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AFRAGOLA. Risolta la lite con gli imprenditori dei distributori 24h. Il SIndaco Pannone revoca l’ordinanza di chiusura notturna.

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AFRAGOLA – Era il 21 Giugno scorso, giusto un mese fa quando il primo cittadino Antonio Pannone con una sua ordinanza, su richiesta e pressione di alcuni consiglieri comunali, decide di chiudere di notte le attività di distribuzione automatica di alimenti e bevande aperti al pubblico 24 ore su 24 sul territorio di Afragola.

La motivazione era attribuita di fenomeni di degrado, schiamazzi, assembramenti, episodi di inciviltà, consumo smodato di alcolici con potenziali ricadute sulla sicurezza e sul decoro urbano. Inutile dire che tale decisione è stato frutto di un intenso dibattito pubblico in città al punto tale da portare i titolari delle aziende a fare la scelta di opporsi al Tribunale Amministrativo.

La sceltà però non è stata facile ed è stato impeccabile l’intermediazione dell’attuale Presidente dell’Afragolese Raffaele Mosca che data la sua eccellente capacità amministrativa e la sua straordinaria conoscenza del codice amministrativo ha potuto guidare la delegazione di imprenditori dei 24h in tutto l’iter giudiziario al fine di poter far valere i loro diritti nei riguardi di un’ordinanza ingiusta.

Impugnata l’ordinanza dinanzi al TAR, quest’ultimo non ha potuto fare altro che sospendere il provvedimento del Sindaco sulla base che le motivazioni addotte dall’Amministrazione comunale, non essendo richiamati nell’ordinanza sindacale sopralluoghi, verbali, segnalazioni o altro, apprezzabili ex actis, vengono ritenute pregiudizievole e spropozionate in riferimento alla vendita di generi non alimentari non evidentemente incidenti, in tesi, sul decoro urbano.

Per tali motivazioni il Sindaco Antonio Pannone, anche in base ad alcuni incontri avutisi anche con i titolari delle aziende colpite dal provvedimento e con l’intermediario Raffaele Mosca, ha deciso di revocare l’ordinanza sindacale n. 220/2025 attraverso lo stesso mezzo.

Tutto bene quel che finisce bene. L’interesse pubblico ma anche quello privato, quello di chi ha deciso di investire e di credere fortemente sul territorio e la comunità afragolese, è stato tutelato grazie all’intelligenza degli attori in campo, sindaco Antonio Pannone compreso che da persona intelligente e umile qual è ha saputo riconoscere i propri errori e corso immediatamente ai ripari. Un plauso a tutti da parte dei cittadini afragolesi.

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Afragola

Orgoglio e Merito afragolese: la 5^O classico del Liceo “Filippo Brunelleschi” trionfa all’Esame di Stato

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AFRAGOLAIn un tempo in cui troppo spesso si parla dei giovani con toni cupi e scoraggiati, la classe 5^O del Liceo “Filippo Brunelleschi” di Afragola offre una smentita luminosa, incarnando un esempio concreto di impegno, maturità e straordinaria riuscita. I risultati dell’Esame di Stato, pubblicati oggi, raccontano una storia collettiva di valore e tenacia: su venti studenti, ben nove hanno raggiunto il traguardo del massimo punteggio, ovvero 100 su 100; cinque hanno meritato anche la Lode, sigillo d’eccellenza e testimonianza di un cammino scolastico condotto con rigore e passione. Dietro questi numeri ci sono i volti, le voci, le ore insonni, le prove silenziose ed il coraggio quotidiano di venti ragazzi che, in cinque anni, hanno costruito non solo competenze, ma soprattutto legami, identità, visioni. Ogni nome, da Beatrice Alghiri a Giada Russo, racconta un percorso fatto di crescita, di sfide affrontate, di amicizie custodite. C’è chi ha imparato a superare la timidezza, chi ha trasformato in risorsa una fragilità, chi ha saputo essere per gli altri una presenza discreta ed indispensabile. Nessuno è rimasto indietro, tutti hanno camminato insieme. Una simile armonia non nasce per caso. È il frutto di un contesto formativo solido ed ispirato, costruito giorno dopo giorno grazie alla guida del Dirigente Scolastico, Professor Architetto Giuseppe Cotroneo, la cui visione educativa, lucida e lungimirante, ha saputo coniugare cultura e cittadinanza, autorevolezza ed ascolto. Il Liceo “Filippo Brunelleschi” si conferma, così, non solo una scuola di qualità, ma un autentico presidio di educazione, in cui ogni studente può trovare spazio, valore e direzione. Un plauso speciale va alla Professoressa Giusy Capone, docente di riferimento per la classe e guida instancabile lungo l’intero quinquennio. La sua dedizione, la competenza rigorosa, unita ad una rara capacità di empatia, hanno fatto di lei non solo un’insegnante, ma una vera figura di riferimento: presenza affettuosa e sostegno costante. Accanto alla Scuola, però, è doveroso ricordare un’altra presenza, più silenziosa, ma non meno decisiva: le famiglie. I genitori, con il loro appoggio quotidiano, la fiducia riposta, la capacità di “esserci” nei momenti difficili, senza mai sostituirsi, hanno rappresentato il terreno fertile su cui questi giovani hanno potuto crescere e fiorire. A loro va un ringraziamento profondo: perché educare è sempre un gesto corale! Il successo della 5^O è, allora, qualcosa di più di un risultato scolastico: è un messaggio. È la dimostrazione che, quando Scuola, studenti e famiglie camminano insieme, credendo nel valore dello studio e nella forza dell’educazione, il futuro smette di far paura e comincia a splendere. A questi ragazzi straordinari va il nostro augurio più grande: che portino con sé la luce accesa in questi anni, e che non smettano mai di credere nella bellezza della conoscenza, nella forza delle idee e nella responsabilità di costruire il domani. La 5^O si congeda, lasciando dietro di sé una traccia nitida e generosa: quella di chi ha saputo trasformare l’aula in una piccola patria del pensiero e del cuore.

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Genitori connessi per figli “robusti”

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Sembra azzardato, ma i nostri ragazzi “liquidi” chiedono implicitamente punti di riferimento, una visione prospettica profonda, rapporti “pesanti” e solidi, veicolati dalla fisicità e dai discorsi e dalle parole… Questa richiesta da “leggere tra le righe” conferma il loro bisogno di identità. Questa si costruisce su terreni fermi, ma rassicuranti. In una relazione dove la verticalità ( il rapporto con un adulto) non diventi mai distanza, ma accompagnamento.

Diversamente il ragazzo rischia di scivolare, franare e di non mettere radici. Questa “liquidità”, però, non ha la forza di imbrigliare definitivamente il suo bisogno di identità. Le sue radici assetate di “case identitarie” si volgeranno verso territori colonizzati dalle “leggi del mercato” o attraverso la relazione orizzontale tra i coetanei, che non hanno molto da proporre.

Questo è venuto fuori dagli incontri genitori e ragazzi presso la parrocchia San Giorgio Martire di Afragola, grazie al Patto educativo al parroco Massimo Vellutino e grazie alla collaborazione di due professionisti in ambito educativo e psicologico, la dottoressa Amalia Rodontini e il dottore: Mariano Iavarone che hanno lavorato in sinergia per offrire interventi mirati alla comunità.

Ieri 30 giugno altro incontro in parrocchia, la risposta è stata positiva sia da parte dei genitori che dei ragazzi, i quali hanno, attraverso questionari anonimi, espresso i loro bisogni e le loro esigenze in questa società troppo veloce e globalizzata.

Da una parte i ragazzi che chiedono più confronto con le loro figure di riferimento, più comunicazione e sinergia e dall’altra i genitori, spaventati per le responsabilità che hanno nei confronti di questi ragazzi troppo diversi, apparentemente, dalla loro generazione passata, ma che chiedono alla fine cose semplici che in questa società frenetica si sono perse, come la comunicazione e la comprensione.

La dottoressa e il dottore, rispettivamente: Amalia Rodontini e Mariano Iavarone si sono soffermati ad ogni punto per sbrogliare quelle che per noi adulti sembrano delle matasse, ma che attraverso la collaborazione e la rete che Padre Massimo sta cercando e sta tessendo nel nostro territorio, sono risultati semplicemente dei blocchi ingigantiti dal non confronto con i ragazzi e tra noi adulti.

Bisogna uscire dal concetto di Isola, immagine fortificata anche dal Covid e ritornare ad essere persone connesse. Presso la parrocchia San Giorgio Martire è nata la possibilità di poter lasciare un proprio contatto per partecipare da Settembre ad una serie di incontri per restare tutti connessi e uniti nell’affrontare le problematiche che ogni giorno angosciano e tormentano i genitori vittime di questa società troppo convulsa.

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Afragola. Violenza contro le donne: bisogna partire dal basso

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Afragola– Una risposta concrea e corale: Patto educativo per Napoli, presso la parrocchia San Giorgio Martire è stata organizzata un’assemblea pubblica come risposta alla violenza ingiustificata e insopportabile nei confronti del prossimo. Quella di san Giorgio Martire è una parrocchia molto attiva sul territorio con a capo il parroco Massimo Vellutino sempre in prima linea nel sopperire alle esigenze altrui. L’incontro ha visto la presenza dell’arcivescovo di Napoli Cardinale Mimmo Battaglia, della presidente della Corte di Appello di Napoli Maria Rosaria Covelli, del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli Aldo Policastro.

Sono intervenuti inoltre, la sociologa Raffaella Palladino, la direttrice della Caritas di Napoli, suor Marisa Pitrella il coordinatore del Partito educativo Gennaro Pagano e lo psicologo Mariano Iavarone, presente all’evento con la psicoterapeuta Amalia Rodontini.

Questo è stato un primo passo verso una progettualità più ampia e condivisa, capace di unire istituzioni civili, comunità ecclesiali e realtà educative nella costruzione di una nuova cultura della prevenzione, fondata sul rispetto, sulla parità di genere, sulla non violenza e sulla cura delle nuove generazioni.

Deve essere, questo un impegno, un compito educativo da assumere insieme, perchè ogni ferita infitta ad una donna e non solo, è una ferita inflitta all’intera umanità.

Quando ci prendiamo cura degli altri con gentilezza e rispetto, non solo aiutiamo loro a crescere, ma anche noi stessi diventiamo persone connesse ed è proprio grazie a questa connessione che potremo avere un mondo più armonioso.

E come afferma la sociologa Raffaela Palladino: “La violenza non è destino”

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