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CAIVANO: L’inciviltà non ha limiti, trafugate due fioriere pubbliche da Via Imbriani

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CAIVANO. Alcuni giorni fa, abbiamo registrato l’inciviltà di alcuni caivanesi che riversavano rifiuti ingombranti in Via Roma, ma mai ci saremmo aspettati che l’inciviltà caivanese superasse se stessa. Stanotte in via Imbriani nella piazzetta antistante l’ufficio anagrafe, come già successo in passato per panchine e fioriere, hanno trafugato due fioriere pubbliche, poste lì come decoro dopo il certosino lavoro di riqualificazione dell’area, fatto dai ragazzi del Forum Giovani di Caivano. I ladri questa volta si sono ravveduti di dover fare enorme lavoro per il trasporto, infatti hanno avuto anche la cura di travasare e lasciare sull’asfalto, il contenuto delle fioriere, in modo da alleggerire il carico.

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CAIVANO. La totale assenza di indignazione della società civile presta il fianco ai piani dei soliti politicanti

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CAIVANO ha già perso! Ci sono ottime probabilità che questo comune verrà sciolto di nuovo dalla Prefettura e buone possibilità che possa essere sciolto già prima di andare a votare nel novembre prossimo.

La società civile è dormiente, sfiduciata, menefreghista e priva di entusiasmo. Le tante persone perbene che abitano questa città si sono assuefatte al pensiero che debbano vivere in un dormitorio privo di qualsiasi tipo di servizio e ostaggio del narcotraffico. Dopo gli arresti per ingerenze criminali poche persone si sono indignate della malagestio perpetrata da oltre trent’anni dalla vecchia classe dirigente. Troppo pochi per spedire a casa i vecchi politicanti di sempre.

Adesso è troppo tardi. Mancano pochi mesi al traguardo della presentazione delle liste e l’assenza dell’indignazione della parte sana della città ha giovato alla sete di potere dei soliti noti. Chi dai social urlava di volere gente nuova al governo della città non ha capito che doveva scendere in campo in prima persona. Non ha capito che il futuro a Caivano non si può più delegare, specialmente non si può delegare sempre in mano agli stessi. Non si può chiedere il cambiamento a chi ha creato questo status. Stato di cose che fa comodo alla maggior parte degli abitanti di questa città. Un territorio abitato per la maggior parte da falsi poveri e media borghesia che o rappresenta le zone d’ombra della città o nell’arco degli anni ha saputo tessire un buon equilibrio con le stesse. Insomma una grande fetta di Caivano ha dimostrato di temere addirittura il cambiamento.

Così, a presentarsi ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale saranno sempre gli stessi. Nomi usurati dal tempo e dalle indagini. Nomi che se non saranno scesi in campo in prima linea, determineranno più di prima dalle retrovie. Da destra a sinistra già sono in atto i più massonici accordi per cercare di vendere al popolo il cambiamento di gattopardiana memoria.

Non è bastata la lotta di anni e anni intrapresa dalla stampa libera, non sono bastati i fiumi di parole che dal 2015 hanno cominciato a denunciare il fenomeno delle somme urgenze e degli affidamenti diretti a vantaggio sempre e solo delle stesse ditte; il fenomeno dell’affidamento e della liquidazione a distanza di sette giorni, in alcuni casi si sono registrati anche affidamenti con la rovesciata, ossia dopo la liquidazione dello stesso lavoro determinato dai settori più volte, tutto questo nella totale distrazione di esecutivo e amministrazione; posti di lavoro affidati a parenti e affini del capoclan attualmente in carcere; assessori, consiglieri e segretari di partito che non disdegnavano di farsi vedere in giro con i camorristi. Per finire di denunciare tutta l’ipocrisia di un decreto che a tutto è servito fuorché a risanare un territorio, anzi, ha solo affibbiato una etichetta indelebile ad una comunità formata da persone perbene e laboriose. Tutto questo non è servito a far indignare i caivanesi, farli scendere in campo per pensionare una volta e per tutte la vecchia classe dirigente. Maggioranza e opposizione, senza far distinzione, perchè chi per omertà, chi per paura, chi per ignavia, tutti allo stesso modo, hanno prestato il fianco all’ascesa e all’ingerenza della criminalità organizzata.

Il silenzio della politica dettato dalla paura di essere coinvolta nelle vicende giudiziarie e il silenzio della parte sana della città hanno finito di creare quel vuoto che sarà colmato dai soliti profeti, nani, ballerine e saltimbanchi. Già se si guarda alla Festa di Campiglione. Alla fine, per la sua fattibilità, bisognerà ringraziare una sola persona e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli e sacrificato i loro momenti di svago e lavoro, me ne potranno dare atto.

Se a tutto questo aggiungiamo anche la memoria corta dei cittadini, appare più che naturale la discesa in campo dei soliti politicanti. Così da destra a sinistra si stanno organizzando ma sempre con le stesse dinamiche se non peggio. Dinamiche che nulla hanno a che fare con il cambiamento. Politicanti in cerca di burattini da manovrare. Personaggi che vogliono cambiare il vestito alla politica senza farle fare prima una grande doccia sanificatrice. Questo sta succedendo a Caivano.

Partendo dalla sinistra, c’è un gruppo di partiti chiamati in adunanza dal PD che insieme al primo partito della vecchia Amministrazione sciolta per camorra, si sono seduti ad un tavolo senza aver prima rinnovato la propria classe dirigenziale e alla prima loro riunione già litigano perché sbagliano totalmente l’argomento, poiché la prima cosa che pensano è quella di tracciare il profilo dell’ipotetico candidato a Sindaco. Ma come si può pensare di far amministrare una città allo stesso gruppo di partiti e persone che hanno rappresentato la coalizione sciolta per camorra, che al loro primo incontro per le prossime amministrative al posto di fare una seria introspezione, capire quali sono state le loro lacune che hanno permesso l’ingerenza della criminalità organizzata e dopo aver individuato causa e colpevoli iniziare a ragionare sui criteri di aggregazione, vogliono tracciare non solo il profilo del candidato a sindaco che dovrebbe essere il penultimo tema da affrontare al tavolo prima del nome, ma addirittura il carattere. E indovinate un po’ parte di quel tavolo come lo vuole? Lo vuole mite, moderato che non abbia mai fatto politica o si sia mai interessato ma acculturato. Insomma un bamboccio da poter manovrare con i fili ma che alla cittadinanza possa essere venduto come una mente pensante difficile da manovrare.

In poche parole quelli della sinistra caivanese, quelli sciolti per camorra, per intenderci, continuano a fare i “draghi” della politica. Solo loro riescono a partorire queste idee geniali, credendo che tutto il resto del mondo abbia l’anello al naso. Questo tavolo si aggiornerà domani stavolta nella sede del Movimento 5 stelle e il tema sarà di nuovo la scelta della sintesi. Da un lato col PD che spinge per una figura politica autorevole ma comunque appartenente alla vecchia classe dirigente, dall’altro lato Verdi, M5S e Italia Viva spingono per il burattino di turno. Staremo a vedere chi la spunta, fermo restando la mia opinione di fare prima seria introspezione sui reali problemi che persistono in questo gruppo di partiti e che sono forieri di ingerenze criminali.

Ma se Atene piange Sparta non ride. Dal centro destra, il silenzio della parte sana e la memoria corta dei cittadini hanno dato vita a una forma di gerontocrazia pesante. Se a sinistra si parla di vecchia classe dirigente, a destra si può benissimo parlare di antica e longeva classe dirigente. Tutto quello che è successo, in assenza di nuove proposte, scaturisce il sentimento del “si stava meglio quando si stava peggio” e i vari Carofilo, Castelli e Del Gaudio si sentono in diritto di rappresentare anch’essi il “nuovo” che avanza. Tanto è vero che da indiscrezioni raccolte in esclusiva sul territorio, si sono consumate già più di una riunione tra di loro con la speranza di unire il centro destra insieme a Giovanna Palmiero e Maria Fusco di Fratelli d’Italia, e Giuseppe Mellone di Forza Italia. Riunioni che per ora non hanno sortito alcun effetto perché non si riesce ancora a capire da quale criterio intendono far partire i lavori del tavolo programmatico. Resta alla finestra per ora l’ex Sindaco Simone Monopoli che ai più fa sapere di voler stare fuori dai giochi della politica che per troppo tempo l’ha reso solo una vittima del sistema.

Al centro invece regna la confusione più totale. Scompare la figura di Antonio Angelino dalle varie testate giornalistiche amiche per far spazio al vero nuovo di Caivano Conta. Infatti al netto del suo leader e della figlia d’arte Orsella Russo, la lista che davvero potrebbe rappresentare ciò che ho sempre auspicato è proprio quella di Caivano Conta, dato che i vari Peppe Grande, Tobia Angelino, Pasquale Licito, Giuseppe Leodato etc. potrebbero impersonare perfettamente la base della nuova classe dirigente.

A tal proposito da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che anche in questa fazione ci sia più di una spaccatura. Da un lato alcuni fedelissimi del topiano Angelino pare stiano consigliando allo stesso di fare un passo indietro per fatti già conclamati e illustrati dalla stampa e dall’altro lato Luigi Esposito coordinatore cittadino di Azione pare stia tentando di essere promotore di un altro tavolo di centro, invitando allo stesso quelle forze liberali e popolari non ancora decisamente collocate per poi valorizzare la propria stessa figura come leader dell’intera coalizione. Su questo versante vi terremo aggiornati.

Insomma, il dato politico che ne esce fuori è alquanto raccapricciante ed è determinato proprio da quanto detto in premessa. Gli scenari appena illustrati non sono altro che figli dell’immotivata assenza della società civile a far parte della prossima competizione elettorale, la quale poteva in un certo senso sbaragliare i programmi atavici di alcuni politicanti e aprire la strada alla creazione di una nuova classe dirigente. In parole povere: mala tempora currunt.

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CAIVANO. 1°Memorial Carmine Semplice. Un riconoscimento dovuto ad un uomo promotore dei sani principi dello sport

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CAIVANO – Il tre maggio dell’anno scorso ci lasciava un personaggio illustre della comunità gialloverde Il Prof. Carmine Semplice, docente di chimica presso l’Isis “Attilio Romanò” di Miano. Stimato e voluto bene da tutti, egli, oltre ad essere un professionista dedito e amante del proprio lavoro e della propria famiglia, amava anche lo sport, in particolare il tennis.

Iscritto e socio sostenitore del Club Tennis Campiglione, insieme al direttorio del club era solito promuovere questo sport sul proprio territorio.

Così l’ASD Tennis Campiglione con un memorial, nella sua prima edizione, attraverso un torneo di terza categoria, ha voluto ricordare la sua splendida persona.

Il torneo si svolgerà presso la sede dell’ASD Campiglione in via Colanton Fiore Caivano dall’1 al 14 giugno e prevede un montepremi di € 500,00 per i vincitori.

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CAIVANO. Riduzione fondi per la riabilitazione ai bambini speciali. Lettera aperta di una mamma

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CAIVANO – In merito alla notizia sulla riduzione dei percorsi riabilitativi per i bambini con diagnosi di autismo e altri disturbi del neurosviluppo, che necessitano di trattamenti riabilitativi specialistici, continuativi e mirati, come psicomotricità, logopedia, interventi cognitivo-comportamentali e psicoeducativi. Un tema già affrontato dalla nostra testata (leggi qui), riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di una mamma di Caivano:“Restare senza terapie con un figlio disabile é come restare senza acqua nel bel mezzo del deserto” – Sono le parole di Carmela, mamma di un bambino autistico a cui il centro presso cui svolgeva le necessarie terapie riabilitative ha dovuto consegnare le dimissioni del piccolo. Il motivo di tale decisione, che coinvolge numerose famiglie fruitrici dei servizi del Centro Antares di San Nicola la Strada, è da ricercare nella delibera di Giunta Regionale n. 407 del 31 luglio 2024 con la quale si introducevano nuove regole per i soggetti provati erogatori di prestazioni di assistenza sanitaria afferenti alle attività riabilitative. Tra le novità inserite, il limite del 20% delle prestazioni erogabili ai soggetti non residenti nella provincia dove ha sede la struttura. Una norma restrittiva che ha messo in serie difficoltà tantissime famiglie napoletane fruitrici dei servizi del centro con sede in Provincia di Caserta. Tali famiglie infatti, in forza della nuova normativa Regionale, avrebbero dovuto essere escluse già dall’agosto dell’anno precedente se non fosse stato per la loro capacità di fare squadra e per la grande comprensione e senso di responsabilità dimostrati dalla sig.ra Federica, proprietaria del centro Antares di San Nicola la Strada e di tutti gli operatori della struttura. Con un accordo sottoscritto dalle famiglie dei giovani autistici, si è provato ad arginare la problematica riducendo il numero delle prestazioni fornite ai non residenti della provincia, un accordo purtroppo temporaneo che non poteva durare a lungo. “Giovedì mattina sono arrivata al centro Antares per le terapie di mio figlio e contestualmente mi sono state comunicate dalla segretaria le dimissioni. – racconta Carmela, ancora scossa per situazione – Purtroppo solo chi vive la condizione di avere un figlio autistico può capire l’importanza delle terapie riabilitative ed il grande smarrimento che una famiglia prova a ricevere una notizia del genere. Insieme alle altre mamme della provincia di Napoli abbiamo provato ad interloquire con tutti i soggetti istituzionali competenti, dai quali abbiamo riscontrato ampio supporto e collaborazione, a partire dal dott. Emanuele Zanni, direttore sanitario dell’Asl di Caivano, dal Sindaco Giuseppe Cirillo di Cardito ed il consigliere comunale Luigi Fusco. A loro si è unito il grande supporto dimostrato dalla dott.ssa Libera D’Angelo, consulente della V Commissione Sanità della Regione Campania, la quale ci ha assicurato che nelle prossime settimane la discussione sulla tematica verrà riaperta e finalmente verremo ascoltati. Ciò che chiediamo è molto semplice: allargare la forbice del 20% di fruitori dei servizi provenienti da altre province almeno al 35%, permettendo così ai nostri figli di poter continuare le terapie nel centro che ormai è la loro casa e dove hanno stretto relazioni ed affetti che durano da tutta una vita. Chiediamo al Presidente De Luca – Conclude la mamma – non solo che venga variata la delibera in questione ma anche che vengano individuati urgentemente spazi utili per compiere le attività di riabilitazione per i nostri figli che al momento sono senza terapia in un territorio dove la domanda è altissima e l’offerta è ormai satura, rendendo quindi impossibile la ripresa delle attività di riabilitazione per i bambini autistici che ne hanno un disperato bisogno.”

 

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