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CAIVANO, il Parco Verde chiede aiuto e il sindaco dopo incassato le indennità risponde che non ci sono fondi

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CAVIANO – Abbiamo accolto l’ultima denuncia di alcuni cittadini del Parco Verde di Caivano che si sentono emarginati dal resto del mondo, a causa anche della negligenza di quest’amministrazione che costringe, causa mancanza fondi, donne incinte e bambini disabili, a restare chiusi nella propria casa al sesto piano, perché gli ascensori sono rotti e quando qualcuno di loro ha “l’ardire” di fare istanza al Comune, gli viene risposto che il Comune è in dissesto e non ci sono soldi per le manutenzioni.

Così un normale cittadino, si sente l’ultimo del mondo, perchè la sua vita vale meno di quella del sindaco, assessori e presidente del consiglio, si, perché i soldi per le loro indennità di carica ci sono e ci saranno sempre, ma non ci saranno mai per gli ascensori o le case colabrodo del Parco Verde, per le ragazze madri, per la mensa scolastica, per il trasporto disabili, per la messa in sicurezza delle scuole e per le famiglie meno abbienti.

Ancora una volta per questo sindaco e questa giunta, si è persa una grande occasione per far star zitta la critica, ma soprattutto si è persa l’occasione di fare un atto che ricordasse di cosa si occupa la vera politica.

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Caivano, trasferimento al nord della salma della piccola Fortuna Loffredo

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Si oppone al trasferimento al nord della salma della figlia, uccisa a 6 anni per essersi ribellata all’ennesima violenza sessuale, Pietro Loffredo, padre di Fortuna, la bimba di Caivano scaraventata giù da un palazzo il 24 giugno 2014 dal vicino di casa che ancora una volta voleva abusare di lei.

Con una lettera inviata al commissario straordinario Fabio Ciciliano, che di recente ha promesso alla madre, Mimma Guardato, il suo impegno affinché il corpo della bimba (che proprio oggi avrebbe compiuto 17 anni) fosse traslato laddove lei ormai vive e lavora, Pietro Loffredo, attraverso i suoi legali, gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, chiede, invece, che venga realizzata una cappella a Caivano.

Per “onorare”, si legge nella missiva, “la memoria della piccola, vittima di un tragico omicidio, forse unico per la sua brutalità nella storia del nostro Paese e di fungere da monito affinché simili atrocità non si ripetano mai più”.

Pietro Loffredo e i suoi avvocati sottolineano anche che “in quanto genitore della piccola, ritiene di avere il diritto di essere consultato preventivamente su decisioni di questa natura, che toccano profondamente la sua sfera personale, affettiva e morale”.

“Il diritto alla memoria della figlia spetta in egual misura a entrambi i genitori”, ribadisce Loffredo il quale, al commissario Ciciliano, chiede che “queste istanze vengano affrontate con la dovuta attenzione, nel rispetto dei diritti e delle sensibilità di tutte le parti coinvolte”.

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CAIVANO. Ringrazio il Presidente Mattarella ma condanno tutti quelli che strumentalizzano la sua visita

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CAIVANO – Anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella e mi scuso se lo faccio in ritardo ma deformazione professionale vuole che prima di agire bisogna capire e osservando, ascoltando i colleghi e leggendo la gente comune dai social, ho potuto maturare meglio la mia personale interpretazione. D’altronde è la stessa cosa che hanno fatto tutti con la sola differenza, quella che gli altri sono affetti dall’ansia da prestazione.

Dicevo: anch’io voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua venuta non programmata, accompagnato dalla sola scorta di ordinanza e non quella delle visite ufficiali, all’insaputa di tutti e anche all’insaputa di una gran parte della Stampa – perché così ha voluto il Prefetto Michele di Bari, unico ad essere a conoscenza della visita presidenziale dopo il prete Patriciello che l’ha invitato – ha dimostrato a tutti che all’interno del Parco Verde, oggi, non esiste alcun clima di tensione come volevano farci credere in occasione della mancata messa di Natale. Un po’ come tenne a precisare il Governatore De Luca all’indomani dei blitz meloniani quando si venne a prendere, da solo, un caffè al bar del Parco Verde.

Voglio ringraziare il Presidente Mattarella perché con la sua presenza ha rassicurato il tanto spaventato prete Patriciello e ringrazio il Capo dello Stato per averlo incoraggiato ad andare avanti nel suo lavoro – quale? Questo è a libera interpretazione – senza paura e senza timore ma soprattutto senza sbandierare ai quattro venti la sua personale sensazione di pericolo, poiché lo Stato gli è vicino. Questo è il messaggio autentico lanciato dal Presidente Mattarella.

E voglio ringraziare ancora il Presidente della Repubblica perché da uomo libero, senza nessuna appartenenza politica, da cattolico puro e garante dei nostri diritti sanciti dalla nostra bella Costituzione, è stato l’unico personaggio politico venuto qui a Caivano a mostrare e a dichiarare il suo imbarazzo ad agguantare un microfono in Chiesa dando le spalle al Santo Sacramento ma purtroppo la sua aura da uomo di Stato non poteva farlo esimere da fare almeno gli auguri alla comunità caivanese nel nome di quella speranza tanto decantata anche durante il suo discorso di fine anno. Perché le sue parole e il suo messaggio è stato questo e solo questo, senza dare libera interpretazione a chicchessia.

Ed è per questo motivo che condanno qualsiasi strumentalizzazione venga fatta o sia stata già fatta a mezzo social da personaggi appartenenti alla vecchia classe dirigente che ad oggi devono ancora spiegare ai cittadini caivanesi i loro rapporti con esponenti della criminalità organizzata, i profili di abusivismo della loro famiglia e dei loro amici, e il loro silenzio in questi quasi due anni di onta ai danni della comunità gialloverde.

Soggetti politici coinvolti in un processo penale a dimostrare ancora la propria innocenza in merito a scambio di voto e rapporti con la criminalità organizzata che, attraverso un post social dedicato alla venuta del Capo dello Stato a Caivano, si permettono di dare lezioni di legalità a qualche cittadino che dalla società civile cerca di difendere la reputazione sua e dei suoi concittadini.

Altri personaggi politici che approfittando della visita del Presidente della Repubblica, aprono di fatto la propria campagna elettorale con la frase: “Le parole di Mattarella e la Sua visita di oggi, come sempre, ci spronano all’impegno civile per la rinascita della nostra comunità. Il Capo dello Stato ha così segnato il solco da seguire d’ora in avanti, a diversi livelli: con provvedimenti legislativi e con il costante controllo, ma anche a livello locale nel nostro piccolo, con politiche concrete per costruire una nuova realtà per la nostra città”.

Ma dove? Quando? E perché il Presidente Mattarella avrebbe dovuto avvertire l’esigenza di buttarla in politica? Quale solco da seguire? Quello della speranza? Oppure attraverso gli auguri questo personaggio è stato in grado di leggere chissà quale endorsement politico? Ma la vogliamo smettere di strumentalizzare sempre tutto?

Piuttosto questo personaggio politico, deve spiegare ancora alla cittadinanza, come mai durante i suoi dieci anni seduti in Consiglio Comunale, avendo fatto parte delle ultime due Amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni camorristiche non si è mai accorto di nulla, non denunciando nulla? Perché è rimasto in silenzio per tutto il tempo che va dallo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, passando per l’etichetta di camorristi e criminali affibbiata alla nostra comunità dai media nazionale e dal Decreto Caivano, fino alla venuta di Sergio Mattarella? Perché è rimasto in silenzio quando la Polizia Locale ha chiuso il bar del fratello perché abusivo? Perchè parla proprio ora?

Semplice. Nella peggiore delle ipotesi, se entro il 15 febbraio prossimo la Prefettura comunicherà al Ministro degli Interni l’esigenza di prolungare per altri sei mesi la durata della Commissione Straordinaria, secondo l’art. 143 del TUEL – se lo andassero a studiare alcuni giornalisti e blogger ignoranti in materia che divulgano solo notizie false e tendeziose – si andrà a votare per le elezioni amministrative nella finestra che va dal 15 novembre al 15 dicembre.

Ecco! Questo è il motivo per il quale alcuni “ignavi”, come amo definirli io dato il loro silenzio quando si tratta di affrontare temi scomodi e scottanti, oggi cominciano a dare destrezza ai loro polpastrelli. In realtà l’unico vero motivo che smuove questi uomini di sistema, ottimi allievi di una vecchia politica stantìa dedita solo all’interesse personale è l’odore della poltrona e null’altro.

Ma Caivano, dopo tutto quanto passato, ha il diritto di cambiare, ha il diritto di essere amministrato da una nuova, nuovissima classe dirigente. Non esistono errori commessi o colpe personali – quelle sono già state ascritte a chi oggi sta conducendo un processo penale – esistono soprattutto responsabilità politiche oggettive ed è giunta l’ora che ognuno della vecchia classe dirigente, soprattutto questi personaggi che oltre tutto configurano anche una continuità amministrativa con le amministrazione sciolte per ingerenze criminali, se ne facciano carico e lascino che Caivano goda di una nuova, vera primavera.

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CAIVANO. Il Commissario Ciciliano smentisce le mistificazioni e il paradigma camorristico artatamente tess

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CAIVANO – Il Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano in un’intervista rilasciata ieri a “Il Mattino”, di fatto, smentisce la narrazione dell’attuale stato di emergenza a Caivano, artatamente messa su per giustificare la sua scelta di non celebrare la messa di Natale dal prete Maurizio Patriciello e diffusa dallo stesso organo di stampa che raccoglie le parole del Capo della Protezione civile che, effettivamente, traccia un quadro reale dell’attuale stato di cose a Caivano. Lo stesso quadro che il sottoscritto ha fatto nello scorso editoriale. (leggi qui).

Fabio Ciciliano, raccontando la realtà si stacca anche lui dal paradigma della città abitata interamente da camorristi e dal cliché della mafia coppola e lupara che tanto piace al don e a qualche organo di stampa compiacente.

Alla domanda posta dal collega sul fatto se si aspettava o meno la decisione di don Patriciello di non celebrare Messa a Natale, il Commissario Ciciliano risponde così: «Per la verità mi ha sorpreso. A quanto mi risulta non erano emersi motivi di particolare preoccupazione sotto il profilo dell’ordine pubblico».

Segno tangibile che Fabio Ciciliano traccia una realtà totalmente diversa da quella raccontata e paventata dal parroco del Parco Verde e che più si avvicina alla verità e a ciò che abbiamo da sempre raccontato noi.

Il distacco totale dalle ultime azioni di Patriciello lo si legge nella terza risposta rilasciata all’organo di via Chiatamone, quando il collega lo incalza ricordandogli dei riferimenti che il prete del Parco Verde fa sulle famiglie di boss e sul clima di tensione scaturito all’indomani degli sgomberi al Parvo Verde, affermando: «Stiamo ai fatti: i 36 appartamenti occupati abusivamente sono stati liberati e murati. Ora spetta al Comune, dunque ai commissari, espletare tutte le procedure necessarie per l’assegnazione a chi legittimamente ne ha titolo. Di più, cito cifre del Viminale per altro già evidenziate dal ministro Piantedosi che la scorsa settimana ha presieduto, proprio a Caivano, un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza: un calo di reati sul territorio in media del 20% ma con punte del 40% per quelli legati a droga e rapine. L’azione di ripristino della legalità è un dato concreto».

Insomma, dati del Viminale, non chiacchiere da prete. Un plauso va fatto al Governo che dal punto di vista della repressione è riuscito a far calare i numeri. E un plauso va fatto anche a Ciciliano che finalmente, distaccatosi totalmente dal cliché della casba abitata da delinquenti, riesce a tenere meglio il polso della situazione.

Restano discutibili gli interventi che riguardano la riqualificazione del Teatro che dopo aver acceso un riflettore – da parte nostra prima e da parte del deputato Francesco Emilio Borrelli poi, con la sua interrogazione parlamentare – sull’emorragia di denaro avutasi con l’abbattimento del vecchio “Caivano Arte” e sulle consulenze e servizi tecnici. il Commissario Straordinario corre ai ripari chiedendo altri dodici milioni di euro al Ministero della Cultura per la costruzione del nuovo Teatro che alla fine comunque si presenterà dimezzato nell’ordine della capienza.

Ma è doveroso riconoscere l’onestà intellettuale di Ciciliano, commissario straordinario di governo che dovrà affiancare le prossime amministrazioni comunali per almeno altri 8/10 anni come da lui stesso dichiarato al margine di quella intervista.

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