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AFRAGOLA. Pannone querela Giustino per i manifesti apparsi stamattina per le strade della città.

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AFRAGOLA – Si infiamma la campagna elettorale e gli ultimi giorni diventano realmente di fuoco. Alza il tiro Gennaro Giustino, come se i toni finora usati non siano bastati ad infervorare la campagna elettorale, stamattina affigge per le strade della città dei manifesti molto forti, accusando Pannone di aver tra le sue fila aggregato l’unico condannato per reati di camorra, di avere tra i suoi candidati supporters arrestati e sospettati di voto di scambio, di aver messo parenti di camorristi davanti ai seggi a vigilare l’andamento del voto, di aver contatti con soggetti richiamati in dichiarazioni di pentiti di camorra quando si parla di voto di scambio e che l’ex Senatore Vincenzo Nespoli, da lui sempre considerato il dominus della coalizione di centro destra sia stato definito dalla Procura un soggetto di notevole spessore criminale.

A questo gioco al massacro non ci sta il candidato a Sindaco di centrodestra Antonio Pannone che attraverso un post pubblicato pochi minuti fa su Facebook annuncia querele all’indirizzo del suo antagonista, questo il testo del post: “In questa campagna elettorale, da candidato Sindaco e cittadino responsabile, con la mia coalizione e perfino con le persone che ci sono vicine e che ci vogliono bene, abbiamo subito qualsiasi tipo di attacco proveniente dalla controparte, a volte anche meschini, beceri e insulsi. Siamo stati sempre in silenzio, abbiamo sempre pensato che la cosa più importante fosse il futuro della nostra amata Afragola e pertanto abbiamo concentrato le nostre forze sull’illustrazione dei programmi e sulle nostre visioni di città. Ci siamo fatti scivolare addosso tutto il fango che un odiatore seriale e un livoroso come il candidato a Sindaco del centro con Forza Italia ci ha vomitato addosso da sei mesi a questa parte. L’importante era ed è il bene della città: questo rimane tutt’ora il nostro unico obiettivo. I risultati del primo turno delle elezioni ci hanno dato ragione e su questa scia abbiamo continuato il nostro dialogo costante con la comunità afragolese. Dall’altra parte si è continuato ad alimentare odio e a gettare fango. Privi di programmi e contenuti, con un libricino scopiazzato dalle azioni politiche messe in atto dalle precedenti amministrazioni, si è tentato di illudere i cittadini che in sei mesi Afragola potesse diventare la Svizzera della Campania e quando questi hanno dimostrato di non essere gli ultimi fessi da prendere in giro si è ritornati a spalare nauseabonda materia fecale. Il manifesto affisso da Gennaro Giustino questa mattina per le strade di Afragola è la dimostrazione plastica che il farneticante candidato del centro con Forza Italia è giunto mestamente alla frutta. Non ha nulla da offrire alla nostra comunità e non ha la benché minima idea di come amministrare la nostra Afragola né di come si possano redigere le linee programmatiche per il futuro amministrativo della città. Così, ha pensato di fare la cosa migliore che sa fare: offendere, denigrare, alimentare odio, urlare, gettare fango addosso alle persone, accusare i suoi antagonisti di reati che solo il suo livello morale e culturale, la sua fantasia oscura e il suo modus operandi sanno generare. Non lo biasimo per questo, avrà i suoi buoni motivi per essere così, queste persone vanno aiutate e comprese, d’altronde è dura arrivare dopo ventisette anni di militanza tra i banchi dell’opposizione ad essere candidato a sindaco di una coalizione sgangherata piena di mutilli e vedere che tutto quello per cui hai vissuto gli ultimi anni della tua vita ti sta sfuggendo di mano. Non lo biasimo ma bisogna dare un freno a questo soggetto pericoloso che una volta nelle istituzioni non può fare altro che instillare al loro interno livore, odio e veleno ed è per questo che mi sento obbligato, in merito ai manifesti affissi stamattina, a dare mandato ai miei legali affinché i soggetti responsabili, laddove ne sussistano le condizioni, vengano puniti con pene esemplari. Non volevamo arrivare a questo ma il pericolo che infonde questo soggetto nella nostra comunità è molto alto e non possiamo permettere che la nostra città possa subire oltre la prepotenza, la protervia e la prevaricazione della criminalità organizzata anche quella di chi vuole occupare le istituzioni. Sentiamo il forte bisogno di difendere la nostra storia. #LUnicaStoriaCheConta

Manifesto affisso per le strade da Gennaro Giustino
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AFRAGOLA. Crisi di maggioranza con FDI. La stampa attacca inspiegabilmente il neonato gruppo “Più Europa”

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AFRAGOLA – La situazione politica per il Sindaco Pannone si fa sempre più ostica, dato che il gruppo di Fratelli d’Italia capitanato dal Presidente del Consiglio Biagio Castaldo, non arretra di un passo, come ci informa una nota testata cartacea nelle sue pagine territoriali.

Il punto che fa il collega è condivisibile almeno per quanto riguarda la situazione in maggioranza, dato che da fonti certe arriva l’indiscrezione che il pomo della discordia più che sulla nomina dell’Assessore nasce sulla nuova nomina del Presidente del Consiglio, visto che ad Afragola per aumentare il quorum delle prebende, all’epoca il Sindaco Enzo Nespoli, si inventò la modifica al Regolamento del Consiglio Comunale che prevedeva la durata della carica del Presidente di soli 30 mesi. Così in vista della scadenza regolamentare, sembra che la posizione di Biagio Castaldo sia tutt’altro che stabile e rinnovabile.

Quello che non si comprende né tanto meno si condivide dell’articolo del collega è l’attacco neanche tanto velato al gruppo neonato in Consiglio Comunale “Più Europa”. Informazioni errate e fuorvianti, non si è capito a quale scopo, a meno che non si voglia già mettere le mani avanti ad un blocco di un’ipotetica forza politica capeggiata dal nuovo che avanza, lasciando campo libero sempre agli stessi, stantii, attori della politica afragolese, che ben rodano e oliano da sempre gli stessi meccanismi, anche comunicativi.

Premesso che i due Consiglieri di “Più Europa”: Enzo De Stefano si è candidato alle scorse elezioni a supporto di Gennaro Giustino e quindi una coalizione civica di centro sinistra, dato che il famoso salto della quaglia l’ha fatto proprio il leader di “A viso Aperto” passando dalle file di De Luca a Forza Italia, mentre Raffaele Iazzetta, anche se a supporto di una coalizione civica dove presentava il simbolo velato della Lega, si è sempre candidato in una lista civica e agli appartenenti del civismo senza tessera di partito in tasca non si può addurre alcuna fazione idelogica.

Per non parlare del partito “Più Europa”, il quale, da sempre connota ideali liberali e radicali e non certo progressisti come quelli che caratterizzano la sinistra italiana. Se la leader nazionale del partito Emma Bonino ha scelto alleanze con partiti di sinistra, di certo le scelte sono da attribuire a meri accordi basati sui programmi e non certo sugli ideali. I maggiorenti di “Più Europa” si sono sempre dichiarati appartenenti ad un partito trasversale che da diversi anni condividono le stesse idee dei partiti di sinistra ma restano ben saldi al centro dell’arco costituzionale e pertanto anche l’idea di connotare “Più Europa” come partito di sinistra e per certi versi errata.

Ma per saperne di più abbiamo contattato il referente sul territorio, chiamato in causa in quell’articolo e membro della Direzione Nazionale del partito Più Europa, Raffaele Mosca che davanti ai nostri taccuini ha dichiarato: “Aver presentato una lista a supporto del caro amico Antonio Pannone, persona da me sempre stimata, professionista serio, docente di altissima cultura, che nel mio immaginario non l’ho mai associato ad una corrente politica autoritaria e tolitarista qual è la Lega ma sempre ad un ideale democristiano, moderato e popolare, non fa di me, certo, un uomo di destra!? Vorrei ricordare al giornalista distratto che la mia, personale, connotazione ideologica politica è sempre stata tendente al centro sinistra, dato che da sempre la mia figura è associata all’ex Consigliere regionale e napoletano Franco Moxedano e alle ultime elezioni regionali, il sottoscritto era candidato in una lista a supporto del Governatore Vincenzo De Luca, non certo un personaggio di centro destra. Leggendo quell’articolo, non capisco perché alcuni vostri colleghi si prendono la briga di attaccare la mia persona e il partito, che sul territorio è ben rappresentato dal coordinatore Luigi D’Antò e a cui rivolgo ogni in bocca al lupo per il lavoro che svolgerà sul territorio, ma davvero non capisco a cosa serve tirare in ballo il mio nome dato che nell’ultimo periodo sono molto impegnato col lavoro e a portare il calcio della nostra città nelle posizioni che merita. Non vorrei che i successi personali e pubblici legati al mondo sportivo stiano dando fastidio o incutendo timore a qualcuno!? Spero di no! Poiché mi costringerebbero a dimostrare ciò che sa fare realmente un imprenditore al comando”.

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Ad AFRAGOLA nasce un nuovo codice della strada, segno dell’autonomia regalata ai Settori con Assessori incapaci o inesistenti

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AFRAGOLA – È vero che ad Afragola ci sono dei problemi annosi che vanno risolti, è vero anche che i settori presentano dei bug assurdi e che il Sindaco Pannone adesso ha altri pensieri per la testa, come quelli di riuscire a trovare gli equilibri giusti, nominando i nuovi assessori tenendo conto dei desideri dei dissidenti della fiamma tricolore ma non dobbiamo nemmeno concepire l’idea che per pensare ai nuovi che devono arrivare nell’esecutivo non rivolgiamo le attenzioni a chi ci è rimasto, malgrado le contestazioni e il livello bassissimo dimostrato nell’arco della propria gestione, così come, in base a questa sprovvedutezza non possiamo essere liberi dal farci quattro risate osservando le stranezze circolando per le strade della città.

Stamattina girando in auto mi sono imbattuto, alla fine di via Dario Fiore, intersecando la rotonda della Sannitica, in uno strano segnale a forma triangolare a sfondo bianco con bordo rosso e il vertice rivolto verso l’alto, posto subito sopra il segnale dell’obbligo del senso rotatorio di colore blu. Allora vorrei domandare all’Assessore della Polizia Locale Mauro Di Palo, al Comandante della Polizia Locale e al Responsabile dell’Ufficio Manutenzioni, cosa devono fare gli automobilisti al cospetto di tale segnale? È un segnale che appartiene a qualche aggiornamento del Codice della Strada in salsa afragolese sconosciuto agli automobilisti o è semplicemente un segnale di “diritto di precedenza” montato al contrario?

Ovviamente, siamo consapevoli, che questo tipo di argomento possa solo suscitare ilarità nei nostri lettori e che il sottoscritto possa essere tacciato di poca professionalità data la mole e l’importanza di altri problemi che attanagliano la città ma la sprovvedutezza e la superficialità verificatasi in questo irrisorio evento determina soprattutto la leggerezza della gestione di un settore fulcro della vivibilità cittadina come quello della Polizia Locale.

Se il metro di misura nell’amministrare una semplice installazione di un segnale stradale è lo stesso usato anche in altri ambiti dallo stesso settore, allora non bisogna meravigliarsi se pattugliando e controllando le varie occupazioni TOSAP delle attività commerciali si scorge un certo doppiopesismo, dove alcune attività sono lasciate libere di occupare anche i passaggi pedonali e carrabili mentre altre vengono vessate per aver messo una sedia o un banchetto mezzo metro fuori la propria area di pertinenza con consenguenti controlli periodici a cadenza oraria.

Non bisogna neanche meravigliarsi quando all’interrogazione consiliare presentata dal PD viene risposto che per una città come Afragola sessantasei agenti di Polizia Locale sono pochi e il numero esiguo non permetterebbe all’Amministrazione comunale di istituire il servizio di vigile di quartiere o qualche turno operativo in orari notturni, dove la movida e le baby gang, specie in quelle fasce orarie mettono i serio rischio la sicurezza cittadina.

Ma nonostante ciò l’Assessore Mauro Di Palo dorme sogni tranquilli, il suo posto è saldo e garantito dal dominus, così come pure le sue quietanze mensili e in barba alla sicurezza cittadina, magari leggendo la stranezza del segnale stradale – però io vorrei conoscere chi l’ha montato ‘sto segnale e capire se in tasca ha ancora la patente – si fa anche qualche risata alle spalle dei cittadini afragolesi.

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AFRAGOLA. L’opposizione si rivela il più fedele alleato del Sindaco Pannone la cui stabilità è data dal paradosso dissenso-assenso

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AFRAGOLA – La politica del comune normanno vive il fenomeno del dissenso-assenso. Un ossimoro che solo il dominus Enzo Nespoli poteva partorire. Attualmente, teoricamente, nei banchi dell’opposizione siederebbero tredici consiglieri comunali contro undici della maggioranza. Teoricamente il Sindaco Antonio Pannone non avrebbe i numeri per governare ma praticamente risulta essere il sindaco più blindato della storia italiana. Ma come è possibile una cosa del genere? Presto spiegato.

Il dissenso partito ufficialmente con quel documento di semi-sfiducia protocollato da Fratelli d’Italia in realtà ha determinato una chiusura a doppia mandata sulla tenuta del Sindaco. Si, perché ha arricchito i banchi di opposizione di un altro simbolo di partito riconducibile alle effige nazionali aumentando così la disomogeneità all’interno della minoranza. Attualmente tra i banchi di opposizione, al netto di scaramucce tra i meloniani e il Sindaco sulle nomine in giunta gradite alla fiamma tricolore, si registrano i seguenti simboli nazionali (in ordine da sinistra a destra) PD, M5S, Italia Viva, Azione, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Una minoranza ibrida così non si era mai registrata a queste latitudini e questo fenomeno fa sì che, al netto degli interessi personali di alcuni consiglieri di opposizione, nessuno potrà mai intestarsi una lotta o mozione di sfiducia al Sindaco, dato che un partito di sinistra non potrebbe mai firmare un documento partito dalla destra e viceversa.

Così con la buona pace di Antonio Caiazzo e Marianna Salierno, consiglieri che in caso di caduta del governo cittadino perderebbero anche lo scranno metropolitano, il Sindaco Antonio Pannone vive una tenuta così stabile da potersi permettere il lusso di far governare la città al suo dominus, in maniera del tutto indisturbata e scevra da qualsiasi interferenza partitica.

Il dato politico che ne esce fuori però è comunque allarmante. Infatti, in un Comune privo di assessori e quei pochi che restano, oltre ad essere yes man appaiono anche del tutto incapaci – qualcuno viene lasciato lì per pagarsi i propri debiti con l’ente comunale a spese dei contribuenti – diventa ordinario porre l’attenzione solo sui grandi lavori pubblici e su atti riguardanti l’urbanistica, tralasciando quello che in gergo viene chiamato ordinario, proprio perché gli interessi dei pochi è rivolto alle cose “importanti” mentre per le cose “futili” meglio lasciare la città nell’impasse di sempre.

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