gabbie salariali: una follia. A gennaio non aumenteranno i salari, ma aumenteranno le bollette”.   

Il corteo si concluderà in piazza Matteotti dove è stato allestito un palco dal quale ci saranno i vari interventi dei rappresentanti dei diversi settori lavorativi. Annunciata ma non ancora confermata la presenza della leader del Partito democratico Elly Schlein.

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