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Editoriale

FRATTAMAGGIORE. A distanza di tre mesi il Sindaco Del Prete deve fare già i conti con i tiragiacca

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FRATTAMAGGIORE – Non è normale, non è assolutamente normale che un Sindaco in perfetta continuità amministrativa di se stesso, dopo tre mesi di consiliatura, visto che il primo Consiglio di insediamento si è svolto a Dicembre 2020, già deve fare i conti con rimpasti di giunta ed equilibri di poltrone.

Un classico copione che si svolge in tutti comuni dove alle elezioni per essere sicuri di vincere al primo turno si creano coalizioni carrozzoni con tutti dentro per ottenere il più alto numero di voti. Questo fenomeno crea equilibri flebili manifestando una lottizzazione delle cariche politiche in netto contrasto con ciò che detta il manuale Cencelli. Se poi a tutto questo ci aggiungiamo il fatto che anche le liste nascono senza un giusto percorso politico condiviso si assiste a quanto sta accadendo nel gruppo “Fratta al Centro” che dopo appena tre mesi dalla presentazione della Giunta il secondo eletto della lista Peppe Ferro, in netto contrasto col suo collega di gruppo Antonio Lamberti, non riconosce più il proprio vicesindaco Michele Granata come suo rappresentante all’interno dell’esecutivo.

Questa differenza di visione col suo collega di partito fa in modo che lo stesso Ferro cominci a guardarsi intorno. Infatti da indiscrezioni pare che lo stesso consigliere stia in trattativa con i due di “Fare Democratico” Franco Del Prete e Daniele Barbato per formare un gruppo a tre, indebolendo così il vicesindaco che si ritroverebbe rappresentato da un solo consigliere e rafforzando il gruppo di Franco Del Prete compresa la sua richiesta di essere rappresentato in giunta a scapito della brava Pina Chianese che finora ha mostrato passione e dedizione per il suo ruolo.

Infatti non solo Franco Del Prete recrimina un suo assessore ma la trattativa con Peppe Ferro potrebbe far passare le richieste del gruppo liberale da uno a due assessori, dove il secondo dovrebbe essere proprio indicato da Ferro, visto che Daniele Barbato sarà rappresentato dallo staffista Danilo De Bernardo. Anche se al posto di Peppe Ferro ci sarebbe poco da stare tranquilli, visto che portare il gruppo a tre potrebbe anche solo essere una mossa atta ad alzare la posta con il Sindaco per accelerare i tempi e alla fine accontentarsi della prima richiesta.

Tornando a Pina Chianese, a meno che il suo ruolo non era ben chiaro fin dall’inizio, con un patto pre elettorale, anche alla giovane avvocato non si spiega questa staffetta dopo appena tre mesi circa dalla presentazione della giunta. Forse il Sindaco Marco Antonio Del Prete, visti anche i risultati elettorali che lo hanno visto deficitare di 550 voti rispetto alle liste, ha voluto riservarsi una casella mobile in giunta per poter accontentare in maniera celere il primo tiratore di giacca che si presentasse.

Ma in realtà non è solo Pina Chianese ad essere in bilico. Quelle che traballano sono anche le poltrone dello stesso Michele Granata, dato che non è solo la nomina di vicesindaco ad essere in discussione ma anche le sue deleghe e Camillo Pezzullo rappresentato nel legislativo dal solo Gennaro Alborino. Insomma troppe figure deboli e troppe poltrone da rinforzare e c’è qualcuno pronto a giurare che non sarà solo una questione di nomina ma anche di deleghe, visto che difficilmente un Consigliere scaltro come Franco Del Prete, indicando il nome di Teresa Anatriello – terza non eletta in Fare Democratico – si accontenterebbe delle deleghe oggi affidate alla sicura uscente Pina Chianese.

Da tutto questo bailamme il dato politico che esce fuori è alquanto allarmante. Un sindaco che ha già amministrato per cinque anni la città, anche se gli equilibri di giunta sono stati sempre il suo cruccio, doveva, quanto meno, avere le idee già chiare e invece a cinque mesi dalla sua elezione è ancora impegnato a trovare gli equilibri nel poltronificio frattese e da quello che si evince non ci vorrà poco tempo visto che il prossimo problema del primo cittadino sarà anche il rimpasto delle deleghe. Vi terremo aggiornati.

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Caivano

CAIVANO. Angelino vende fumo ai suoi elettori. Come Totò vendeva la sua Fontana di Trevi

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CAIVANO – In una città chiamata alle grandi sfide dopo gli scioglimenti, spesso la politica si affida a scorciatoie comunicative, come se il trofeo dell’attenzione fosse diventato ormai l’unica posta in palio. In questa semplificazione la politica si rifugia sempre più spesso nella ricerca spasmodica di opportunità prive di contenuto, fatica e sudore, come se si potesse sostituire il consenso con l’incanto.

Così possiamo assistere al festival dell’ipocrisia, alle esibizioni dei venditori di fumo degni eredi del Cavalier Ufficiale Antonio Trevi, personaggio storico interpretato dal grande Antonio De Curtis alias Totò nella famosa scena della vendita della Fontana di Trevi nel film “Totò Truffa ’62”.

Tutto è successo nella giornata di ieri. Subito dopo l’uscita della notizia sulla risoluzione del caso delle terapie negate ai bambini affetti da autismo al centro Antares si sono sprecati post di accaparramento meriti dei soliti politicanti di turno. Tutto è partito quando da un giornale locale appare un post condiviso dalla pagina ufficiale del prossimo candidato a Sindaco per Caivano Conta Antonio Angelino che riportando la notizia nella sua interezza la arricchiva col seguente periodo: “Il nostro contributo a tutti i livelli sarà sempre a favore dei cittadini, e continueremo a batterci per garantire servizi e per informare celermente la comunità circa i risvolti istituzionali”. Periodo chiave questo che ha scatenato l’indignazione di chi ha lottato alacremente per la risoluzione del problema. E anche se, furbescamente aggiungerei, subito dopo il leader di Caivano Conta, raddrizza il tiro ringraziando cittadinanza attiva e Istituzioni preposte non evita il linciaggio mediatico da parte di chi si è indignato a questo presunto appropriarsi di meriti che in realtà non si sono mai posseduti.

È risaputo che tale problematica sia stata risolta dall’allarme lanciato dai genitori, insieme all’Associazione “La Battaglia di Andrea” nei confronti del Sindaco di Crispano Michele Emiliano, in qualità di Presidente dell’Azienda Speciale delle Politiche Sociali dei comuni Caivano, Cardito, Crispano e Afragola, che a sua volta informa il vicesindaco metropolitano Giuseppe Cirillo e insieme allertano la Regione Campania e la vicenda viene presa in considerazione direttamene dall’Assessore alle Politiche Sociali Lucia Fortini insieme alla vicepresidente del Consiglio Regionale Valeria Ciarambino che contattando Asl competenti e direzione del centro Antares, risolvono temporaneamente il problema del sovraffollamento terapeutico tra Asl NA2 Nord e Asl Caserta.

Quindi di Antonio Angelino, finora semplice cittadino che non ricopre nessun ruolo e nessun potere avrebbe mai potuto avere nel risolvere tale questione, manco l’ombra ma come legittimo e fisiologico che sia. Forse è anche questo che ha fatto scatenare l’indignazione e l’ilarità a tratti di chi è andato a commentare sotto il post del giornale locale. Ve ne riportiamo qualcuno: scrive Luigi di “La Battaglia di Andrea”: “io ho l’associazione che ha risolto il problema, ho visto che condividevate una persona che non conosco, che non ha combattuto con noi e quindi in buona fede ho commentato, precisando come stavano le cose”. Scrive Rita: “chi si deve vendere la fontana di trevi? Siamo tutti felici che il problema si stia risolvendo, ma è uno squallore il fatto che i politicanti si attribuiscono cose che non gli appartengono e che fanno politica sulla pelle dei bambini. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA”. Ancora Rita rispondendo a Luigi di cui sopra: “purtroppo ci sono dei POLITICANTI che vogliono attribuirsi meriti che non hanno. Complimenti a chi ha combattuto e ottenuto!” Alessandro scrive: “infatti stanno tutti ad alzare questa bandiera . Da un articolo ho letto che devono ringraziare Padre Maurizio Patriciello” – Perché in un altro post si dava la notizia di una fantomatica lettera scritta dalle mamme e che il parroco avesse inviato direttamente alla Premier Giorgia Meloni – Luigi a questa affermazione tiene a replicare: “hanno risolto l’associazione La Battaglia di Andrea, Michele Emiliano, Valeria Ciarambino e Lucia Fortini. Termino solo con quest’altro che sembra esaustivo alla natura del mio editoriale di stamattina ma ce ne sono anche altri degni di nota. Tonia mamma coraggio scrive: “Ci siamo fatti un cuore così perchè finalmente tutti i bambini in cura presso il centro in questione, ricevessero senza restrizioni le terapie che gli spettavano di diritto! Sono state settimane durissime per noi genitori che, rimboccandoci le maniche e chiedendo i dovuti chiarimenti a chi di dovere ed ad associazioni di settore come La Battaglia di Andrea, siamo riusciti ad ottenere questo grandissimo risultato! Solo Grazie all’ausilio dei Sindaci dei paesi coinvolti nella questione, al commissario Straordinario di Caivano che ci ha ricevuto per ascoltarci, e all’impegno concreto della Vicepresidente del consiglio regionale Valeria Ciarambino,noi genitori siamo riusciti ad ottenere il risultato tanto sperato, il riconoscimento del diritto dei nostri bambini a ricevere le giuste terapie, senza alcuna riduzione ne dimissione. Adesso a problema risolto strumentalizzare tali notizie a fini politici è una mancanza di rispetto per un genitore che si è fatto in 4 per far valere il diritto del proprio figlio e di tutti i bambini colpiti da questa ingiustizia, partendo dal nulla, e con grande senso di smarrimento! Tanto si sa, le cose importanti da rendere note alla cittadinanza sono sempre altre…”

Inutile ribadire che parecchi di questi dissidenti sono stati bloccati direttamente dall’Amministratore della pagina del leader di Caivano Conta Antonio Angelino, in spregio al dialogo, dibattito, confronto e senso di democrazia che un aspirante amministratore dovrebbe possedere in maniera innata.

Quindi è ora di dire basta anche a questa politica politicante. Non è possibile che un soggetto politico, comunque appartenente a quella classe dirigente fallimentare che ha portato Caivano a due scioglimenti consecutivi per camorra e che rappresenta, secondo la Prefettura, una continuità amministrativa, in assenza di temi e contenuti, debba continuare a prendere in giro la cittadinanza e i prossimi elettori con mezzucci da prima repubblica. La gente non ha più l’anello al naso e l’indignazione sotto quel post ne è la dimostrazione.

Caivano ha bisogno di voltare pagina. Ha bisogno di mettere un punto a questo tipo di politica, iniziare da capo e guardare al futuro con tanta, tanta, fiducia verso tutto il nuovo che si presenterà.

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Caivano

CAIVANO. La totale assenza di indignazione della società civile presta il fianco ai piani dei soliti politicanti

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CAIVANO ha già perso! Ci sono ottime probabilità che questo comune verrà sciolto di nuovo dalla Prefettura e buone possibilità che possa essere sciolto già prima di andare a votare nel novembre prossimo.

La società civile è dormiente, sfiduciata, menefreghista e priva di entusiasmo. Le tante persone perbene che abitano questa città si sono assuefatte al pensiero che debbano vivere in un dormitorio privo di qualsiasi tipo di servizio e ostaggio del narcotraffico. Dopo gli arresti per ingerenze criminali poche persone si sono indignate della malagestio perpetrata da oltre trent’anni dalla vecchia classe dirigente. Troppo pochi per spedire a casa i vecchi politicanti di sempre.

Adesso è troppo tardi. Mancano pochi mesi al traguardo della presentazione delle liste e l’assenza dell’indignazione della parte sana della città ha giovato alla sete di potere dei soliti noti. Chi dai social urlava di volere gente nuova al governo della città non ha capito che doveva scendere in campo in prima persona. Non ha capito che il futuro a Caivano non si può più delegare, specialmente non si può delegare sempre in mano agli stessi. Non si può chiedere il cambiamento a chi ha creato questo status. Stato di cose che fa comodo alla maggior parte degli abitanti di questa città. Un territorio abitato per la maggior parte da falsi poveri e media borghesia che o rappresenta le zone d’ombra della città o nell’arco degli anni ha saputo tessire un buon equilibrio con le stesse. Insomma una grande fetta di Caivano ha dimostrato di temere addirittura il cambiamento.

Così, a presentarsi ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale saranno sempre gli stessi. Nomi usurati dal tempo e dalle indagini. Nomi che se non saranno scesi in campo in prima linea, determineranno più di prima dalle retrovie. Da destra a sinistra già sono in atto i più massonici accordi per cercare di vendere al popolo il cambiamento di gattopardiana memoria.

Non è bastata la lotta di anni e anni intrapresa dalla stampa libera, non sono bastati i fiumi di parole che dal 2015 hanno cominciato a denunciare il fenomeno delle somme urgenze e degli affidamenti diretti a vantaggio sempre e solo delle stesse ditte; il fenomeno dell’affidamento e della liquidazione a distanza di sette giorni, in alcuni casi si sono registrati anche affidamenti con la rovesciata, ossia dopo la liquidazione dello stesso lavoro determinato dai settori più volte, tutto questo nella totale distrazione di esecutivo e amministrazione; posti di lavoro affidati a parenti e affini del capoclan attualmente in carcere; assessori, consiglieri e segretari di partito che non disdegnavano di farsi vedere in giro con i camorristi. Per finire di denunciare tutta l’ipocrisia di un decreto che a tutto è servito fuorché a risanare un territorio, anzi, ha solo affibbiato una etichetta indelebile ad una comunità formata da persone perbene e laboriose. Tutto questo non è servito a far indignare i caivanesi, farli scendere in campo per pensionare una volta e per tutte la vecchia classe dirigente. Maggioranza e opposizione, senza far distinzione, perchè chi per omertà, chi per paura, chi per ignavia, tutti allo stesso modo, hanno prestato il fianco all’ascesa e all’ingerenza della criminalità organizzata.

Il silenzio della politica dettato dalla paura di essere coinvolta nelle vicende giudiziarie e il silenzio della parte sana della città hanno finito di creare quel vuoto che sarà colmato dai soliti profeti, nani, ballerine e saltimbanchi. Già se si guarda alla Festa di Campiglione. Alla fine, per la sua fattibilità, bisognerà ringraziare una sola persona e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli e sacrificato i loro momenti di svago e lavoro, me ne potranno dare atto.

Se a tutto questo aggiungiamo anche la memoria corta dei cittadini, appare più che naturale la discesa in campo dei soliti politicanti. Così da destra a sinistra si stanno organizzando ma sempre con le stesse dinamiche se non peggio. Dinamiche che nulla hanno a che fare con il cambiamento. Politicanti in cerca di burattini da manovrare. Personaggi che vogliono cambiare il vestito alla politica senza farle fare prima una grande doccia sanificatrice. Questo sta succedendo a Caivano.

Partendo dalla sinistra, c’è un gruppo di partiti chiamati in adunanza dal PD che insieme al primo partito della vecchia Amministrazione sciolta per camorra, si sono seduti ad un tavolo senza aver prima rinnovato la propria classe dirigenziale e alla prima loro riunione già litigano perché sbagliano totalmente l’argomento, poiché la prima cosa che pensano è quella di tracciare il profilo dell’ipotetico candidato a Sindaco. Ma come si può pensare di far amministrare una città allo stesso gruppo di partiti e persone che hanno rappresentato la coalizione sciolta per camorra, che al loro primo incontro per le prossime amministrative al posto di fare una seria introspezione, capire quali sono state le loro lacune che hanno permesso l’ingerenza della criminalità organizzata e dopo aver individuato causa e colpevoli iniziare a ragionare sui criteri di aggregazione, vogliono tracciare non solo il profilo del candidato a sindaco che dovrebbe essere il penultimo tema da affrontare al tavolo prima del nome, ma addirittura il carattere. E indovinate un po’ parte di quel tavolo come lo vuole? Lo vuole mite, moderato che non abbia mai fatto politica o si sia mai interessato ma acculturato. Insomma un bamboccio da poter manovrare con i fili ma che alla cittadinanza possa essere venduto come una mente pensante difficile da manovrare.

In poche parole quelli della sinistra caivanese, quelli sciolti per camorra, per intenderci, continuano a fare i “draghi” della politica. Solo loro riescono a partorire queste idee geniali, credendo che tutto il resto del mondo abbia l’anello al naso. Questo tavolo si aggiornerà domani stavolta nella sede del Movimento 5 stelle e il tema sarà di nuovo la scelta della sintesi. Da un lato col PD che spinge per una figura politica autorevole ma comunque appartenente alla vecchia classe dirigente, dall’altro lato Verdi, M5S e Italia Viva spingono per il burattino di turno. Staremo a vedere chi la spunta, fermo restando la mia opinione di fare prima seria introspezione sui reali problemi che persistono in questo gruppo di partiti e che sono forieri di ingerenze criminali.

Ma se Atene piange Sparta non ride. Dal centro destra, il silenzio della parte sana e la memoria corta dei cittadini hanno dato vita a una forma di gerontocrazia pesante. Se a sinistra si parla di vecchia classe dirigente, a destra si può benissimo parlare di antica e longeva classe dirigente. Tutto quello che è successo, in assenza di nuove proposte, scaturisce il sentimento del “si stava meglio quando si stava peggio” e i vari Carofilo, Castelli e Del Gaudio si sentono in diritto di rappresentare anch’essi il “nuovo” che avanza. Tanto è vero che da indiscrezioni raccolte in esclusiva sul territorio, si sono consumate già più di una riunione tra di loro con la speranza di unire il centro destra insieme a Giovanna Palmiero e Maria Fusco di Fratelli d’Italia, e Giuseppe Mellone di Forza Italia. Riunioni che per ora non hanno sortito alcun effetto perché non si riesce ancora a capire da quale criterio intendono far partire i lavori del tavolo programmatico. Resta alla finestra per ora l’ex Sindaco Simone Monopoli che ai più fa sapere di voler stare fuori dai giochi della politica che per troppo tempo l’ha reso solo una vittima del sistema.

Al centro invece regna la confusione più totale. Scompare la figura di Antonio Angelino dalle varie testate giornalistiche amiche per far spazio al vero nuovo di Caivano Conta. Infatti al netto del suo leader e della figlia d’arte Orsella Russo, la lista che davvero potrebbe rappresentare ciò che ho sempre auspicato è proprio quella di Caivano Conta, dato che i vari Peppe Grande, Tobia Angelino, Pasquale Licito, Giuseppe Leodato etc. potrebbero impersonare perfettamente la base della nuova classe dirigente.

A tal proposito da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che anche in questa fazione ci sia più di una spaccatura. Da un lato alcuni fedelissimi del topiano Angelino pare stiano consigliando allo stesso di fare un passo indietro per fatti già conclamati e illustrati dalla stampa e dall’altro lato Luigi Esposito coordinatore cittadino di Azione pare stia tentando di essere promotore di un altro tavolo di centro, invitando allo stesso quelle forze liberali e popolari non ancora decisamente collocate per poi valorizzare la propria stessa figura come leader dell’intera coalizione. Su questo versante vi terremo aggiornati.

Insomma, il dato politico che ne esce fuori è alquanto raccapricciante ed è determinato proprio da quanto detto in premessa. Gli scenari appena illustrati non sono altro che figli dell’immotivata assenza della società civile a far parte della prossima competizione elettorale, la quale poteva in un certo senso sbaragliare i programmi atavici di alcuni politicanti e aprire la strada alla creazione di una nuova classe dirigente. In parole povere: mala tempora currunt.

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Caivano

CAIVANO. Gli insulti collezionati dal PD sono la dimostrazione che la gente vuole il nuovo. Qualcuno ha iniziato ad offrirlo.

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CAIVANO – Mancano sei mesi alle prossime elezioni Amministrative e anche se la vecchia nomenclatura avesse preferito stare ancora nel silenzio, all’ombra del castello qualcosa si sta muovendo.

A dettare i tempi di quelli che potrebbero definirsi lavori elettorali è la parte sana e perbene di Caivano. Quella parte stanca del gioco del silenzio dei politici politicanti abituati a vendere fumo, ha deciso di mostrare i muscoli e comunicare alla città che le uniche idee che muovono nuove aggregazioni sul territorio sono quelle del rinnovamento della classe dirigente. Le stesse idee che il sottoscritto ha sempre proposto come soluzione per evitare la scure della Prefettura e il rischio di un nuovo scioglimento per ingerenze criminali per colpa della presenza di tanti, troppi ex Amministratori che rappresentano per gli enti preposti una continuità amministrativa con le precedenti Amministrazioni sciolte per infiltrazioni camorristiche.

Fino ad oggi la vecchia classe dirigente, senza fare distinzione tra chi ha fatto parte della maggioranza od opposizione nelle ultime due Amministrazioni sciolte per camorra, ha preferito la strada del silenzio. Per un solo motivo. Così come la camorra vuole il buio e la desertificazione del territorio, la vecchia politica vuole il silenzio per non dare adito alla popolazione, alla società civile di partecipare al dibattito pubblico, partecipazione che facilmente avrebbe potuto detonare la costruzione di una valida alternativa politica. Così, sfruttando il vantaggio di una base solida di conoscenze, la vecchia politica non ha bisogno di dialogo, comunicazione o illustrazione delle proprie visioni per aggregare adesioni. La vecchia politica si muove a mo’ di lobby. I nomi sono sempre gli stessi, oggi sono contro e alla prossima tornata elettorale li si vede insieme. Oggi si accusano e si odiano, domani si difendono e si vogliono bene. Ed è proprio dietro questo disegno carbonaro che gli stessi individui cercano in tutti i modi di non far crescere il numero degli addetti ai lavori né tanto meno di far entrare nuove leve all’interno di un mondo che per anni e per impunità diffusa credono sia di loro proprietà.

Giochi intelligenti per bambini deficienti. Chi ne ha la pancia piena, chi già da diversi anni si è indignato per i fallimenti continui che fanno registrare questi signori, fino al fallimento dei fallimenti riversato negli arresti e nella conseguente militarizzazione della città, questo gioco l’ha compreso e ha deciso di iniziare, anche in assenza di interlocutori, quel dibattito pubblico con tanto di temi e visioni, partendo dal tema dei temi, ossia: creare un’alternativa valida a tutta la vecchia classe dirigente fallimentare con la creazione di una nuova nomenclatura da presentare ai nastri di partenza delle prossime elezioni amministrative.

Così nasce il progetto che ruota intorno ai Liberal Democratici di Caivano, un movimento fortemente voluto dal Presidente di Caivano Legalitaria Giuseppe Libertino e da Mario Castaldo, e presentato il 28 Aprile scorso con tanto di cena-riunione dove sono state buttate giu le prime linee guida del disegno politico. Quindi rotto il silenzio, anche chi finora ha deciso di stare fermo, inerte e silente come il centrosinistra caivanese ha sentito forte il bisogno di non lasciare troppo spazio al nuovo che avanza uscendo con un Comunicato e annunciando l’apertura del tavolo politico attraverso gli organi di stampa.

Non si è fatta attendere la reazione della Caivano indignata. La reazione della gente stanca di vedere sempre gli stessi simboli e gli stessi nomi. Quei nomi che hanno relegato la città di Caivano ad essere l’ispiratrice di un Decreto legislativo che dipinge tutti i suoi cittadini alla stregua del più efferato boss della camorra. Ed è così che sotto il post pubblicato dalla stampa locale che ritraeva in bella mostra il simbolo del PD si leggono commenti dal tono dispregiativo e denigrante nei confronti dei commensali di quel tavolo.

Solo per riportarne qualcuno e per far comprendere il tono Giovanni scrive: Ma veramente fanno? Non si mettono nemmeno vergogna? Poi sono curioso di vedere eventuali politicanti…. Salvatore scrive: I vecchi politici hanno fallito..(GIOVANI E VECCHI ) facciano un passo indietro a favore di una nuova generazione che non ha mai avuto responsabilità… Luigi semplicemente: Vergognosi… Nando: Votate votate ecco i risultati, Santa: Fate ridere vergognatevi, Franco scrive: Mettete la testa sotto terra e fate finta che nessuno vi veda, Andrea invece: fate ridere avete governato con gli incriminati e facevate finta che il fatto non era vostro, sapete dove devono annà si? Armando la mette sulla satira: Cricchio crocco e manic e fiasco, mentre Ugo alza il tiro: Ma chi vi vota, io sicuramente no. Siete come il partito nazionale. Partito detenuti.

Insomma PD & Co. credo che dopo queste esternazioni si debbano fare seri esami di coscienza. Una sana introspezione e capire come fare per regolare il tiro. Certo è che per certi partiti di maggioranza che all’indomani dello scioglimento delle infiltrazioni camorristiche hanno ritenuto opportuno autoassolversi dalle responsabilità politiche, non facendo una seria autoanalisi e non rinnovando i loro ruoli dirigenziali, sarà difficile cambiare rotta oggi a pochi mesi di distanza dal traguardo.

Ecco perché il coordinatore di Caivano Liberal Democratica, dopo aver letto tali commenti social, ha sentito il bisogno di far sentire forte anche la sua voce, confermando l’indignazione della parte sana della città ma informando la stessa che il suo movimento sta creando una seria alternativa a tutto quanto visto finora. Gli strumenti ci sono e li mette a disposizione questo nuovo movimento, adesso la palla passa alla gente perbene di Caivano che oltre a quanto fatto da quelli che già hanno aderito al progetto, deve arricchire la nomenclatura dei candidati che si presenteranno ai nastri di partenza della prossima campagna elettorale. In maniera tale da poter far decidere alla cittadinanza caivanese da che parte stare: con gli stessi che hanno rovinato Caivano o con i nuovi candidati e con la speranza di un radicale cambiamento?

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