Casoria vive uno dei momenti amministrativi più confusi e critici degli ultimi anni. A un anno dall’inizio del secondo mandato del sindaco Raffaele Bene, la città appare ferma, sporca, trascurata e senza una guida politica solida. La tanto promessa svolta non solo non si è vista, ma il quadro che si delinea è quello di un comune sempre più isolato, logorato da tensioni interne, decisioni opache e un crescente malcontento tra cittadini e addetti ai lavori.
Il caso del consigliere Trojano e lo strappo dentro Campania Libera
Il primo scossone è arrivato con l’espulsione del consigliere comunale Rino Trojano da Campania Libera, la civica che fa riferimento a Tommaso Casillo e che costituisce l’asse portante della maggioranza. La scelta, ufficialmente motivata con l’adesione di Trojano al PSI, nasconde in realtà fratture politiche ben più profonde. Una mossa che indebolisce il sindaco Bene, privandolo del sostegno pieno del gruppo politico che esprime due assessori Andrea Capano e Annamaria Casolaro e il presidente del consiglio comunale Pasquale Tignola.
Cosa farà ora il sindaco? Riuscirà a tenere unita la sua maggioranza o sta iniziando un lento ma inesorabile sgretolamento? Le voci di malumore nei partiti alleati parlano chiaro: c’è insofferenza verso una gestione accentrata nelle mani di pochi uomini, con scarsa collegialità, programmazione inesistente e il totale silenzio dei consiglieri di maggioranza, ridotti — come qualcuno ha amaramente definito — a “semplici alzatori di mano”. L’unico che ha cercato di incalzare, in questi mesi, la maggioranza è stato il consigliere Petrone, ma le sue richieste su una maggiore pulizia della frazione di Arpino sono cadute nel vuoto. Malumori anche nel partito dei Verdi per la scelta del nuovo assessore e nel Partito Democratico che sembra ritrovarsi “escluso” dalla programmazione politica della città.
Una città allo sbando: erbacce, degrado e opere incompiute
Nel frattempo, la città di Casoria cade letteralmente a pezzi. Le strade sono dissestate, l’erba cresce ovunque, la sporcizia è diventata la normalità e l’abbandono è visibile a occhio nudo in ogni quartiere. Sono centinaia i commenti dei cittadini sui social che raccontano di incuria e sporcizia in diverse zone della città. L’amministrazione sembra incapace di gestire anche l’ordinario, figurarsi la progettualità straordinaria.
Il Palacasoria è ancora senza un affidamento chiaro, da qualche mese è scaduta la convenzione con il vecchio gestore della struttura, ma ancora gli affidatari continuano a usufruire della piscina. Poi, c’è la complessa gestione delle opere già finanziate che restano chiuse o inutilizzabili, e le inaugurazioni annunciate si perdono nel nulla. È il caso, ad esempio, del Palazzo della Cultura: per completarlo si è resa necessaria una variazione di bilancio da 500mila euro, prelevati dai proventi delle concessioni edilizie. Un’operazione che ha sollevato dubbi legittimi e critiche feroci da parte dell’opposizione, composta da Cristarelli, Mangani e Valiante, che chiedono chiarezza sull’utilizzo delle risorse e sulla reale programmazione dell’ente.
Una politica assente, incapace e afona
A oggi, la classe politica cittadina risulta assente, silente, scollegata dal territorio. Nessuna visione, nessun progetto, nessuna voce fuori dal coro tra i banchi della maggioranza. Tutto viene deciso da un ristretto gruppo di potere, che gestisce in modo autoreferenziale e privo di trasparenza il destino di una città con oltre 70mila abitanti. La domanda che tutti si pongono è una sola: quanto ancora potrà reggere questa amministrazione? E soprattutto, fino a che punto i cittadini saranno disposti a tollerare questo immobilismo?
Casoria ha bisogno di una scossa, di una politica che torni a confrontarsi con la realtà, che ascolti i bisogni dei cittadini e che ridia dignità a un comune ormai smarrito.