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Politica

Grumo Nevano, finisce l’era Di Bernardo: si dimettono il sindaco e 9 consiglieri

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Caos a Grumo Nevano, dove ben nove consiglieri e il sindaco Gaetano Di Bernardo hanno annunciato le proprie dimissioni dai rispettivi incarichi.

Ecco le dichiarazioni dell’ormai ex primo cittadino:

“Purtroppo da tempo, ormai, la situazione politica comunale e la lunga spirale di litigi interni e di egoismi personali sta minando la quotidiana corretta amministrazione della città, facendo venir meno, ormai definitivamente, le condizioni politiche per continuare un progetto sottoscritto e portato al voto degli elettori”.

Poi, ha concluso dicendo:

“Concludo questa esperienza nella convinzione che, con un impegno superiore e con una visione meno personalistica e più consapevole dei reali bisogni della nostra comunità, si sarebbero potuti raggiungere importanti risultati. Rivolgo un ringraziamento ai tanti cittadini di Grumo Nevano, che mi hanno permesso di vivere quest’esperienza straordinaria. Ed infine, rivolgo un grazie a tutte quelle persone che nell’ambito dei rispettivi ruoli (politici, istituzionali, dirigenziali e di collaborazione amministrativa e volontaria), mi hanno sostenuto in questi anni”.

Lavoro

Il Vicepresidente della Camera, Sergio Costa: “Investire nella sicurezza e tutela dei lavoratori”

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“Non è un mistero che in questo momento, in Italia, c‘è un affievolimento della tutela dei lavoratori: bisogna investire e scongiurare questa fragilità, in particolar modo in questo che è un tempo di trasformazione del mondo del lavoro, anche per il passaggio sempre più preponderante al digitale”.

Lo ha detto il vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa, intervenendo al convegno organizzato dall’associazione Comma2 “Sicurezza è dignità del lavoro” a Castel Capuano, a Napoli.

“E’ fondamentale identificare la sicurezza come parte preponderante della dignità dei lavoratori”, ha aggiunto Costa, enfatizzando in questo senso l’attività di Comma2, associazione di avvocati che, ha detto, “ha il grande merito di occuparsi non solo di tutela dei diritti dei lavoratori, ma anche di essere un ente propositivo su questi temi e sempre più di riferimento”.

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POLITICA

Rivelati i messaggi nella chat tra Sangiuliano e Boccia: ecco le conversazioni allegate alla denuncia

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Una serie di messaggi nella chat tra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia sono parte della documentazione allegata alla denuncia presentata dal legale dell’ex ministro della Cultura, a carico dell’imprenditrice di Pompei.

A rivelarne il contenuto è La Verità, che riporta alcuni passaggi delle conversazioni.

Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto”, reciterebbe uno dei messaggi di Sangiuliano indirizzati a Boccia, che risponde: “Hai ragione”. Poi un riferimento a quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio: “Sfregiato […] Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo”. E lei: [Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante […] mi hai fatto diventare una iena”.

Secondo quanto riferisce il quotidiano, Boccia avrebbe chiesto all’ex ministro di poter controllare il suo cellulare, pena, in caso di rifiuto, l’inoculazione di un trojan.

La Verità scrive inoltre di aver appreso che Boccia avrebbe proposto a Sangiuliano di firmare un patto di riservatezza secondo cui lui non l’avrebbe più dovuta cercare e lei non avrebbe mai rivelato la loro presunta storia intima. Ma, in alcuni dei messaggi riportati, Sangiuliano dice di rifiutarsi di firmare alcun documento.

Inoltre – sempre secondo il giornale – il 2 agosto scorso Sangiuliano digita: “Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo”. Mentre una settimana dopo lei dice: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio”.

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POLITICA

Castrazione chimica, c’è il sì alla proposta della Lega

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“Un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili”, Matteo Salvini saluta così l’approvazione da parte della Camera dell’ordine del giorno sull’apertura di un tavolo tecnico sulla castrazione chimica. L’ok allo storico cavallo di battaglia della Lega è arrivato con il parere favorevole del Governo, durante l’esame del ddl sicurezza.

Nel testo si chiede di «valutare, nel rispetto dei principi costituzionali, in caso di reati di violenza sessuale, la possibilità per il condannato di aderire volontariamente a percorsi di assistenza sanitaria, sia psichiatrica sia farmacologica, anche con un eventuale trattamento di blocco androgenico».

Insorgono le forze di opposizione. “Con buona pace di Forza Italia il Governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega”, attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a “una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali”.

Da Avs si accusano i leghisti di una “vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni”.

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