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Ambiente

CASORIA: Protocollo d’Intesa anti roghi siglato tra 11 Comuni

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Casoria 20 ottobre 2017 ; presso l’aula consiliare di Casoria viene sottoscritto il protocollo d’intesa “Comuni in azione”:  undici Sindaci, di altrettanti Comuni a nord di Napoli, formalizzano “l’impegno per un’azione congiunta sul territorio di prevenzione (più realisticamente di contenimento ndr ) del fenomeno dell’abbandono, combustione illecita e sversamento abusivo di rifiuti e materiale inquinante presso le aree periferiche dell’hinterland napoletano”.

I primi cittadini di Afragola, Arzano, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Melito, Volla  si riconoscono in una azione coordinata e “sinergica” per contrastare una consolidata condotta criminale che ormai da decenni funesta il nostro territorio, e che, deturpando le nostre periferie e contaminando l’ambiente, aggrava drasticamente il rischio per nostra la salute e incide sensibilmente sulla qualità della vita.

Il protocollo è il favorevole epilogo di un percorso politico promosso dall’amministrazione casoriana e coordinato dall’assessore all’Ambiente Pietro D’anna, attraverso un ciclo di incontri tecnici inaugurati lo scorso 6 settembre con il primo tavolo di lavoro tenutosi presso la sede di via Benedetto Croce ad Arpino (a cui hanno partecipato gli assessori con delega all’Ambiente dei comuni aderenti all’intesa ).                                        

Il piano era stato annunciato qualche giorno prima  a mezzo stampa: attraverso un comunicato il sindaco avv. Pasquale Fuccio dichiarava: “Gli ultimi incresciosi accadimenti che hanno interessato non soltanto il nostro territorio casoriano ma le aree di confine con i Comuni limitrofi dell’hinterland, ci spingono verso una ipotesi operativa che sia immediata e snella, scevra da sterili ragionamenti, libera da pretestuosi condizionamenti legati a finanziamenti dovuti e, ciò che più conta, lontana dai tempi della burocrazia. Il susseguirsi di sversamenti abusivi e di roghi c’impone una riorganizzazione ed una migliore articolazione del monitoraggio delle aree periferiche e delle zone a confine tra i territori comunali”.

Un’accelerazione decisiva, per una strategia già paventata dalla nuova amministrazione, ( sulla falsa riga del piano regionale) era stata impressa dai disastrosi roghi agostani, che avevano di colpo svelata la vulnerabilità del nostro territorio, totalmente alla mercé delle organizzazioni criminali dello smaltimento illecito (e della grettezza di tanti piccoli malfattori), palesando impietosamente la mancanza di un adeguato piano di prevenzione e deterrenza da parte delle forze dell’ordine, l’inadeguatezza delle amministrazioni nell’affrontare l’urgenza, le carenze strutturali nella macchina dei soccorsi (ridotta al sacrifico di pochi operatori).

Il Protocollo recita nelle premesse:

“Instaurando forme di collaborazione e coordinamento che, nel rispetto delle competenze di ciascun partecipante e delle vigenti norme nazionali e regionali, consentano di sfruttare al meglio le sinergie derivanti dall’azione congiunta sul territorio. In tale contesto, il monitoraggio delle aree maggiormente colpite dal fenomeno, effettuato con l’impiego sinergico delle forze di polizia municipale a disposizione di ogni comune, appare la misura più idonea al raggiungimento degli obiettivi di cui all’oggetto”.

In sette punti  sono definite le azioni di cooperazione tra i Comuni: è previsto, in particolare, un impiego coordinato degli agenti dei diversi corpi della Municipale presenti sul territorio, che coadiuvati dalle Forze Armate, daranno vita ad una vera e propria “task force anti-roghi”, attiva per l’intera durata della giornata, ed anche in notturna in quei tratti considerati maggiormente a rischio ( cavalcavia, viadotti, aree prospicienti ai quartieri dormitorio, nelle prossimità dei campi rom, ad esempio )

Una scelta che comporta però, sul piano squisitamente tecnico, due difficoltà di non poco conto:

  • il reperimento delle risorse per la copertura dei turni notturni dei vigili urbani
  • la presenza delle Forze Armate sul territorio.

I Comuni, che si impegnano a raccogliere quotidianamente quei piccoli cumuli di rifiuti ordinari potenzialmente innesco di roghi nelle aree periferiche- così come richiesto dalla Prefettura-  richiedono altresì il supporto economico della Regione o degli altri Enti Sovraordinati per il recupero di quei rifiuti pericolosi sversati sulle rampe o strade di competenza provinciale,oggi Città Metropolitana, (in particolar modo sull’asse mediano, in corrispondenza delle uscite presso la zona commerciale di Afragola e presso la Circumvallazione esterna in corrispondenza delle rampe d’ingresso ai Comuni di Casavatore e Casoria) il cui smaltimento rappresenta,allo stato dell’arte, un onere economicamente non sostenibile dalle amministrazioni.                                                                                         È in discussione infine un’ipotesi di accordo con la SMA Campania, società della Regione Campania attiva sul fronte del monitoraggio del territorio e del contrasto agli incendi, per la definizione di una intesa quadro per il potenziamento e la gestione del videomonitoraggio..

Questo programma di intesa  sarà trasmesso in queste ore agli Enti sovraordinati competenti: Città Metropolitana, Regione Campania e Prefettura. Le attività degli undici Comuni sono perfettamente in linea con le iniziative della Questura di Napoli, che proprio in queste ore sta pianificando interventi di controllo del territorio finalizzati al contrasto del fenomeno di scarico illegale e roghi di rifiuti tossici nell’hinterland a nord di Napoli.

 

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Terremoto a Napoli, Eav sospende corse linee Cumana e Circumflegrea

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L’Ente Autonomo Volturno (Eav) sospende la circolazione lungo le linee Cumana e Circumflegrea a causa della scossa di magnitudo 4.0 registrata alle ore 13.46 nei Campi Flegrei.

Lo fa sapere la stessa azienda di trasporti che in una nota spiega che “per consentire le opportune verifiche tecniche all’infrastruttura ferroviaria ed agli impianti, Eav è obbligata a sospendere la circolazione ferroviaria” sulle due linee.

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Terremoto a Napoli poco fa, forte scossa avvertita in tutta la città

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Una forte scossa di terremoto, alle 13:46, è stata avvertita distintamente dai napoletani in diverse aree della città. I dati registrati dai sismografi sono ancora in fase di analisi da parte degli esperti dell’Osservatorio Vesuviano.
Secondo le prime stime disponibili sul sito dell’INGV, sarebbero stati quattro i sismi registrati tra le 13:44 e le 13:51, con un quinto a cinque minuti di distanza, ma i dati sulle magnitudo e gli epicentri non sono ancora disponibili.
L’Osservatorio Vesuviano dell’INGV aggiorna alle 14:01 la magniduto della scossa delle 13:46. Avrebbe raggiunto i 4 gradi sulla scala Richter, l’evento sismico rilevato dai sismografi dell’istituto. L’epicentro, secondo i dati resi noti, sarebbe stato localizzato in mare, a largo del golfo di Pozzuoli, in direzione Bacoli.

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Attualità

Campi Flegrei, il ministro Musumeci: “Cittadini incoscienti, negano il problema”

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Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, torna a parlare del fenomeno del bradisismo nell’area vulcanica dei Campi Flegrei, e lo fa ai microfoni di LaPresse.

“Responsabilizzare i cittadini? Il tema serio è che la gente non percepisce il pericolo pur sapendo, e ormai lo si sa da millenni, che lì c’è un vulcano che non si vede ma c’è. Come per tutti i vulcani bisogna essere prudenti ed evitare, come è accaduto, che si costruisca a ridosso della caldera. Non c’è una responsabilità dei cittadini ma c’è una sorta di incoscienza, di minimizzazione del rischio”, ha detto a LaPresse il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare. “E chi doveva mettere in guardia dal rischio non lo ha fatto”.

“Quella zona negli Anni ’60 e ’70 – prosegue Musumeci – è stata oggetto di una certa speculazione edilizia. Bisognava costruire nuovi alloggi e quindi bisognava non parlare di rischi, evitando il tema. Le nostre esercitazioni da quando siamo al governo vengono disertate perché la gente del luogo dice di non parlare di bradisismo perché lì si vive di turismo. La preoccupazione per il dirottamento del flusso turistico è comprensibile ma io dico invece che bisogna parlarne e rendere compatibile la presenza di una popolazione vigile e attenta e la presenza di un flusso turistico che se ben orientato può anche trarre giovamento da quel territorio per soddisfare curiosità che oggi vengono soddisfatte solo dalla comunità scientifica o accademica. Il problema non si risolve negandolo ma parlandone e rendendo ognuno protagonista della propria autodifesa. Ognuno deve fare la propria parte”, ha aggiunto l’ex presidente della Regione Sicilia.

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